Lamezia: 15enne vittima di stalker, in aula ascoltati genitori e professoressa

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Lamezia Terme – È ripreso al Tribunale di Lamezia Terme, il processo per stalking che vede imputato Damiano Berlingieri, oggi 35enne, che avrebbe, ripetutamente e per diverso tempo, compiuto nei confronti di una ragazza di 15 anni numerosi atti persecutori, anche con minacce, perché si sarebbe innamorato di lei, costringendola, però, a vivere nella paura e, con lei, anche i suoi familiari. I fatti sarebbero cominciati nel 2013 e da subito si sarebbero manifestati comportamenti ossessivi, denunciati un anno dopo, nel 2014, perché la situazione sarebbe diventata insostenibile, anche perché lo stalker e la giovane e la sua famiglia abitavano, e abitano ancora, nello stesso stabile delle palazzine Aterp nella zona cosiddetta “Ciampa di Cavallo”.

Oggi in aula, hanno deposto proprio i genitori della ragazzina (che nella scorsa udienza si sono costituiti parte civile) e una professoressa che è stata insegnante della ragazza ai tempi delle scuole medie, quando sarebbero cominciate le molestie.

Interrogati dal pubblico ministero, dall’avvocato della parte civile Caterina Berlingieri e dagli avvocati della difesa dell’imputato, i genitori hanno confermato quanto contenuto nella querela e hanno chiarito meglio i fatti, confermando comunque tutto il quadro accusatorio a carico del 35enne. I genitori hanno raccontato che Berlingieri importunava ogni giorno con vere e proprie intimidazioni la ragazza telefonandole ripetutamente, dicendole ingiurie e minacciandola di morte, continuando a fare appostamenti davanti alla scuola della ragazza e arrivando persino ad offrire ai genitori 30.000 euro per farsi “consegnare” la figlia. Berlingieri dopo la denuncia e le indagini dei carabinieri, era stato arrestato e condotto in carcere.

Una situazione che era diventata insostenibile e che è stata ripercorsa attraverso le parole dei genitori che hanno raccontato del clima nel quale erano costretti a vivere: le minacce sarebbero state rivolte anche nei confronti degli altri figli della coppia, sempre minori, e anche verso i genitori. Una vera e propria storia di ossessione che è stata sviscerata oggi in aula: anche la professoressa, chiamata sul banco dei testimoni, ha parlato del periodo iniziale della persecuzione. La ragazza frequentava la terza media e la docente ha spiegato di aver notato un cambiamento e una situazione di tensione per la minore.

La famiglia, come spiega l’avvocato Berlingieri, è ancora costretta a vivere nello stesso stabile dove vivono i familiari dell’imputato e ha già chiesto un trasferimento, sul quale non avrebbe ottenuto risposta. “Questa famiglia continua a vivere blindata in casa sua” ha spiegato l’avvocato che ha spiegato che, nonostante la rete attivatasi da subito attorno alla ragazza, tra familiari e forze dell’ordine, i figli della coppia non vivono la quotidianità ma la loro realtà sarebbe tutta circoscritta entro le mura domestiche. Una situazione che vorrebbero cambiasse. Intanto, per quanto riguarda il processo, nella prossima udienza, fissata tra sei mesi, il 14 giugno 2017, saranno chiamati a testimoniare altre tre persone: si tratta dei militari dei carabinieri che hanno seguito le indagini.

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