Muraca: “Rinuncia voli FlyServus era prevedibile, non vengono operate scelte che valorizzano esigenze specifiche degli scali”

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Lamezia Terme – “Era inevitabile che finisse così ma, allo stesso modo, era prevedibilissimo che i voli di Fly Servus per Roma e Milano previsti dallo scalo di Crotone non avrebbero trovato mercato”. Ad affermarlo è Luigi Muraca, esponente di Noi con l’Italia ed ex vicepresidente Sacal, che interviene sulla questione del trasporto aereo regionale. “Non ci vuole un esperto di trasporto aereo  per capire che, sovrapponendo le medesime funzioni negli scali di Lamezia, Reggio Calabria e Crotone, si rischia di pervenire in tempi rapidi ad un duplice nefasto obiettivo: 1) Lamezia rischia di uscire dall’ambito dei 12 scali strategici del nostro Paese, da cui sono esclusi Catania e Bari, centri intorno a cui gravitano interessi istituzionali e finanziari di notevole rilievo, che non avranno esitazioni ad avanzare pretese se potranno far valere risultati migliori dello scalo lametino; 2) Crotone non avrà mai mercato senza un piano industriale che sviluppi alcune peculiarità, sia in termini di funzioni, sia in termini di aree geografiche in cui operare. Farne la fotocopia di Lamezia con i voli quotidiani per Roma e Milano non ha alcun senso per evidenti ragioni di mercato e denota un preoccupante deficit strategico. Imprecando contro la compagnia Fly Servus, la quale deve tenere d’occhio le proprie esigenze commerciali, il Presidente Oliverio compie l’ennesimo errore sul sistema aeroportuale calabrese. Ed allora ha ragione Annibale Fiorenza della CISL quando afferma che Lamezia “pur mantenendo importanti flussi di passeggeri non presenta un’offerta di servizi volativi adeguatamente assortita e non ha sviluppato un’organizzazione operativa idonea alla funzione internazionale dello scalo medesimo”.

“Allo stesso tempo, - prosegue - Reggio Calabria stenta a diventare uno strumento dell’intera area dello Stretto, che invece punta decisamente sullo scalo catanese. Si eludono le scelte e, purtroppo, si predilige la via di un blando ecumenismo anche in un passaggio fondamentale, quello della destinazione di 12 milioni di euro a valere sui fondi PAC per il miglioramento della connettività tra la Calabria e le altre regioni d’Europa e per il sostegno dello sviluppo del sistema turistico e ricettivo”.

“Oliverio afferma – continua Muraca - che i 12 milioni servono ad interrompere la perifericità del territorio calabrese (questa emergenza non è in discussione) ma poi la Regione, predisponendo il relativo bando come se la Calabria avesse 3 aeroporti fotocopia, manca completamente l’obiettivo. Non vengono colpevolmente operate scelte che valorizzino le esigenze specifiche degli scali, per esempio non sembra destare eccessiva preoccupazione la realizzazione della nuova aerostazione di Lamezia, un’impellente priorità senza la quale il principale scalo calabrese retrocederà, non solo dietro Catania e Bari, nella gerarchia degli scali italiani”.

“Un’ulteriore grave contraddizione della Regione- conclude - è apparsa quella di stimolare la Sacal a compiere un’operazione rischiosa ed a cui probabilmente era impreparata, ovvero la gestione dei 3 aeroporti, e non sottoscrivere l’aumento di capitale della parte pubblica. Per affrontare le diverse problematiche che affliggono gli scali, la capitalizzazione della parte pubblica serviva e serve”. 

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