Speranza (Sel): “Sulle primarie serve chiarezza, si fa gara a chi la spara più grossa”

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Lamezia Terme - “Devo purtroppo rilevare che i primi giorni delle Primarie sono stati un disastro. Prima l'on.Carbone (PD) poi l'on. Lotti (PD) e ieri, addirittura il presidente del consiglio, Renzi, hanno fatto dichiarazioni che in Calabria sono state riportate come un diktat che impedirebbe la mia partecipazione alle primarie. Addirittura si scrive che ‘mi devo mettere l'anima in pace’, come se fossi candidato a qualche posticino perché il partito al quale sono iscritto fa ostruzionismo in Senato. Quindi la mia candidatura nel migliore dei casi è tollerata”.  Così sbotta Gianni Speranza sindaco di Lamezia e candidato alle primarie del centrosinistra per la Regione. “In Calabria si fa la gara a chi la spara più grossa. E' circolato, come se fosse ‘la tavola di Mosé’, un sondaggio sulla popolarità di alcuni candidati del PD. Un sondaggio non so da chi commissionato e pagato e mai pubblicato sul sito della Presidenza del Consiglio come previsto per legge. Poi si è scoperto che era inaffidabile e sbagliato. Adesso ce ne sono altri dove ognuno può votare cento volte. Si era stabilito che le firme a presentazione delle candidature per le primarie fossero da 3000 a 4000 massimo, Oliverio, prima, ha sparato il numero di 20.000 firme raccolte; Callipo, naturalmente, il giorno dopo, ha sparato più grosso: 25.000. I dirigenti del PD gli fanno eco, la Rai e gli organi di stampa parlano quasi sempre di primarie del PD e non del centro sinistra, di duello come se i candidati fossero solo due. Addirittura in una scheda su di me ci si è dimenticati che sono sindaco di Lamezia, la città più grande che il centro sinistra amministra in Calabria. In un altra scheda vengo descritto come ex sindaco di Lamezia”.
 Nei primi giorni della prossima settimana - conclude - terrò una conferenza stampa soprattutto per ragionare sul fatto che ancora non è stata fissata la data delle elezioni regionali. Giunta e Consiglio Regionale continuano come se nulla fosse, come se non fossero stati sciolti e si preparano ad una nuova infornata di nomine".

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