Femminicidio nel Messinese: l'amore per la vita e la medicina della giovane studentessa uccisa dal fidanzato

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Messina - "Ora più che mai bisogna dimostrare responsabilità e amore per la vita. Abbiate Rispetto di voi stessi, delle vostre famiglie e del vostro Paese. E ricordatevi di coloro che sono quotidianamente in Corsia per curare i nostri malati. Rimaniamo uniti, ognuno nella propria casa. Evitiamo che il prossimo malato possa essere un nostro caro o noi stessi". Così scriveva, alcuni giorni fa, in piena emergenza coronavirus, il suo amore per la vita, Lorena Quaranta, studentessa in medicina stragolata e uccisa dal suo compagno, Antonio De Pace, originario del Vibonese, collega all'università di Messina. Amava il suo futuro di medico. L'Italia protetta in un abbraccio da un medico: è la foto simbolo di questa emergenza sanitaria che aveva postato sul suo profilo Fb.

Sulla copertina della pagina social, i suoi occhioni grandi e pieni di futuro sopra la mascherina. Articoli di giornale sulla guerra combattuta dai medici, decine dei quali morti nella trincea dell'epidemia. E gli amici scrivono tra dolore e rabbia: "Riposa in pace angelo nostro".

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