Diritto di critica e dovere di ascolto

Scritto da  Pubblicato in Basilio Perugini

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basilio-perugini.jpgLa lettura delle notizie di cronaca di questi giorni sugli ultimi avvenimenti nella nostra Città mi danno lo spunto per alcune riflessioni che consentono di sviluppare, più specificamente,alcune delle idee esposte nei miei precedenti scritti per “Il Lametino”, quale, ad esempio quella relativa alla concordia, la cui mancanza rende molto difficile concepire e realizzare progetti concreti condivisi.

E questa carenza emerge con grande evidenza sia quando vengono mosse aspre critiche a chi ha o ha avuto responsabilità di gestione della cosa pubblica, specie se i rilievi vengono mossi da chi pure ha avuto e talvolta condiviso detta responsabilità; sia quando al rilievo, anche garbato, l’amministratore che ne è destinatario reagisce con sfida arrogante o addirittura con violenza verbale.

L’autocritica è la dote degli uomini forti e razionali che consente di non considerare come offesa i legittimi rilievi che vengono loro mossi; la disponibilità all’ascolto degli altri è la dote che consente di rimediare ai propri errori ed a realizzare scelte più giuste e condivise.

Le scelte sono certamente di esclusiva competenza della politica, ma è altrettanto vero che esse devono fondarsi sul consenso popolare acquisito anzitutto con l’approvazione di un preciso programma proposto al momento delle consultazioni elettorali.

Il politico accorto, però, non può limitarsi ad esporre ciò che intende realizzare, che è pure un inizio importante della propria azione, in quanto certamente frutto di un accurato esame della situazione complessiva e delle relative criticità con riferimento alla comunità alla quale si propone, ma deve, anche, creare un rapporto stretto  e condiviso con i cittadini, attraverso il loro ascolto, sia preventivo all’acquisizione del mandato sia  successivo in corso d’opera.

Ascolto che non può di certo rivolgersi singolarmente a ciascun cittadino,ma che evidentemente riguarda le categorie e le organizzazioni espresse dalla società civile, meglio ancora se organizzate in consulte disposte a suggerire progetti, a prospettare problemi e soluzioni e ad esprimere pareri su richiesta degli amministratori pubblici.

La politica, specie nelle comunità locali, deve tenere conto delle opinioni della collettività, contributo vitale per un confronto, anche vivace, di idee e con il limite invalicabile del rispetto per l’avversario.

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