Laura Ferrara (M5S) “Visita Cretu in Calabria non sia passerella istituzionale”

laura-ferrara-al-parlamento-europeo-m5s-.jpgPubblichiamo la nota Laura Ferrara, la portavoce del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo, sulla visita in Calabria del Commissario europeo per la politica regionale Corina Cretu

“Gent.ma Commissaria la ringrazio per l'attenzione posta al mio ruolo di unico deputato calabrese al Parlamento europeo, attenzione dimostrata dalla puntuale informazione, con una e- mail ufficiale, circa la Sua visita in Calabria, nella città di Reggio Calabria, il prossimo 23 aprile. Per impegni istituzionali a Bruxelles, non sarò presente nella mia regione, ma sono certa che non mancherà occasione, come già avvenuto in passato, di confrontarmi con Lei sulle questioni riguardanti la Calabria. Un'informazione puntuale la Sua, di cui La ringrazio: in mancanza, infatti, avremmo potuto apprendere della visita solo attraverso fonti ufficiose o dai mezzi di comunicazione, in quanto ad oggi, nonostante i miei ripetuti solleciti ed inviti, non è ancora stato possibile instaurare un dialogo con il Presidente Mario Oliverio. Se da una parte si può tirare un sospiro di sollievo per il recente sblocco dei fondi Por della programmazione 2007 -2013, dall'altra sono ancora troppe le criticità relative alla gestione dei fondi strutturali da parte dell'amministrazione regionale. La Calabria, come Lei stessa ha più volte sottolineato, insieme ad altre poche regioni, è fortemente in ritardo sulla spesa. Entro il 31 dicembre 2015, la Regione dovrà lavorare per spendere un miliardo, 135 milioni, 599 mila e 478 euro del Fondo europeo per lo sviluppo regionale (Fesr), pena la perdita delle risorse. In pratica si dovrebbe spendere più di quanto si è fatto nei precedenti sei anni per non perdere i finanziamenti.

Questa corsa alla spesa forzata rischia di far scattare un meccanismo di scarso controllo e di gestione poco chiara dei fondi, quello peraltro avvenuto fino ad oggi. Come rivela la relazione del Procuratore regionale della Corte dei Conti, nel 2014, nel corso della sua attività diretta alla repressione delle frodi comunitarie ed al recupero dei contributi indebitamente erogati e percepiti, la Procura ha delineato un quadro a tinte fosche per quanto riguarda il periodo di programmazione 2007 - 2013. "Secondo dati aggiornati al 31 agosto 2014, risulta che sul territorio calabrese sono stati finanziati progetti per 9,6 miliardi di euro, di cui 4,2 miliardi di euro già oggetto di pagamento. Di questi contributi, il 19,92% è destinato a finanziare incentivi alle imprese; il 2,51% a persone ovvero soggetti diversi da unità produttive; il 3,21% a contributi in conto capitale (energia e tecnologia); il 5,67% alla competitività delle imprese; il 4,90% per l'occupazione. Si tratta di un settore di grande interesse che dovrebbe avere un impatto assai rilevante sull'economia regionale; invece, a causa delle ricorrenti deviazioni nell'attività di erogazione e di esecuzione dei progetti finanziati, non riesce a proporre nuove occasioni di produzione e di crescita”. Le indagini avviate dalla Procura contabile nel settore delle frodi e della illecita utilizzazione e destinazione delle risorse pubbliche, erogate nell'ambito di programmi di intervento infrastrutturale finanziati da fondi comunitari e nazionali, "hanno portato all'accertamento di diffuse illegalità concretatesi, in moltissimi casi, in totale o parziale appropriazione dei contributi, senza alcuna realizzazione che potesse giustificare la pubblica erogazione. U

na causa del gravissimo fenomeno è stata individuata nei controlli effettuati dall'Amministrazione che sono sembrati carenti e, comunque, non idonei se si considera che molti beneficiari non erano neanche in possesso dei requisiti soggettivi per poter accedere ad alcuna forma di contribuzione erogata da una pubblica amministrazione nazionale o comunitaria". È questo uno degli atavici problemi della nostra Regione, situazione tanto radicata quanto, in diversi casi, addirittura culturalmente accettata e che la relega allo stato di Regione a perenne obiettivo convergenza nonostante flussi enormi di denaro proveniente dall'Europa. Quello che manca ancora oggi è un filo diretto e costante con Bruxelles. È notizia di qualche giorno fa la volontà da parte del Presidente Oliverio di voler chiudere la sede calabrese a Bruxelles. Bene fa a questo punto, visto che questa sede non è mai stata utilizzata, fin dal suo avvio per le finalità importanti per cui era nata nel 2007. Il nuovo governo regionale è costretto ad operare una scelta che si impone, ahimè, necessaria, ma che cancella un progetto importantissimo che avrebbe potuto far crescere il nostro territorio se fosse stato gestito in maniera adeguata. La sede doveva servire come luogo di promozione, essere un collante fra Europa e cittadini calabresi.Nulla di tutto questo se non il versamento di quasi trecento mila euro annui per l’affitto. Ci sono Regioni con sedi operative con tanto di funzionari regionali al loro interno e che pesano sui bilanci regionali meno della metà rispetto a quella calabrese. A questo va aggiunto la mancata collaborazione con l'unica rappresentante della Calabria in Europa, nonostante io mi sia più volte mostrata pronta al dialogo, un'apertura che non ha mai ricevuto alcuna risposta da parte del Governatore. Scelte discutibili quelle messe in atto fino ad oggi da un Presidente eletto da circa sei mesi e che nella sua mini giunta non ha previsto, nonostante la situazione di forte emergenza, un assessorato con deleghe alla gestione dei fondi europei. Insomma in Calabria manca un interlocutore tanto per le istituzioni quanto per i cittadini. Nella Sua visita verrà affrontata anche la Programmazione 2014 – 2020. Altro nodo cruciale per lo sviluppo del territorio calabrese.

I nuovi programmi operativi devono finalmente essere accompagnati da un Piano di Rafforzamento Amministrativo, uno strumento che dovrebbe contribuire ad evitare gli stessi errori commessi in passato, diretto ad individuare le debolezze amministrative ed intervenire in maniera mirata, così da colmare ed evitare dispersione di fondi. Ad oggi del Piano, come Lei sa bene, non esiste la versione definitiva. Mi auguro che la Sua visita possa essere un sollecito affinché ci sia da parte dell'ente regionale un cambio definitivo di registro sulla modalità della gestione dei fondi. Ci si affidi a dirigenti e funzionari competenti, si operi nel pieno della trasparenza e si riesca una volta per tutte ad alzare la china dalla profonda crisi economica e sociale che attanaglia la Calabria. Utilizzando questi finanziamenti per lo sviluppo, l'occupazione e il riscatto sociale che i calabresi aspettano da troppo tempo”.

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