Calabria: Giro di fatture false per avere fondi, tre denunciati

guardia_finanza_control_fatture

Reggio Calabria, 1 agosto -La Guardia di finanza di Reggio Calabria hanno denunciato tre persone per truffa ai danni di ente pubblico ed utilizzo ed emissione di fatture false. Le indagini, coordinate dal Procuratore della Repubblica di Palmi, Giuseppe Creazzo, e dal sostituto Sandro Dolce, hanno consentito di accertare che la società Comeca di Gioia Tauro, attraverso fatture e documenti falsi, ha ottenuto indebitamente un finanziamento pubblico per l'ampliamento della struttura produttiva già preesistente nella zona industriale del porto di Gioia Tauro. Due dei tre denunciati erano già destinatari di misura cautelare del divieto temporaneo di esercitare l'attività d'impresa. Le fatture false riguardavano operazioni inesistenti nei confronti della Comeca.

Gratteri: Aquino braccio armato

"Giuseppe Aquino può essere considerato il 'braccio armato' dell'omonima cosca mafiosa di Marina di Gioiosa Ionica". E' quanto ha detto il Procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, che ha coordinato le indagini dei carabinieri del Ros e del comando provinciale di Reggio Calabria che ieri hanno arrestato il latitante Giuseppe Aquino. "L'arresto di Aquino - ha aggiunto - è da ascrivere interamente al pressante controllo del territorio da parte dei carabinieri del comando provinciale, del Ros, dei 'Cacciatori' e dello speciale nucleo di stanza a Locri". Giuseppe Aquino, detto 'u pacciu', è stato condannato in primo grado a 3 anni e quattro mesi di reclusione nell'ambito dell'operazione 'Crimine', l'inchiesta che ha svelato gli assetti della 'Ndrangheta nel reggino ed a Milano. Aquino, che era latitante dal 2010, e' stato rintracciato in un bunker sotterraneo ricavato nell'abitazione della madre a Marina di Gioiosa Jonica. "Un luogo evidentemente ritenuto sicuro - ha proseguito Gratteri - da dove poteva proseguire la sua attività di coordinatore delle attività illecite del suo clan (gestione di alberghi, imprese edili e servizi pubblici), decapitato dopo la cattura del fratello Rocco. E' stata un'indagine classica fatta di pedinamenti e di monitoraggi ambientali e telefoniche, fino a che è stato valutato il momento opportuno per sorprenderlo dentro il nascondiglio. Gli Aquino sono tra i promotori, con i Coluccio, dei traffici internazionali di stupefacenti, di cocaina, tramite broker internazionali che agiscono, con grande disponibilità di denaro, per loro conto in Centro e Sud America. Grazie a quegli enormi introiti il gruppo Aquino ha scalato non solo le gerarchie della ndrangheta calabrese, ma è divenuto il centro di un sistema attorno a cui ruota una miriade di imprese 'pulite' nei più disparati settori dell'economia".

© RIPRODUZIONE RISERVATA