Calabria: minacce a Gratteri e pm Reggio, individuato presunto autore

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Catanzaro - La Guardia di Finanza di Reggio Calabria ha individuato il presunto autore di una serie di telefonate in cui di recente sono state rivolte minacce al procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri e al pm della Dda reggina Giuseppe Lombardo. Sono in corso una serie di perquisizioni per acquisire elementi di prova a carico dell' indagato. Si tratta di un operaio, Francesco Gennaro Triolo, 47 anni, risultato in contatto con soggetti ritenuti contigui a cosche di 'ndrangheta, che sarebbe l'autore di una serie di telefonate fatte alla stessa finanza ed ai carabinieri con minacce di morte per il pm della Dda Giuseppe Lombardo e per il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri. L'uomo lavora in un centro di distribuzione commerciale situato nelle vicinanze dell'abitazione di Lombardo.

L'attività investigativa è diretta dal procuratore della Repubblica di Catanzaro Vincenzo Antonio Lombardo. Le minacce ai due magistrati erano state rivolte in alcune telefonate giunte ai centralini di Reggio Calabria di Guardia di Finanza e Carabinieri. Sui motivi per i quali l'indagato ha rivolto le minacce a Gratteri e Lombardo vige, per il momento, il massimo riserbo.

Le telefonate con le quali sono state rivolte le minacce di morte ai pm di Reggio Calabria Gratteri e Lombardo, secondo la ricostruzione fatta dalla Guardia di Finanza, sono state effettuate da alcune cabine pubbliche. Nell'ambito delle indagini sono stati effettuati una serie di appostamenti e acquisiti riscontri che hanno consentito di raccogliere elementi di prova a carico della persona che risulta indagata della quale, al momento, non è stata resa nota l'identità, né le motivazioni del suo comportamento.

LE TELEFONATE DI MINACCE

Triolo, nel periodo tra novembre 2014 e gennaio 2015, ha effettuato 10 telefonate, tutte di breve durata, nella quali annunciava gravissime azioni minatorie ai danni dei magistrati della DDA reggina, utilizzando le seguenti frasi intimidatorie:

“E’ pronta la festa per il giudice Lombardo al parco Caserta"; "Siamo pronti ad uccidere il giudice Lombardo"; "Uccideremo il giudice Lombardo"; "Siamo pronti a uccidere Lombardo al parco Caserta"; "C'è una bomba al parco Caserta per il giudice Lombardo"; "Siamo pronti a uccidere il giudice Gratteri". Inoltre, con la seguente telefonata minatoria,  Triolo si spingeva oltre dimostrando di essere addirittura a conoscenza, in tempo reale, anche di particolari afferenti all’attività e ai movimenti del giudice Giuseppe Lombardo: "Ore 20.37 il giudice Lombardo è rientrato in casa". Attraverso gli incroci dei dati raccolti, l’attività di polizia giudiziaria eseguita dai finanzieri di Reggio Calabria ha consentito di ricostruire tutti i vari percorsi di Triolo e di localizzare le cabine telefoniche, dalle quali sono partite le telefonate, in viale Calabria, in via 25 Luglio e in piazza Garibaldi a Reggio.

Già nel 2010, alcuni giudici reggini erano stati oggetto di intimidazioni tramite il mezzo telefonico. Al tempo le telefonate annunciavano la presenza di bombe destinate al Procuratore Generale di Reggio Calabria, Salvatore Di Landro, e al consigliere di Corte di Appello, Francesco NERI. Le indagini condotte consentirono allora di individuare il fratello dell’odierno indagato Gennaro Francesco Triolo, ovvero Giuseppe Triolo, che fu accusato di aver effettuato le telefonate in questione nei confronti del quale fu richiesta una condanna a cinque mesi di reclusione. Lo scorso 29 marzo 2014, Giuseppe Triolo  è stato assolto con formula piena dal G.U.P. di Catanzaro per non aver commesso il fatto.

Pm: indagini per capire contesto

"Né svalutare, né sopravvalutare". Lo ha detto il procuratore della Repubblica di Catanzaro Vincenzo Antonio Lombardo commentando con i giornalisti la denuncia fatta dalla Guardia di finanza di Reggio Calabria a carico di Francesco Gennaro Triolo, 47 anni. L'uomo è stato filmato in più occasioni ed in varie zone della città mentre telefonava da cabine pubbliche ai centralini delle forze di polizia per annunciare imminenti attentati contro i pm della Dda di Reggio Giuseppe Lombardo e Nicola Gratteri.

"Stiamo lavorando - ha detto il procuratore Lombardo - per ricostruire luoghi e persone frequentati dal Triolo e verificare fino in fondo ogni aspetto dell'inquietante vicenda. Vogliamo comunque far comprendere a questi signori che siamo in grado di reagire efficacemente, così come lo è stato anche recentemente, quando è stata denunciata una persona che aveva effettuato minacce e intimidazioni nei confronti della dottoressa Tommasina Cotroneo. I corpi di polizia di stanza a Reggio Calabria stanno dimostrando grande professionalità e sagacia investigativa. È a tutti noto come a Reggio si respiri aria di 'ndrangheta anche quando si parla di argomenti effimeri. Ed è dunque chiaro che la nostra attività investigativa non dà fastidio soltanto alla 'ndrangheta ma anche a soggetti che si fanno asservire da modi di essere mafiosi. La giustizia, però, ha il compito di individuare con certezza, isolare e colpire per spegnere sul nascere il tentativo di strategie di disturbo che non avranno spazio".

"Avevamo messo sotto controllo il territorio in maniera asfissiante - ha detto il comandante provinciale della Guardia di Finanza Alessandro Barbera - dinanzi al continuo giungere di telefonate, almeno dieci, che annunciavano attentati e ritorsioni non solo contro il dottore Giuseppe Lombardo, ma anche contro il procuratore aggiunto presso la Dda, dottor Nicola Gratteri. Lavoriamo per capire i motivi e le eventuali ragioni di questo stillicidio di minacce per stroncare sul nascere ogni tentativo di condizionamento di iniziative tese a garantire la sicurezza e l'ordine pubblico". Nel corso della conferenza stampa è stato riferito che una delle telefonate era stata fatta sull'utenza dell'abitazione di Monasterace dove vive la madre del pm Giuseppe Lombardo, Lalla Diano, vedova dell'ex procuratore della Repubblica di Locri, Rocco Lombardo.

 

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