Incendio nella tendopoli di San Ferdinando: un morto e due feriti, vittima è una 30enne

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San Ferdinando (Reggio Calabria) - Una persona è morta ed altre due sono rimaste ferite in un incendio scoppiato nella notte nella tendopoli per migranti di San Ferdinando, nella Piana di Gioia Tauro. Sulle cause sono in corso accertamenti. Il morto è stato trovato carbonizzato e le sue condizioni, in un primo momento, non avevano consentito neppure di stabilirne il sesso. La vittima è una donna nigeriana di 30 anni mentre sono rimaste ferite altre due persone, ricoverate per ustioni, con una prognosi rispettivamente di 20 e 10 giorni, nell'ospedale di Polistena. Oltre 100 i migranti sfollati, per i quali è in corso di allestimento un'altra struttura. A fornire tutti i dettagli è stato il prefetto di Reggio Calabria Michele di Bari, che questa mattina ha presieduto una riunione urgente del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica a cui hanno preso parte i vertici provinciali di polizia, carabinieri, guardia di finanza, Protezione civile e il Procuratore della Repubblica di Palmi, Ottavio Sferlazza.

"Stavo dormendo nella tenda accanto a quella dove è morta la ragazza, che non conoscevo. Ho sentito urlare e sono scappato". Demba, di 20 anni, del Gambia, è uno dei due feriti nell'incendio della tendopoli di San Ferdinando. Le fiamme gli hanno bruciato una mano. Medicato nell'ospedale di Polistena è già tornato nella tendopoli. "Nella fuga - racconta adesso - avevo dimenticato i documenti e mi sono bruciato la mano proprio per prenderli".

I documenti sono l'unica cosa rimasta al giovane, che nell'incendio ha perso vestiti e soldi. Giunto in Italia nel 2014 a bordo di un gommone proveniente dalla Libia, Demba vive stabilmente in Basilicata ma nella stagione della raccolta si sposta tra Puglia e Calabria in cerca di lavoro nei campi. A San Ferdinando era arrivato nei mesi scorsi.

L'altra persona ferita, una ragazza nigeriana di 27 anni, è stata trasferita nel Centro grandi ustioni dell'ospedale di Catania. La giovane, che ha riportato ustioni su tutto il corpo, era stata ortata inizialmente nell'ospedale di Polistena, poi è stata poi trasferita nella città siciliana per la gravità delle ustioni riportate.

Sul posto per le indagini carabinieri e polizia di stato, e i vigili del fuoco che hanno effettuato i rilievi tecnici per stabilire le cause dell'incendio per il momento non accertate. Dai primi rilievi non sarebbe stato di natura dolosa l'incendio scoppiato la scorsa notte. Secondo quanto si è appreso, le fiamme si sarebbero sviluppate da una zona centrale della tendopoli estendendosi poi al resto della struttura. Da qui l'ipotesi che la causa delle fiamme sia stata accidentale. Non è escluso, in particolare, che le fiamme abbiano avuto origine da un fuoco acceso dai migranti per riscaldarsi.

Quello di stanotte, comunque, non è il primo incendio, divampato nella baraccopoli di San Ferdinando: giusto un anno fa, il 23 gennaio del 2017, la tendopoli era stata interessata da un altro rogo. In quell'occasione ad andare in fiamme fu una sola baracca. Nell'incendio rimasero tre feriti tre uomini, uno dei quali in modo grave. Ed il mese prima, il 7 dicembre 2016, altri due migranti erano rimasti lievemente feriti nell'incendio della baracca in cui dormivano. Il fenomeno degli incendi è frequente perché la struttura è priva di qualsiasi servizio ed i migranti per riscaldarsi e per cucinare accendono fuochi che trovano facile esca nel materiale di cui sono fatte tende e baracche e nei loro effetti personali.

Prefetto di Reggio: "A San Ferdinando c'è un problema di sicurezza pubblica"

"A San Ferdinando c'è un problema di sicurezza pubblica" ha commentato poi il prefetto di Reggio che ha poi aggiunto: "Siamo in presenza di una baraccopoli abusiva con decine e decine di strutture precarie, occupate ciascuna da tre-quattro persone".

"Dal punto di vista umanitario stiamo cercando di assicurare un riparo alle persone che erano ospitate nella tendopoli di San Ferdinando in cui la scorsa notte c'é stato l'incendio". ha commentato il prefetto Michele di Bari. "Abbiamo già preso accordi - ha aggiunto - con il responsabile della Protezione civile regionale, Carlo Tansi. Entro oggi arriverà a San Ferdinando un tensostruttura in grado di ospitare 600 persone. Stiamo allestendo, inoltre, una cucina da campo per assicurare già oggi un pasto caldo a tutti".

Distrutte 200 tra baracche e tende

Sono oltre duecento le baracche e le tende distrutte dall'incendio. Nell'accampamento, malgrado sia stata realizzata da tempo una nuova struttura per l'accoglienza dei migranti dove già vivono 500 persone, c'erano ancora oltre mille migranti in condizioni igieniche e logistiche estremamente precarie. La tendopoli in cui si sviluppato l'incendio adesso è stata sgombrata e per i migranti è allo studio una sistemazione.

Tendopoli piena malgrado nuova struttura

C'erano oltre mille persone accampate nella vecchia tendopoli di San Ferdinando: malgrado sia stata realizzata da tempo una nuova struttura che ospita al momento circa cinquecento persone, continua a registrare il massimo della capienza. E questo, perché i migranti che sono stati tolti in più riprese sono stati rimpiazzati da altri giunti nel frattempo, in un via vai di persone di fatto incontrollabile. La conseguenza che ne deriva é la condizione di sovraffollamento della tendopoli, con i rischi che ne conseguono di cui l'incendio della scorsa notte é la dimostrazione.

Prefetto convoca comitato sicurezza

Si è tenuta a Reggio calabria una riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, convocata d'urgenza dal prefetto, Michele Di Bari, per esaminare la situazione legata all'incendio scoppiato la scorsa notte nella tendopoli di San Ferdinando e predisporre la misure necessarie per il superamento dell'emergenza che si é determinata.

Capannelli migranti, situazione calma

C'è una situazione di calma apparente nella tendopoli di San Ferdinando in gran parte distrutta la notte scorsa da un incendio. Capannelli di migranti che vivono nella struttura parlano di quanto accaduto nella notte. Molti di loro hanno perso quel poco che avevano, andato in cenere nel rogo che ha distrutto duecento baracche. Nel loro parlare, comunque, non c'è animosità.

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