Dirty Soccer, procuratore Lombardo: abbiamo disinquinato mondo calcio - VIDEO

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di Virna Ciriaco.

Lamezia Terme – Dopo l’operazione Andromeda di cinque giorni fa ecco una nuova operazione con al centro la cosca Iannazzo. Questa volta si tratta di tentacoli nel mondo dello sport, del calcio in particolare. Dirty Soccer, (calcio sporco) hanno chiamato quest’operazione che ha condotto a 50 arresti e oltre settanta indagati. Tra questi arrestati anche il ds della Vigor Lamezia, fresco di rinnovo di qualche settimana fa. Tra gli indagati anche l’attuale presidente della Vigor, Claudio Arpaia, nominato di recente consigliere di Lega Pro. Un nuovo terremoto che coinvolge le serie minori ma che potrebbe avere ulteriori seguiti, almeno così come fatto intendere durante la conferenza stampa tenuta oggi a seguito dell’operazione. Un’indagine durata mesi ma con la necessità di dover agire subito dopo l’ordinanza Andromeda di cinque giorni fa per pericolo di fuga e perché ancora in corso la gara dei play off dove sono protagoniste anche squadre coinvolte. A seguire le indagini, ancora una volta, il pm Elio Romano, assente quest'oggi, che aveva già firmato l'ordinanza Adromeda e, in cotemporanea, sta seguendo i processi Medusa e Perseo. Una situazione, quella che emerge da Dirty Soccer che sia magistratura che forze dell’ordine hanno sottolineato fa pulizia su un sistema malato ma che, dall’altra parte, “offende” tifosi e società oneste che credono ancora nel gioco del calcio.

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Questore Racca: organizzazione criminale volta ad alterare risultati e percepire guadagni illeciti

“Con i numerosi provvedimenti di fermo in varie città italiane abbiamo riscontrato come le attività illecite relative al calcioscommesse sono ancora molto fiorenti, anche in paesi stranieri. Le indagini hanno consentito di smantellare un’organizzazione criminale che, grazie  alla complicità di dirigenti, calciatori, tesserati e non, aveva messo in piedi un’attività criminosa volta ad alterare i risultati e con un ritorno economico di ingenti illeciti guadagni. Il fenomeno legato alle scommesse nel mondo dello sport è un problema, nonostante varie iniziative intraprese, non ancora risolto”.

Procuratore Dda Lombardo: Palazzi ha chiesto ulteriori informazioni per poter procedere

"Si tratta di un’indagine sviluppata nel giro di sette/otto mesi, un’indagine clamorosa che interessa tutti gli italiani ma, se permettete da calabrese, visto che interessa la cosca Iannazzo è anche più importante. Questo perché tale procedimento nasce all’interno dell’indagine sulla cosca Iannazzo. Noi abbiamo delle captazioni, dei monitoraggi in cui c’è Pietro Iannazzo che entra in contatto con soggetti del Neapolis, squadra di serie D, e partendo da qui estendiamo le captazioni ad altri soggetti e scopriamo che esistono due associazioni per delinquere finalizzata alla frode sportiva aggravate dall’articolo 7 con Pietro Iannazzo e dai dirigenti del Neapolis. Si tratta di una serie di partite e anche altra associazione a delinquere in soggetti dirigenti del Pro Patria. Così attenzioniamo anche il campionato di Lega Pro e scopriamo anche qui una serie di partite oggetto di combine. Tutto questo va ben oltre l’attenzione sulle combine. Perché troviamo soggetti che tramano per estendere combine anche ad altre partite di campionato cadetto e anche a maggiore livello. La cosa più importante è che spesso i finanziatori sono soggetti stranieri. Tre sloveni che finanziano e soggetti pericolosi oggetto di attenzione nei loro paesi con l’aggravante del reato transnazionale oltre all’articolo 7. C’è anche un albanese minacciato e sequestrato che ha preso molti soldi in prestito per finanziare alcuni soggetti ma che poi le cose non avevano reso come sperato. Non potevamo agire prima dell’ordinanza sulla cosca Iannazzo ma dovevamo agire adesso prima della fine del campionato. Sappiamo che altre procure d’Italia hanno altri spezzoni. Ma siamo stati i primi a partire proprio da Lamezia e dalla cosca Iannazzo. E potevamo farlo solo adesso e non prima con il rischio che dovevamo agire. C’è da dire, infine, che il procuratore federale Palazzi ha chiesto di conoscere ulteriori informazioni per poi poter procedere. Con questa operazione abbiamo contribuito a disinquinare questa situazione e questo ambiente relativo al calcio”.

Procuratore aggiunto Bombardieri: non potevamo agire prima di arresti cosca Iannazzo. Attività ancora oggetto d’attenzione

