Spirlì: "Regione esautorata da gestione interventi, aziende non hanno avviato riorganizzazione»

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Reggio Calabria - "Una giostra maledetta che non perde un giro e costringe i calabresi, spesso, a morire fuori Regione". Così il presidente ff della Regione Calabria Nino Spirlì ha definito, nel suo intervento al Consiglio regionale straordinario con all'ordine del giorno "Calabria Zona Gialla". "Di chi le responsabilità?", si è chiesto Spirlì elencando la politica, la burocrazia, i Commissari, l'abitudine, i silenzi, le connivenze, la malavite. Spirlì, ha parlato della disponibilità al confronto, alla collaborazione, alla disponibilità della presidente Jole Santelli.

"Purtroppo - ha detto - la sordità dei destinatari si è trasformata in un ennesimo atto di regime, con la conferma di un nuovo Commissariamento, pur ammettendo il fallimento del precedente. Anche io, nel mio piccolo - ha continuato - mi sono permesso di offrire la massima collaborazione della Regione al fine di evitare questo ulteriore schiaffo istituzionale. Ho proposto ai Ministri Speranza e Boccia, al Presidente del Consiglio Conte, ed ho cercato anche l'intermediazione del Commissario Arcuri, di concederci una pausa di 10 giorni prima della firma del Decreto Calabria, in modo che si potesse costruire la possibilità di governare insieme per un semestre una fase di trasferimento dei poteri alla Regione. Ma senza alcun risultato". Il Presidente ff ha quindi elencato i provvedimenti assunti da marzo dalla Presidente Santelli, "a cominciare dalla predisposizione di un piano di riprogrammazione per le aree centro, nord e sud, i centri covid per complessivi 310 posti letto. Nello stesso mese il Dipartimento Salute, tramite il dr. Belcastro, invitava i commissari delle ASP e delle aziende ospedaliere, dopo essersi confrontato con gli stessi, a provvedere al reclutamento del personale medico necessario a far fronte all'emergenza, per una spesa complessiva di 18 mln.

Nella fase 2, Santelli ordinava ai soggetti delegati Covid, Belcastro e Varone, di predisporre, ciascuno per la parte di propria competenza, il piano di riorganizzazione della rete ospedaliera, al fine di garantire la massima celerità negli interventi. Competenza affidata dal Governo al gen. Cotticelli, che approva il documento e delega ogni attuazione ai commissari delle Asp e delle aziende ospedaliere". Spirlì ha evidenziato che a fronte dei 18 mln stanziati, ne sono stati spesi solo 7,7. Quindi ha dato notizia delle risorse accreditate, circa 45 mln, contenute nei decreti legge 14 e 18 del 2020. "Le aziende del SSR - ha detto - sono state, inoltre, già da marzo, autorizzate ad assumere personale per oltre 18 mln di euro di spesa. Gli ulteriori 15 mln risultano già spesi per acquisti accentrati che per una parte sono statui rendicontati dalle singole aziende". Poi, il Decreto Rilancio", che ha assegnato 54 mln di euro anche per il rafforzamento delle terapie intensive. "Risorse - ha detto Spirlì - che saranno gestite dalle singole aziende. La Regione è stata quindi esautorata dalla gestione degli interventi. Le risorse del Decreto rilancio, infatti, saranno inserite nella programmazione sanitaria e nel nuovo programma operativo covid che i Ministeri affiancanti hanno stabilito in capo alla struttura commissariale". "Eppure - ha detto - siamo riusciti a contrastare gli effetti del covid in una situazione nella quale la Regione non aveva una gestione diretta di tutta la rete sanitaria. Tutto questo è avvenuto a causa dell’oltremodo punitivo decreto Calabria, peraltro in scadenza. L’auspicio è che non venga rinnovato ma, in ogni caso, va sottolineato come, pur senza avere un controllo diretto sulla sanità, la Regione abbia fatto tutto quello che era in suo potere”.

Tornando alle responsabilità dei problemi del settore Sanità, Spirlì ha pralto di "sacchi, cataste di parole che sono servite finora per sfuggire alla cattura della verità e dei colpevoli. E la nostra gente ha lasciato su questo infernale campo di battaglia le miglior vite". Jole Santelli, ha poi aggiunto Spirlì, "ha avuto a cuore la sanità di questa terra, lottando fino alla fine, perché finalmente una luce potesse insinuarsi tra le nebbie. Tanto a cuore da rivolgersi con una accorata e straziante lettera al Presidente del Consiglio". "Siamo arrivati oggi ha detto il presidente ff - non senza disagio, a sottolineare cosa ha fatto chi, soprattutto cosa non ha fatto e cosa avrebbe dovuto fare chi. Gli attacchi volgari, telecomandati, asserviti contro l'istituzione Regione e contro gli uomini e le donne che la servono fedelmente in questi durissimi periodi di pandemia, ci obbligano a pubblicare ciò che è pubblico e già ma fin troppo soggetto ad opinione personale priva di alcun fondamento". "Ai media, alla stampa, al popolo della rete sociale chiedo - ha concluso Spirlì - la difesa, la tutela della nostra terra e non questo continuo avvelenamento di pozzi che, dopo aver ucciso i presunti nemici, finirà con l'avvelenare, necessariamente, anche gli amici e se stessi".

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