Donna uccisa a Cetraro, cognato confessa: "L'ho colpita"

donna-uccisa-cetraro.jpgCetraro (Cosenza) - Sarebbe stato il cognato ad uccidere Anna Giordanelli, la dottoressa colpita con un colpo di piede di porco alla testa mentre faceva jogging a Cetraro, nel cosentino. L'uomo, Paolo Di Profio, il cui fermo é stato disposto dalla Procura della Repubblica di Paola, è l'ex marito della sorella della vittima. In un primo moneto ha negato ma, messo alle strette dopo ore e ore di interrogatorio, Paolo Di Profio, 46 anni, infermiere, alla fine é crollato ed ha confessato l'omicidio della cognata Anna Giordanelli, medico di base di Cetraro. Il movente del delitto, secondo quanto é emerso dalle dichiarazioni di Di Profio agli inquirenti, è legato alla fine del suo matrimonio con la sorella della vittima. Una separazione non accettata dall'uomo che, esasperato dalla situazione venutasi a creare, si è recato sulla strada che la donna frequentava abitualmente per fare jogging e l'ha avvicinata. I due hanno iniziato a parlare ed al culmine della discussione l'uomo ha afferrato un piede di porco con cui ha colpito la cognata al cranio, uccidendola. L'omicidio non ha avuto testimoni.

Paolo Di Profio è stato poi condotto in carcere. Nei confronti di lui i carabinieri hanno eseguito un decreto di fermo emesso dalla Procura della Repubblica di Paola, diretta da Bruno Giordano. Il provvedimento scaturisce dagli elementi emersi dall'indagine condotta dai carabinieri e dall'esito dell'interrogatorio cui Di Profio é stato sottoposto per ore nella caserma della Compagnia di Paola dell'Arma. L'accusa nei confronti di Di Profio é di omicidio volontario aggravato.

Di Profio non risponde a pm. Avvocato: "Il fermo del mio assistito é solo identificativo"

Paolo Di Profio si é avvalso della facoltà di non rispondere davanti al pm della Procura della Repubblica di Paola che lo ha sottoposto ad interrogatorio. Lo ha riferito l'avvocato Sabrina Mannarino, difensore di Di Profio. L'infermiere, dunque, secondo il suo legale, non ha confermato davanti al magistrato le ammissioni circa le sue responsabilità nell'omicidio che aveva fatto, secondo quanto riferito dagli investigatori, con i carabinieri. Ammissioni che, secondo l'avvocato Mannarino, non sono utilizzabili per formalizzare l'accusa a suo carico perchè non confermate davanti al magistrato. Di Profio, comunque, é ancora trattenuto per accertamenti nella caserma dei carabinieri della Compagnia di Paola che conducono le indagini sotto le direttive della Procura della Repubblica. "Il fermo del mio assistito é solo identificativo - ha affermato l'avvocato Sabrina Mannarino. A carico di Di Profio, dunque - ha aggiunto il legale - non é stato emesso al momento, né tanto meno é stato eseguito, alcun provvedimento di fermo da parte della Procura della Repubblica. Il mio assistito, dunque, allo stato, riveste soltanto la qualità di indagato".

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