Dda Catanzaro chiede rinvio a giudizio per Antonio Notarianni, l’accusa è calunnia a finanziere

Guardia-di-finanza-Lamezia_notarianni_antonio2.jpg

Catanzaro - Il Procuratore della Repubblica Antonio Vincenzo Lombardo ed il sostituto Procuratore Elio Romano, della Direzione Distrettuale Antimafia, hanno chiesto il rinvio a giudizio per Antonio Notarianni, ritenuto affiliato all’omonimo gruppo della ‘ndrangheta lametina, facente capo a Francesco Giampà detto “il professore”. Secondo i magistrati della Procura della Repubblica di Catanzaro, Antonio Notarianni (detto “zorro” o “mastro Antonio”), il giorno 29 luglio 2014, su interrogatorio al Gip di Catanzaro Abigail Mellace, a seguito del suo arresto nell’operazione Perseo, aveva accusato il brigadiere della finanza Vito Margiotta, comandante del Nucleo Mobile del Gruppo Guardia di Finanza di Lamezia Terme, di aver costretto due imprenditori a rilasciare le dichiarazioni che avevano consentito d’ indagare e far trarre in arresto Notarianni per estorsione nell’ambito dell’operazione Perseo e per il reato di associazione mafiosa ed usura nell’operazione Medusa. La Dda catanzarese, a fronte delle dichiarazioni rese dal Notarianni nel corso del suo interrogatorio, lo ha immediatamente iscritto nel registro degli indagati ravvisando nelle sue affermazioni “il reato di calunnia a danno del sottufficiale della Guardia di Finanza”. Secondo i magistrati inquirenti, infatti, uno degli imprenditori cui faceva riferimento l’imputato non era stato neppure interrogato dal brigadiere Margiotta, uno degli investigatori di cui si è avvalsa la Dda di Catanzaro nell’abito delle operazioni Medusa e Perseo, per cui le accuse a Notarianni sono state smentite dagli atti.
 
In relazione al secondo imprenditore che, secondo l’imputato, era stato costretto a rilasciare dichiarazioni pregiudizievoli nei confronti di Antonio Notarianni, corrisponderebbe al vero che era stato interrogato dal brigadiere Margiotta ma l'imprenditore nel verbale di sommarie informazioni innanzi alla Guardia di Finanza del 30.12.2010, fa delle parziali ammissioni del tutto generiche circa i suoi rapporti economici con Notarianni Antonio, e fa ammissioni solo dopo che gli investigatori gli ponevano in visione la documentazione, consistente in assegni bancari e rapporti commerciali esistenti tra la persona che veniva interrogata ed i Notarianni, con particolare riferimento a Notarianni Antonio. Secondo la Dda, quindi, l’infondatezza delle accuse del Notarianni emergerebbe dagli stessi atti di polizia giudiziaria contenuti ai fascicoli Perseo e Medusa. Il Gip del Tribunale di Catanzaro ha fissato l’udienza preliminare per il prossimo 2 marzo 2015: in quella data il giudice deciderà sulla richiesta di rinvio a giudizio avanzata dai magistrati della Dda".

© RIPRODUZIONE RISERVATA