Incendio a San Ferdinando: notte tranquilla nella tendopoli, inquirenti non escludono alcuna ipotesi su rogo

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San Ferdinando (Reggio Calabria) – Dopo la tragedia, spuntano le prime ipotesi. Ieri mattina una giovane donna, Becky Moses, ha perso la vita in un tragico incendio che si è sviluppato nella tendopoli di San Ferdinando. Un’altra ragazza è stata trasferita al centro grandi Ustioni di Catania per le ferite riportate, mentre un 20enne originario del Gambia, ha riportato ustioni ad una mano ma è già stato dimesso dall’ospedale di Polistena. “Nella fuga – ha raccontato - avevo dimenticato i documenti e mi sono bruciato la mano proprio per prenderli”.

Un copione purtroppo già visto: un anno fa, e l’anno prima ancora, altri incendi si erano sviluppati nella baraccopoli e diversi erano stati i feriti. E con la tragedia, rispuntano anche le polemiche per le condizioni in cui i migranti, la maggior parte di loro braccianti stagionali, sono costretti a vivere. Un’altra tendopoli è stata costruita, ma quella “originale” di San Ferdinando continua a rimanere un punto di riferimento: per ogni migrante che va via, un altro ne arriva.

La notte, intanto, è trascorsa tranquilla e non si sono registrate tensioni a San Ferdinando sia nella tensostruttura allestita dalla Protezione civile calabrese che nel capannone, dove sono stati accolti centinaia di migranti rimasti senza riparo, e anche nelle baracche della tendopoli rimaste integre dopo l'incendio che ha distrutto circa 200 ricoveri.

La cucina da campo, allestita per assicurare un pasto caldo a 500-800 persone, è già in attività. Nel centro della baraccopoli interessata dal rogo, tra cenere e pali anneriti, si nota la presenza di alcuni migranti al lavoro per riparare gli alloggi di fortuna.

Altri si aggirano tra le macerie alla ricerca di qualche effetto personale recuperabile. In mattinata in una baracca adibita a Chiesa dell'Unione africana, ma utilizzata anche dai musulmani e dalle altre confessioni religiose, si è tenuta una preghiera comune in memoria della donna morta nel rogo.

Nella tendopoli, ieri, dopo la morte di Becky Moses, diverse sono state le voci, tutte non confermate, che si sono susseguite sull'origine del rogo. Alcuni migranti, infatti, avrebbero raccontato di una lite avvenuta poco prima dell’incendio all’interno della tendopoli. Lite che si sarebbe verificata nella tarda serata ma che rimane, appunto, una indiscrezione non confermata dagli inquirenti che, non escludono alcuna ipotesi in attesa della relazione definitiva dei tecnici dei vigili del fuoco e dei risultati dell'autopsia sul corpo carbonizzato della vittima.

Unità di crisi della Prefettura al lavoro

"E' proseguita per tutta la notte l'attività di monitoraggio dell'Unità di crisi attivata per coordinare le operazioni volte a fronteggiare l'emergenza causata dall'incendio delle baracche occupate dai migranti a San Ferdinando". Lo rende noto la Prefettura di Reggio Calabria.

"Personale della Polizia di Stato, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e dei Vigili del Fuoco, coordinati dalla Prefettura - prosegue la nota - hanno seguito l'evolversi della situazione, riportando le risultanze dell'attività di soccorso svolta sul campo dagli operatori ai fini delle valutazioni e delle determinazioni da adottare per rispondere alle esigenze primarie degli sfollati. Alla cabina di regia, istituita al Palazzo del Governo, è corrisposto il lavoro degli operatori presenti nella parte della baraccopoli interessata dal rogo per garantire accoglienza agli immigrati, le cui operazioni di sistemazione si sono concluse nella notte. Il prefetto ha rivolto un sincero plauso agli uomini e alle donne delle Forze di Polizia, ai volontari, al personale della Protezione civile regionale che si sono spesi per fronteggiare la situazione di emergenza".

"Rivolgo il mio particolare apprezzamento - ha detto il Prefetto di Reggio Calabria, Michele Di Bari - per l'impegno e il contributo offerti da ciascuna istituzione coinvolta, segno che quando lo Stato si muove in sinergia, le risposte giungono con efficienza e con efficacia".

 

Lunedì marcia migranti a San Ferdinando, Usb: "Chiederemo aprire confronto su condizioni vita braccianti"

Dalla tendopoli al Comune di San Ferdinando per chiedere un un confronto con il prefetto di Reggio Calabria e con il commissario straordinario per l'area di San Ferdinando. E' quanto si propongono gli organizzatori della marcia, promossa dall'Unione sindacale di base, in programma domani alle 9. L'iniziativa è stata decisa a poche ore dall'incendio scoppiato nella tendopoli di San Ferdinando che ha provocato la morte di Becky Moses, la donna nigeriana di 26 anni e il ferimento di altre due persone.

"Usb rivolge un appello - è detto in un comunicato della sigla sindacale - a tutte le realtà sociali e politiche territoriali affinché condividano e sostengano la marcia". La mobilitazione si propone anche di sollecitare soluzioni sulle condizioni di vita dei braccianti extracomunitari che vivono e lavorano nell'area.

La notte scorsa, intanto, oltre 208 sfollati della tendopoli hanno trovato riparo all'interno di un capannone; 130 nella tensostruttura della Protezione civile regionale e 250 all'interno della nuova tendopoli allestita la scorsa estate dalla Prefettura di Reggio Calabria. Questi ultimi si sono aggiunti ai circa 500 già ospitati nella struttura.

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