Corte Conti Calabria: patrimonio della Regione, male inventario beni

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Catanzaro - La Regione Calabria ha un "inventario incompleto" dei beni mobili e immobili e non c'è ancora la volontà dell'Ente di "risolvere tale problematica". La Regione, inoltre, spende più di sei milioni di euro di fitto non registrando nessuno in attivo. Sono queste alcune delle criticità emerse dalla relazione della Corte dei Conti della Calabria sulla gestione del patrimonio della Regione nel periodo 2009-2014. La relazione è stata presentata nel corso di una adunanza alla quale hanno partecipato il presidente facente funzioni della Sezione Giuseppe Ginestra e il referendario Michela Muti. Per la Regione era presente il vice presidente, Antonio Viscomi. Ginestra e Muti hanno evidenziato che "valutando l'efficienza, l'efficacia e l'economicità delle azioni svolte dall'Ente, si evidenziano specifici aspetti di inattendibilità delle informazioni contabili, sia sotto l'aspetto finanziario che patrimoniale, relativamente all'incompletezza dell'inventario dei beni mobili ed immobili". La Corte dei conti ha sottolineato come "costituisca un'esigenza fondamentale quella di procedere alla ricognizione, descrizione e valutazione degli elementi costitutivi del patrimonio, ma non appare ancora manifesta una decisa volontà dell'Ente nei confronti della valorizzazione e conoscibilità del patrimonio pubblico". Per quanto concerne il settore Demanio e Patrimonio immobiliare la relazione evidenzia come "non sia possibile a causa della carenza di organico operare in modo efficace ed efficiente in quei settori". Il Conto del Patrimonio della Regione Calabria "risulta carente in ordine alle informazioni relative ai beni demaniali ed al patrimonio indisponibile dell'Ente di competenza dei Dipartimenti Lavori pubblici - Sorical -, Agricoltura e Foreste, ed attività produttive, nonché dagli enti gestori Afor, Arssa e Consorzi industriali delle cinque province". "Risulta del tutto evidente - sottolineano i giudici - la mancanza di volontà di voler risolvere la situazione vista la carenza di organico e che a fronte di millesettecentotrenta dipendenti della Regione solo otto persone siano addette al patrimonio". Secondo quanto emerso dalla relazione il valore attuale degli immobili di proprietà della Regione è pari a poco più di tre miliardi, dei quali la maggior parte non è stata inventariata. L'incremento patrimoniale registrato nel conto "è dovuto all'inserimento dei lavori relativi alla cittadella regionale". Relativamente ai fitti dalla relazione è emerso che "la Regione spende più di sei milioni di euro non registrando nessun fitto in attivo".

Viscomi: su mappatura patrimonio fatti passi avanti

"Ci sono due problemi sul patrimonio immobiliare della Regione Calabria il primo è quello della mappatura del patrimonio, l'altro è quello della valorizzazione dello stesso". E' quanto ha dichiarato il vicepresidente della Giunta Regionale, Antonio Viscomi, a margine dell'Adunanza della Sezione regionale di controllo per la Calabria della Corte dei conti sulla gestione del patrimonio della Regione. "Sul primo punto - ha aggiunto Viscomi - la Regione ha fatto grandi passi in avanti se consideriamo che nel 2008 c'erano soltanto 200 cespiti censiti e nel 2014 sono più o meno undicimila e cinquecento. Non è sufficiente, però c'è una difficoltà oggettiva, perché il patrimonio della Regione è stratificato, è l'effetto del trasferimento dei beni della Cassa del Mezzogiorno. Dobbiamo riuscire ad avere una mappatura completa del patrimonio anche perché non si è mai visto che una famiglia non sa quali sono i suoi beni". Per quanto concerne la valorizzazione del patrimonio Viscomi ha detto: "Qui il problema diventa un po' più complicato. La Regione ha già elaborato un piano per focalizzare l'attenzione non tanto sulla vendita del patrimonio, ma sulla messa a disposizione del patrimonio alla collettività. Il problema reale sul quale va avviato un ragionamento riguarda la struttura amministrativa per la gestione del patrimonio che fino ad oggi è stata affidata ad un settore del dipartimento Bilancio, probabilmente bisogna studiare l'opportunità di introdurre modelli organizzativi utilizzati da altre Regioni. Si tratta di scelte delicate che vanno ponderate prima di essere formalizzate".

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