“C’è da dire che tutto quello che era alla base di minacce vedeva sempre protagonisti i calabresi, ci sono intercettazioni in cui si parla di ‘i miei amici calabresi’”. Da qui siamo partiti e questo ci ha sostenuto nel nostro progetto investigativo. Vi è la capacità d questi soggetti di intervenire in campionato di Lega Pro e serie D. Quello che ha fatto emergere questa indagine è la sistematicità di alcuni soggetti titolari di ruoli  quali Mauro, Carluccio della Pro Patria che erano disponibili a vendere i risultati della loro squadra. Moltissime squadre, poi ci sono siparietti che abbiamo potuto cogliere che veramente fanno pensare come la partita combinata con la verifica del risultato sperato ed i soggetti gioiscono non solo del risultato sconfitta ma si rimprovera chi della squadra aveva partecipato legalmente. C’è interessamento alle combine anche in Romania non occasionalmente ma sistematicamente. C’era anche soggetto che aveva detto ai genitori di andare in banca per prendere tutto quello che aveva sul conto ed investirlo poi in scommessa. C’erano anche altri sport come eventi di tennis nel Quatar o i quarti di basket in terra straniera così come una partita di serie A in Cina. C’era capillarità e le capacità sportive venivano svendute per ottenere risultato. Tentennare con questa operazione dopo arresti della cosca Iannazzo poteva avere pericoli poi di non realizzazione. Abbiamo monitorato tutto quello che era possibile monitorare. Tra le conversazioni captate c’è Iannazzo che parlando del presidente del Neapolis dice ha ‘squadra di babbi’ e ‘non ha capito che per salire dovrà pagare’. L’indagine è poi progredita sempre più coinvolgendo anche il direttore sportivo dell’Aquila, Pro Patria e in collegamento con soggetti serbi dove alcuni contatti vanno a buon fine ed altri no. Abbiamo il conforto e riscontro sulla base di numerose intercettazioni. C’erano ancora combine in corso ora che siamo intervenuti. Era evidente mettere un punto ma non potevamo agire prima dell’ordinanza di Iannazzo. Avevamo necessità di stoppare attività illecita che è ancora oggetto d’attenzione”.

Direttore Sco Cortese: ora altri organismi dovranno intervenire affinchè questi fatti non accadano più

“Protagonisti di questa operazione sono gli uomini e le donne della squadra mobile. Oggi interveniamo per reprimere condotte criminose va da sé che ci sono sentimenti contrastanti di amarezza e soddisfazione. Soddisfazione per il brillante risultato perché c’erano molti soggetti che combinavano le partite anche con la ‘ndrangheta del clan Iannazzo. Oggi riusciamo a raccontare questo potere criminale nel mondo dello sport e del calcio. Un sapore amaro, perché questa inchiesta demotiva intere generazioni che seguono la propria squadra come tifosi e che oggi vedono e leggono questi risultati, ossia come i protagonisti del calcio abbiano disatteso e mortificato i tifosi nell’illusione della purezza del calcio e dello sport. La nostra parte l’abbiamo fatta, ora altri organismi dovranno prendere consapevolezza e spunti per poter intervenire affinchè questi fatti non debbano più accadere”.

Ruperti dirigente Squadra Mobile: la forza di Iannazzo per alterare partite

“Le persone alle mie spalle hanno trascritto diecimila intercettazioni utili, conversazioni che duravano anche 40 minuti. Le indagini partono da Pietro Iannazzo ed i suoi contatti con il presidente del Neapolis ed il direttore Ciaccarone. C’era la forza di Iannazzo su territorio e attraverso la sua forza c’erano alterazioni di risultati e cobine sportive tese a far vincere Neapolis. Quest’anno voleva vincere senza giocatori ‘vuole vincere con squadra di babbi’, diceva Iannazzo. Ma fine ultimo non è solo quello di far vincere il presidente del Neapolis il campionato. Tenete presente che al capo di imputazione, oltre alla frode sportiva la norma sancisce e punisce nel nostro ordinamento giuridico anche la corruzione tra privati. E viene sanzionata con una pena che, per i reati verso i quali siamo intervenuti, arriva fino a 9 anni per frode sportiva. C’è da dire che in questo sottobosco delle scommesse del calcio si conoscono tutti e tra loro conoscono gli altri imbroglioni. Ci sono soggetti che ci hanno portato in un mondo sofisticato di scommesse, dalla Serbia a Malta e persone che prendono soldi dalla Russia che ancora non siamo riusciti ad identificare. Vanno con i finanziamenti a giocare sulle  partite e le alterano. Il capo di imputazione gli contesta la truffa. Perché chi è andato a vedersi una partita di calcio ed ha acquistato il biglietto, così come le altre società che non sono coinvolte, possono farsi valere su truffa. Vendevano partite con 5.000 euro. Per Di Lauro e direttori sportivi il fine era sempre il lucro sulle partite. Ad esempio c’è socio occulto Mauro della Pro Patria che stanno in società solo per vendersi partite e figlio gioca e si vende partite. Gente come Di Nicola Ercole che stanotte non l’abbiamo trovato a casa ma al casinò di Venezia. Abbiamo un magazziniere del Sant’Arcangelo  che controllava lo spogliatoio. Tante combine. L’Aquila, Pro Patria.  Mauro Ulizio propone, ad esempio, a presidente Monza combine per pagare i debiti. Le loro mire espoansionistiche erano verso campionati diversi Anche in partite di serie B hanno provato ad alterare. Lo abbiamo segnalato ma non abbiamo individuato dall’altra parte il contatto.  I soldi a partita andavano dai 50.000 e fino ai 150.000 euro. Per esserci delitto basta ci sia offerta a partecipante operazione sportiva. Da quel momento in poi si è consumato delitto. Al ds Maglia si contestano le partite Barletta-Catanzaro e Barletta-Vigor Lamezia. Coinvolti anche dirigenti, e un dirigente ed un calciatore del Catanzaro. Le perquisizioni sono state effettuate sia nella sede del Sambiase Calcio che della Vigor Lamezia calcio. C’è anche Poliziotto in forza alla Questura di Ravenna, uomo di fiducia di Fabio Di Lauro. Anche lui ha giocato su partite. Indagini continuano e si saprà quando le avremo concluse”.

Grassi (Sco): Contiguità mondi diversi con comune interesse per arricchimento illecito

“In questa operazione c’è valore indagine e disvalore del mondo sportivo nelle persone raggiunte da fermo e che sono state indagate. C’è promiscuità dei soggetti coinvolti, contiguità in mondi diversi con comuni interessi tesi all’arricchimento illecito ed illegale. Non sono solo dei singoli episodi ma c’è un sistema di corruzione che offende chi crede nella bontà del calcio e crede a chi correttamente va a vedere partite e scommette in modo legale”.

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