Denunciate otto persone e sequestro beni per 500.000 euro a Nocera Terinese

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Lamezia Terme – La Guardia di Finanza di Lamezia Terme ha eseguito questa mattina un sequestro preventivo di beni immobili, per un valore di circa 500.000 euro, disposto dal Gip Carlo Fontanazza del tribunale di Lamezia, su richiesta della Procura della Repubblica nella persona del sostituto procuratore Santo Melidona e scaturita da indagini condotte dalle fiamme gialle. Il provvedimento di sequestro ha coinvolto, fra l’altro, un immobile sede di un noto “bar”, a Nocera Terinese ed anche il terreno adiacente di pertinenza; contestualmente, sono state notificate dai finanzieri ai due gestori del bar "Hope" ed a sei funzionari pubblici “pro tempore” del Comune altrettante informazioni di garanzia. Le accuse sono per tutti di abuso di ufficio in concorso ed ai due imprenditori è stato contestato anche il reato di falso ideologico. I provvedimenti sono scaturiti dalle indagini della guardia di finanza diretta dal colonnello Fabio Bianco, che hanno permesso di approfondire le anomalie - ritenute tali anche dalla magistratura - della procedura di vendita degli immobili oggi sequestrati, che erano di proprietà comunale e che l’Ente aveva alienato negli anni scorsi. I finanziaeri hanno ribattezzato questa operazione “Hopless", vale a dire "senza speranza", proprio dal nome del bar che tradotto "hope" significa "speranza".

GLI INDAGATI

Ferlaino Luigi, nella sua qualità, all’epoca dei fatti, di sindaco e responsabile del servizio tecnico finanziario del comune di Nocera Terinese;

Rocca Gaspare, nella sua qualità, all’epoca dei fatti, di componente della giunta comunale,  attualmente sindaco del paese;

Macchione vincenzo, all’epoca dei fatti, di componente della giunta comunale;

Russo Saverio, nella sua qualità, all’epoca dei fatti, di componente della giunta comunale;

Vocaturo Michele, nella sua qualità, all’epoca dei fatti, di componente della giunta comunale;

Amatruda Felicia Angela, nella sua qualità, all’epoca dei fatti ed anche attualmente, di segretario comunale del comune di Nocera Terinese;

Macchione Gregorio,  commerciante;

Macchione Federico, 30 anni, commerciante.

In particolare, è emerso dalle investigazioni dei militari che i pubblici amministratori “pro tempore” del comune di Nocera Terinese, assieme ai due imprenditori indagati, stabilendo la cessione degli immobili, avrebbero predisposto per l’alienazione una procedura che prevedeva, fra l’altro, che se i beni fossero stati acquistati dai due imprenditori (cosa poi avvenuta), questi avrebbero potuto richiedere la detrazione di eventuali costi sostenuti per la ristrutturazione; per contro, nel caso in cui il bene fosse stato acquistato da soggetti diversi da quelli che li avevano in locazione, gli stessi acquirenti avrebbero dovuto rifondere i due imprenditori degli eventuali costi manutentivi straordinari effettuati.  In questo contesto, i funzionari pubblici indagati hanno concesso ai locatari - in modo ritenuto dagli inquirenti abusivo - di esibire, a giustificazione dei costi di ristrutturazione, una perizia giurata in alternativa all’ ordinaria documentazione contabile e fiscale. È stata proprio questa la clausola che, anche secondo l’autorità̀ giudiziaria, avrebbe indebitamente favorito gli acquirenti-conduttori (unici partecipanti al bando di alienazione dell’immobile). Questi, infatti, in virtù delle condizioni di vendita, sarebbero stati agevolati nel presentare documentazione artefatta per dichiarati, ma non riscontrati, lavori di ristrutturazione degli immobili, ottenendo un’ingiustificata riduzione del prezzo dei beni da 300.000 euro circa a  137.763,69 euro con un indebito “risparmio” - a danno delle casse comunali di Nocera Terinese - di oltre 160.000 euro.

La guardia di finanza ha dovuto ricostruire cronologicamente le vicende amministrative che hanno connotato l’affidamento in locazione degli immobili oggetto d’ indagine a vari soggetti succedutisi nel tempo. Inoltre, accertato che tutti i locatari avevano fittato l’immobile per adibirlo ad attività̀ commerciale, i finanzieri hanno dovuto esaminare i documenti contabili di tutti gli imprenditori interessati per poter appurare che - di fatto - nessuno di essi aveva mai effettuato lavori di ristrutturazione per importi come quelli asseriti dai commercianti indagati, che hanno poi definitivamente comprato i beni. Tra l’altro, gli acquirenti dell’immobile avrebbero documentato i presunti costi di ristrutturazione non con documenti contabili e fiscali, ma proprio a mezzo di una perizia giurata (permessa in modo anomalo dal citato bando comunale di vendita), risultata ideologicamente falsa sulla base delle investigazioni. Per tale ragione, agli acquirenti dei beni sarebbe stato contestato anche il reato di falso ideologico. L’autore della falsa perizia, invece, nel frattempo, è deceduto.

Il pubblico ministero, infine, ha invitato tutti gli indagati a presentarsi alla guardia di finanza per l’interrogatorio, pertanto, nei prossimi giorni, le persone interessate dall’inchiesta, accompagnate dai loro difensori, sfileranno dinanzi agli inquirenti per rendere la loro versione sui fatti, laddove non si avvarranno della facoltà di non rispondere. L’operazione odierna rientra in un più vasto dispositivo di tutela della spesa pubblica, coordinato dal comando provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro al comando del generale B. Antonio De Nisi.

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