Fallita società rifiuti: 8 a processo, anche consigliere Pd

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Vibo Valentia - Sono otto le persone rinviate a giudizio per la bancarotta della Proserpina spa, società pubblico-privata fallita nel 2008 che si occupava della raccolta dei rifiuti a Vibo e in diversi comuni della provincia. Tra loro c'è il consigliere regionale Michele Mirabello, segretario provinciale del Pd, in qualità di ex componente del consiglio d'amministrazione della società mista. Il gup, Lucia Monaco, ha disposto il processo anche per i due revisori dei conti dell'azienda, Giuseppe Betrò e Giandomenico Pata; per l'ex sindaco di Vibo ed ex assessore provinciale Giuseppe Ceravolo, e per gli ex amministratori della "Proserpina", Domenico Scuglia, Gino Citton, Marcella De Vita e Ciro Orsi. Erano già state stralciate, invece, le posizioni di Domenico Naso, Michelangelo Petrolo e Francesco Pantano.

La curatela fallimentare della società si è costituita parte civile ed è rappresentata dall'avvocato Enzo Cantafio. L'accusa è di bancarotta fraudolenta. Le persone rinviate a giudizio sono accusate di avere evitato la liquidazione falsando, tra il 2004 e il 2007, i bilanci della società - il cui passivo quantificato ammonterebbe a 10 milioni di euro - e ottenendo finanziamenti dal Commissario per l'emergenza ambientale. Una parte di questi fondi, secondo gli inquirenti, sarebbe stata trasferita ad altre società costituite dagli stessi soci privati della Proserpina. La prima udienza del processo è stata fissata per il 5 maggio.

Mirabello: fiducia in magistratura

"La notizia del rinvio a giudizio del sottoscritto in relazione al procedimento apertosi a seguito del fallimento della società Proserpina spa, pur amareggiandomi profondamente, non ha minimamente scalfito la mia profonda ed incondizionata fiducia nella magistratura". Lo afferma, in una dichiarazione, il consigliere regionale del Pd Michele Mirabello, segretario provinciale di Vibo Valentia del partito.

"Sono certo che nel processo che si aprirà - prosegue Mirabello - verrà dimostrata la mia totale estraneità rispetto ai fatti che mi vengono contestati, rilevando peraltro che, per quanto mi riguarda, risalgono all'esperienza di consigliere d'amministrazione della società nel biennio 2004-2005 ed alla votazione del bilancio 2005. Dimostrerò tutto nel corso del processo. Sono convinto, insieme agli altri amministratori, che l'azione in quella veste e in quella fase, fu mirata esclusivamente alla salvaguardia del patrimonio della società, al risanamento della medesima ed al recupero dei crediti. Per come peraltro evidenziato dal curatore fallimentare, vorrei rilevare sin d'ora che le cause del dissesto della Proserpina siano da ricercarsi altrove, anche in considerazione del fatto che, nel 2010, a ben sei anni dalla mia fuoriuscita dal Cda, la società fallì con oltre 7,5 milioni di euro di crediti da riscuotere".

"Sono anche sicuro - conclude Mirabello - che ogni circostanza verrà vagliata dai giudici in maniera approfondita e che, conseguentemente, la mia personale posizione verrà chiarita in maniera definitiva".

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