Impedisce a due giovani di uscire da casa sotto minaccia di un fucile, arrestato 53enne ad Amantea

Senza-titolo-1-01162018-095345.jpg

Amantea (Cosenza) - Nella serata di ieri i Carabinieri della Compagnia di Paola hanno arrestato F.A., 53enne incensurato di Amantea, con l’accusa di sequestro di persona e minaccia aggravata dall’uso delle armi ai danni di una giovane 28enne e del suo fidanzato 30enne, protagonisti di un vero e proprio incubo. La giovane ragazza, in compagnia del fidanzato, si era presentata presso l’abitazione del 53enne per provare, per l’ennesima volta, ad ottenere il compenso di una pregressa collaborazione lavorativa tra i due, riferita al mese di settembre 2017. Il 53enne, dopo aver convinto con una scusa i due giovani ad entrare in casa ed a sedersi in salotto, spostatosi in un’altra stanza, avrebbe fatto ritorno imbracciando un fucile a pompa carico. L’arrestato, a questo punto, dopo essersi posizionato davanti alla porta di ingresso per impedire la fuga ai due ragazzi, forte della disponibilità di un’arma da fuoco carica, avrebbe iniziato a minacciare di non farli uscire e che per loro sarebbe finita male.

Solo una momentanea distrazione dell’uomo, forse causata dall’arrivo della moglie, ha permesso alla ragazza di raggiungere la porta d’ingresso della casa e darsi alla fuga. Ci sono voluti altri quindici minuti affinché il 53enne, probabilmente temendo che la ragazza potesse allertare le Forze dell’Ordine, lasciava andare anche il fidanzato. I Carabinieri della Stazione di Amantea, intervenuti tempestivamente sul posto a seguito di richiesta dei due giovani, una volta ricostruita la vicenda, traevano in arresto F.A. con l’accusa di sequestro di persona, minacce aggravate dall’uso delle armi e detenzione abusiva di armi da fuoco. La perquisizione domiciliare dell’abitazione dell’uomo, infatti, consentiva di rinvenire sottoporre a sequestro n. 3 fucili, di cui 2 illegittimamente detenuti, e quasi un centinaio di munizioni. L’arrestato, terminate le formalità di rito, su disposizione del Sostituto Procuratore di turno presso la Procura della Repubblica di Paola, è stato tradotto in regime di arresti domiciliari presso la sua residenza, in attesa della celebrazione dell’udienza per direttissima nel corso della quale, nella mattinata odierna, ne è stato convalidato l’arresto.

Legale: "Nessuna minaccia e sequestro da parte mio assistito"

L'avvocato Paola Napolitano, difensore con l'avv. Salvatore Politano, di F.A., imprenditore accusato di sequestro di persona ai danni di una giovane coppia, interviene con una nota sulla vicenda accaduta ad Amantea. "Il mio assistito - afferma il legale - è stato vittima di un vero e proprio tentativo di estorsione messo a punto dalla coppia. Il 14 gennaio scorso i due soggetti, dopo diverse e precedenti telefonate vessatorie e minacciose del tipo 'ti veniamo a prendere a casa.. sappiamo dove abiti', iniziate sin dall'ottobre dello scorso anno, si sono presentati nell'abitazione di F.A., con il pretesto di un precedente rapporto di lavoro intercorso tra l'imprenditore e la donna e terminato con il mancato superamento del periodo di prova. Da subito sono partite le insistenti richieste di denaro da parte della donna sotto la minaccia che sarebbe successo 'qualcosa di cattivo'...'che sarebbe finita male' in caso non avesse provveduto al pagamento. Le fa da spalla l'amico, indicato dalla stessa come personaggio di cui aver timore, e che già, nelle passate telefonate, si era presentato con il nome di un noto pregiudicato".

"Il mio assistito, preoccupato per la propria incolumità fisica e di quella dei suoi familiari - prosegue la nota - presenti all'interno dell'abitazione, incalzato dalle minacce decide di prendere e poggiare in bella vista sul divano del salotto il fucile del padre, al fine di scoraggiare eventuali azioni violente, soprattutto da parte del sedicente pregiudicato. I due non hanno desistito, però, dalle loro richieste estorsive, anzi i toni si sono fatti sempre più minacciosi e preoccupanti, sicché il mio assistito intorno alle 12.40, ha allertato i carabinieri. A quel punto la donna, ha deciso, intorno alle 12.45, di chiamarli anche lei dicendosi vittima di sequestro di persona. I Carabinieri sono intervenuti trovando la donna, il sedicente pregiudicato e il mio assistito, con i suoi familiari ad attenderli fuori casa, sui gradini: circostanza davvero singolare per l'ipotesi di sequestro di persona. Mai il mio assistito ha pronunciato parole di minaccia nei confronti dei due, che non fossero di allertare i carabinieri, come poi ha fatto. Mai ha 'imbracciato' l'arma che, al contrario, è rimasta sul divano dove l'hanno trovata i carabinieri. Il giudice del Tribunale di Paola, che ha vagliato gli atti, immediatamente si è avveduta della possibile verosimiglianza della versione fornita dal Furgiuele e ha respinto la misura degli arresti domiciliari per il mio assistito rimettendolo immediatamente in libertà. Questi i fatti, che presto verranno formalizzati in denuncia- querela".

© RIPRODUZIONE RISERVATA