Calabria: Processo Marlane, tutti assolti anche Pietro Marzotto

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Paola - Tutti assolti, dal tribunale di Paola, 11 tra ex responsabili e dirigenti dello stabilimento Marlane di Praia a Mare, accusati, a vario titolo, di omicidio colposo per la morte di lavoratori dello stabilimento e di disastro ambientale. Tra gli imputati Pietro Marzotto. La Procura aveva chiesto condanne da 3 a 10 anni.

Secondo l'accusa, un centinaio di operai sarebbero morti nel corso degli anni per tumori provocati dall'inalazione dei vapori emessi nella lavorazione dei tessuti, in modo particolare nel reparto di tinteggiatura. I pm della Procura di Paola Maria Camodeca e Linda Gambassi, nella loro requisitoria del 21 settembre scorso, avevano chiesto la condanna più alta, 10 anni, per l'ex sindaco di Praia a Mare, Carlo Lomonaco, imputato in qualita' di ex responsabile del reparto tintoria. Per Pietro Marzotto l'accusa aveva chiesto invece a 6 anni di reclusione e la condanna anche di Silvano Storer, ex amministratore delegato del gruppo (5 anni); Jean De Jaegher (5 anni); Lorenzo Bosetti, ex sindaco di Valdagno (Vicenza) e consigliere delegato e vicepresidente della Lanerossi (5 anni); Vincenzo Benincasa (8 anni); Salvatore Cristallino (3 anni); Giuseppe Ferrari (4 anni e sei mesi); Lamberto Priori (7 anni e sei mesi); Ernesto Antonio Favrin (5 anni); e Attilio Rausse (3 anni e sei mesi). L'assoluzione era stata chiesta, invece, per Ivo Comegna per non aver commesso il fatto.

REAZIONI

Cgil: Sentenza ingiusta che sgomenta

"La sentenza di ieri del Tribunale di Paola nel processo Marlane, fabbrica tessile nel Comune di Praia a Mare, ci lascia sgomenti". Lo affermano, in una nota congiunta, la segreteria regionale della Cgil Calabria e quella comprensoriale Pollino-Sibaritide-Tirreno in relazione all'assoluzione di 12 tra ex responsabili e dirigenti della Marlane, accusati, a vario titolo, di omicidio colposo per la morte di lavoratori dello stabilimento e di disastro ambientale.

"La Cgil, nell'esprimere vicinanza ed affetto ai familiari delle vittime - prosegue la nota - ritiene che vada data giustizia ai 107 lavoratori che negli anni sono deceduti. Nel dibattimento, dalle varie testimonianze, erano emerse in maniera inconfutabile le responsabilità ed omissioni dell' Azienda. Per queste ragioni il territorio si aspettava verità e giustizia. La Cgil, nel pieno rispetto del lavoro della magistratura, è in attesa di conoscere le motivazioni della sentenza che comunque ritiene ingiusta".

"La Cgil - conclude la nota - valuterà nel merito le argomentazioni della sentenza, condizione indispensabile per dare continuità alla battaglia e dare giustizia alle vittime ed ai loro familiari. Non ci fermeremo e ci mobiliteremo assieme alle tante associazioni ed ai tanti cittadini nel territorio e nel Paese".

 

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