Calabria: Processo a Scopelliti su caso Fallara, prossima udienza il 27 marzo

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Reggio Calabria - "La mancanza di rilievo di natura penale delle ipotesi accusatorie nei confronti dell'ex sindaco Giuseppe Scopelliti" è stata evidenziata oggi dall'avv. Aldo Labate, nel corso della sua arringa nel processo che vede imputato in qualità di ex sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Scopelliti, oggi presidente della Regione Calabria, accusato di abuso e falso per le vicende legate alle autoliquidazioni che avrebbe fatto l'ex dirigente dell'Ufficio finanza del Comune di Reggio, Orsola Fallara, suicidatasi nel 2010. Nella sua arringa, durata circa 3 ore, Labate ha sottolineato la "mancanza di rilievo di natura penale delle ipotesi accusatorie" in ordine alle responsabilità di gestione del bilancio dell'ente ed al conferimento degli incarichi esterni, "responsabilità - ha aggiunto richiamando i contenuti dell'art. 5 del Testo unico degli enti locali - ascrivibili interamente al dirigente del settore Finanze ovviamente con riferimento alla compilazione del bilancio". A sostegno delle tesi difensive, il penalista ha ricordato "proprio come con la gestione Scopelliti, il Comune, relativamente agli incarichi professionali esterni, istituì una short list eliminando di fatto una situazione di monopolio da parte di pochi professionisti ai quali per anni, e con compensi di centinaia di migliaia di euro, veniva affidato il mandato di seguire i contenziosi. E' palese, in termini di elemento psicologico - ha aggiunto - che la finalità di Scopelliti fosse stata quella di ridurre le spese dell'ente da lui rappresentato e non quella di favorire, con compensi irrisori rispetto a quelli che la Fallara in spregio del contenuto degli incarichi abusivamente si liquidava, la citata dirigente". Labate, relativamente al rapporto fiduciario tra Scopelliti e Orsola Fallara, ha parlato di "raggiro preordinato" della ex dirigente comunale. Citando la sentenza del processo a carico dell'architetto Bruno Labate, condannato per peculato, che con la Fallara ebbe una relazione sentimentale, il difensore ha ricordato che "a fronte di autorizzazioni di anticipazione di pagamenti del sindaco pari a 250 euro, la dottoressa Fallara liquidò, com'è noto, centinaia di migliaia di euro al professionista senza alcuna giustificazione.

Scopelliti lo venne a sapere solo dopo una conferenza stampa dell'opposizione e chiamò la Fallara per chiedere conto delle affermazioni dei suoi avversari politici, ricevendone conferma. Da quel momento e fino al drammatico gesto i rapporti tra Scopelliti e la dottoressa Fallara si interrompono e l'unico contatto si manifesta nelle numerose mail che la stessa invia la sindaco per riconoscere i suoi errori e chiedere scusa, fino a poco prima della decisione di togliersi tragicamente la vita. Da qui, tutta la condotta posta in essere dalla Fallara, finisce sulle spalle del sindaco senza che nulla egli sapesse dei suoi comportamenti. Addirittura - ha sottolineato il penalista - l'induzione all'errore era talmente pregnante da essere reiterata anche con il sindaco pro-tempore Giuseppe Raffa, con il quale la Fallara non aveva alcun legame di amicizia pregresso. Raffa non è finito sotto processo perché il caso diviene pubblico con la conferenza stampa del centrosinistra, e scoppia in concomitanza con il suo insediamento. D'altronde se non si fosse trattato di un raggiro non si comprende la ragione della giusta esclusione di Raffa dalla lista degli imputati. Neppure Raffa, come ha affermato in sede dibattimentale, da vice di Scopelliti, si è mai accorto di problemi di bilancio, emersi dopo il 2010. Ecco perché è davvero difficile definire come correità la condotta dell'ex sindaco. Peraltro - ha proseguito il legale - il bilancio di un comune è corredato dai documenti del settore Finanze, approfondito nella Commissione consiliare e poi approvato dal Consiglio comunale. Una partecipazione concorsuale di tutto il sistema". In apertura di udienza, il tribunale ha rigettato una richiesta di rinvio della difesa per l'impossibilità del prof. Nico D'Ascola di partecipare all'udienza per motivi di salute. Il Collegio ha accolto la richiesta di deposito di una memoria difensiva del prof. D'Ascola, che difende Giuseppe Scopelliti. Il processo riprenderà il prossimo 27 marzo.

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