Busta con proiettili a madre vittima di mafia, indagini dei carabinieri nel vibonese

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Vibo Valentia - Una busta contenente dei proiettili è stata recapitata questo pomeriggio all'abitazione di Acquaro, nelle Preserre Vibonesi, di Teresa Lochiatto, madre di Giuseppe Luzza, ucciso il 15 gennaio del 1994, riconosciuto vittima di mafia. La donna ha ricevuto la busta chiusa consegnata dal postino intorno alle 14.30 e alla vista dei proiettili si è subito messa in contatto con i carabinieri di Arena per sporgere denuncia.

Pino Luzza, fu ucciso poco più che ventenne, per essersi innamorato di una ragazza, sorella del boss Antonio Gallace, oggi all'ergastolo con sentenza resa definitiva dalla Corte di Cassazione. Il giovane fu ucciso brutalmente dai killer. Dopo essere stato stordito fu gettato in una buca, cosparso di benzina e bruciato insieme a dei tappetini di gomma d'auto e con i sicari che sparavano a turno. Il giovane scomparve il 15 gennaio 1994.

Il 21 marzo successivo il suo corpo fu ritrovato in una buca nella campagna di Dinami su indicazioni dell'esecutore materiale del delitto, nel frattempo diventato collaboratore di giustizia.

Napoli (Risveglio Ideale): "Solidarietà a famiglia, si attenzioni tutta provincia di Vibo"

Solidarietà a Teresa Lochiatto è stata manifestata dalla presidente dell'Associazione "Risveglio Ideale", l'ex parlamentare Angela Napoli che parla di "vile e perfido atto che rinnova lo strazio della signora Teresa per la perdita dell'amato figlio Pino. Siamo tutti vicini alla signora Teresa, a Matteo Luzza e alla sua famiglia e chiediamo con forza che venga attenzionata, con ogni forma utile, dagli organismi preposti, l' intera Provincia di Vibo Valentia dove è in atto un tentativo di creare terrore da parte di vecchie e nuove leve della 'ndrangheta locale".

Don Stamile (Libera Calabria): “Solidarietà a Tersa ochiatto e Matteo Luzza, il nostro impegno continua”

“Siamo alle solite! Ancora una volta un vile gesto intimidatorio. Ad essere preso di mira questa volta non è un rappresentante delle forze dell’ordine, un giornalista, un sacerdote, un esponente politico, ma la signora Teresa Lochiatto vedova Luzza, alla quale nel pomeriggio di ieri lunedì 21 maggio è stata recapitata una lettera anonima contenente tre proiettili di pistola e la foto del figlio Pino, vittima innocente, ucciso vent’anni orsono dalle cosche della ‘ndrangheta vibonese”. A dichiararlo Don Ennio Stamile, referente regionale Libera Calabria che aggiunge: “I componenti delle ‘ndrine sono capaci di tutto, anche di simili gesti inumani. Perché solo chi apparentemente ha sembianze umane, può essere capace di così atroce gesto: rievocare il dolore di un figlio ucciso, con la minaccia evidente che l’altro figlio, Matteo, da sempre impegnato in Libera, farà la stessa fine”.

“Alla signora Lochiatto, a Matteo Luzza, attualmente responsabile regionale del settore memoria di Libera Calabria, vanno la sincera vicinanza e solidarietà dell’intera rete di Libera regionale. – commenta ancora don Ennio Stamile - In Calabria c’è chi vuole impedire che continui il nostro impegno perché giovani, imprenditori, commercianti, giornalisti, sacerdoti, scuole, associazioni, sindacati, facciano fronte comune per impedire il dilagare della ‘ndrangheta”.

“C’è anche – prosegue - chi ritiene che con tali gesti intimidatori si ritorni ad un clima di paura e di omertà, che non ci si costituisca più parte civile nei processi di ‘ndrangheta o per richiedere il ristoro dei danni nei confronti dei carnefici”.

“Lo vogliamo ribadire con forza anche attraverso tale comunicato, - sottolinea - anche se lo faremo nei modi e nei tempi opportuni ad Acquaro: il nostro impegno continua, consapevoli che solo attraverso una cittadinanza attiva e responsabile, solo attraverso il riappropriarci del nostro passato - come insegnava Antonino Caponnetto  - potremmo riappropriarci anche dell’avvenire di questa nostra Terra”.

“Tale impegno, - conclude - sempre secondo colui che ha reso operativa l’idea del pool antimafia di Rocco Chinnici, va assunto “con decisione, fermezza, serenità, ma anche con amore e speranza”. Questo l’invito che rivolgiamo a tutti coloro i quali ritengono di doversi spendere per una Calabria libera dalla ‘ndrangheta dalla corruzione e da ogni forma di violenza e di sopruso”. 

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