Disposte visite ispettive nel carcere dove lavorava la giovane agente calabrese Sissy Trovato

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Roma – Le attività di indagini per arrivare alla verità sulla morte di Sissy Trovato Mazza agente penitenziaria, deceduta lo scorso 12 gennaio proseguono e sono incrementate con la disposizione, da parte dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, di una visita ispettiva amministrativa presso la casa di reclusione femminile di Venezia Giudecca, dove l’agente prestava servizio. La notizia giunge dal sottosegretario alla giustizia Vittorio Ferraresi il quale rispondendo all’interpellanza portata in parlamento dal deputato Francesco Cannizzaro, fa sapere che: “Al fine di non lasciare inesplorato alcun aspetto che potesse costituire alcun dubbio suscettibile di approfondimento sono stati demandati agli inquirenti ulteriori accertamenti istruttori tra gli altri sono stati disposti accertamenti medico-legali, balistici, informatici, genetici  – e ancora – l’acquisizione di ulteriori sommari informazione e controlli sul traffico telefonico della vittima – aggiunge – sotto altro profilo il dipartimento dell’ amministrazione penitenziaria ha disposto nei giorni scorsi, giorno 11 e 14 febbraio l’espletamento di una visita ispettiva amministrativa presso la casa di reclusione femminile di Venezia Giudecca previa nulla osta dell’autorità giudiziaria requirente”.

Francesco Cannizzaro ha, infatti, portato in Parlamento la vicenda di Sissy Trovato Mazza agente penitenziaria calabrese deceduta il12 gennaio scorso dopo due anni di agonia: era in stato vegetativo a causa di un colpo di pistola alla testa ed era stata trovata in fin di vita, a novembre del 2016, in un ascensore dell'ospedale di Venezia, chiedendo di far luce sulla vicenda con un’intensificazione delle indagini.

Il sottosegretario ha accolto l’interpellanza e ha aggiunto: “L’equipe ispettiva delegata ha ricevuto l’incarico di espletare tutti gli accertamenti necessari diretti in particolare alla ricostruzioni delle relazioni correnti tra l’agente Sissy Trovato e il contesto organizzativo e gestionale della struttura penitenziaria – e aggiunge - nonché di verificare i presupposti e gli esiti dei procedimenti disciplinari a cui risultava sottoposta la Trovato Mazza ed ogni altra circostanza utile riconducibile all’agente penitenziaria in relazione all’ambiente di lavoro – e precisa - deve concludersi quindi che è stato attivato in esame ogni strumento utile alla ricerca della verità qualunque essa dovesse risultare diversa dall’ipotesi del suicidio, attualmente formulata dall’autorità inquirente, dovrà quindi attendersi la conclusione delle disposte attività di approfondimento per giungere ad ulteriori valutazioni relative alla causa della morte dell’agente”.

A conclusione del suo intervento lancia un appello: “Sento il dovere di confermare il mio invito a parlare senza timore alcuno, invito che rivolgo e ho rivolto a chiunque sia in possesso di ogni utile informazione per ricostruire la verità”.

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