Inchiesta su elisoccorso, 4 arresti. Gratteri: "Abbiamo dimostrato come si trucca una gara" - VIDEO

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Catanzaro - “La spregiudicatezza non ha limiti, in nome del denaro si è disposti a qualsiasi cosa”. Commenta così, il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, l’operazione denominata “La punta”, che ha portato all’emissione di 4 misure cautelari nei confronti di un dirigente dell’Asp di Catanzaro, un dirigente della Regione Calabria e due manager di una società operante nel settore dell’elisoccorso, tutti indagati per concorso in turbata libertà del procedimento di scelta del contraente.

“Siamo riusciti a dimostrare passo passo come si trucca una gara” ha aggiunto il Procuratore Gratteri in conferenza stampa al comando provinciale della guardia di finanza di Catanzaro affiancato dal procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla, dal comandante regionale Calabria Fabio Contini, dal comandante provinciale Catanzaro Davide Rametta e dal comandante del nucleo di polizia economico-finanziaria, Carmine Virno.

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“Li abbiamo seguiti per un anno - sottolinea ancora Gratteri - con pedinamenti, rilievi fotografici esattamente come facciamo con i trafficanti di cocaina. Pensate che per incontrarsi cambiavano cinque, sei ristoranti nella sola Catanzaro nonostante le difficoltà di muoversi in questa città. Li abbiamo seguiti a Bolzano, Milano”. “Abbiamo dimostrato un quadro che è sconcertante considerata la spregiudicatezza: si tratta di una società che ha sede a Milano di soggetti del Nord che sono venuti qui ad incontrare e abbracciare dei pubblici amministratori calabresi per far sì che la gara venga aggiudicata a questa società. Una società molto importante che ha vinto in più regioni d’Italia e all’estero. L’ultima tre giorni fa al Viminale per i canadair per 100 milioni di euro”.

Il procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla in merito all’alterazione del bando già a monte dice: “si capisce che individuando fin dal momento del bando quali sono i requisiti, si è nelle condizioni di alterare e distorcere i meccanismi di scelta poi del contraente finale”. I comandanti della GdF si sono addentrati a spiegare i meccanismi che hanno portato a smascherare quello che definiscono un “accordo” frutto dell’aver documentato “ben sette incontri avvenuti in un anno a Catanzaro, Bolzano e Milano”. “Abbiamo assistito – aggiungono - al passaggio dei documenti: la società forniva al dirigente pubblico gli elementi da inserire all’interno del capitolato”.  

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