Appalti Calabria: inchiesta anche su fondi cultura, tra i 9 indagati la compagna di Oliverio

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Catanzaro – La Guardia di finanza ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini nei confronti di nove persone, accusate a vario titolo di turbata libertà degli incanti, con riguardo all’assegnazione del contributo per la realizzazione di iniziative culturali, da finanziare nell’anno 2016, nell’ambito della selezione indetta dal dipartimento regionale “turismo e beni culturali, istruzione e cultura”, e di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, con riguardo all’affidamento, da parte del dipartimento regionale “Turismo e beni culturali, istruzione e cultura”, nell’anno 2017, di contributi per il fondo unico cultura. Il provvedimento è stato notificato dai militari del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Catanzaro, mentre le indagini sono coordinate dalla Procura della Repubblica del capoluogo calabrese. La notizia era trapelata nei giorni scorsi, dopo che la stessa Guardia di finanza aveva iniziato la notifica del provvedimento. Al centro delle indagini ci sarebbero fondi per oltre 600 mila euro.

Gli indagati

Gli indagati cui è stata notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, sono Antonio Sicoli, Sonia Tallarico, Adriana Toman, Marco Silani, Gianclaudio Festa, Dario Borruto, Pasquale Giorgio Piraino, Angela Rotella e Giacinto Gaetano. In particolare, secondo gli inquirenti, Adriana Toman sfruttando la posizione goduta in seno alla Regione Calabria essendo la compagna del governatore Oliverio, Sonia Tallarico in quanto dirigente generale del dipartimento “Turismo e Beni Culturali, Istruzione e Cultura” e Antonio Sicoli, direttore del Maon di Rende, sono accusati di concorso in turbata libertà di scelta del contraente. I tre, secondo l’ipotesi accusatoria, con collusioni e mezzi fraudolenti, avrebbero turbato il procedimento per l’affidamento di contributi gravanti sul Fondo Unico Cultura, eludendo l’obbligo di affidamento dei contributi mediante avviso pubblico, affidandoli direttamente, per la somma di 20mila euro, al Centro per l’Arte e la Cultura “Achille Capizzano” di cui Sicoli è direttore artistico.

Secondo i magistrati, in forza di un rapporto, la Toman avrebbe chiesto a Sicoli il materiale di una mostra sui futuristi già organizzata da quest'ultimo al fine di proporre al MOMA di New York di creare un collegamento tra gli artisti calabresi e l'esposizione in essere nel suddetto museo, in cambio secondo gli inquirenti Toman lo avrebbe presentato alla dirigente generale del settore Cultura, Sonia Tallarico, organizzando anche un incontro negli uffici della Regione, nel corso del qual secondo i magistrati, Sicoli avrebbe chiesto un contributo per l'organizzazione di alcune mostre concordato in 20.000 euro, contributo che sarebbe stato affidato direttamente, senza alcun avviso pubblico. Nel mirino della Procura è finito anche il bando per l'assegnazione dei fondi per i circuiti teatrali, la parte dell'inchiesta che vede indagati il presidente e i componenti della commissione di valutazione, Pasquale Giorgio Piraino, Angela Rotella e Giacinto Gaetano, il coordinatore dell'Avvocatura regionale Gianclaudio Festa, l'avvocato dell'Avvocatura regionale Dario Borruto, Marco Silani, direttore artistico della compagnia teatrale di Porta Cenere e Adriana Toman.

Oliverio: "Non comprendo perchè tanto accanimento"

"Io non mi sento politicamente assediato. Mi sento oggetto, piuttosto, di interventi ingiusti che, in parte, sono stati già evidenziati nella loro infondatezza dalla Cassazione prima e dal giudice per le indagini preliminari poi. Non comprendo le ragioni di questa ostinazione, di questo accanimento". Lo ha detto il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, rispondendo a Civita, a margine di un convegno, ad una domanda dei giornalisti sulle inchieste giudiziarie che lo riguardano. "Vorrei capire queste ragioni - ha aggiunto Oliverio - perché io non sono tra quelli che crede che ci siano atteggiamenti precostituiti della magistratura. Però constato che, appunto, sulla base di quello che gli organi giudicanti evidenziano, ci sono azioni, contestazioni che andrebbero, quanto meno, meglio valutate e approfondite prima di alimentare la gogna mediatica di cui io sono oggetto".

B.M.

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