Lamezia, arresti per corruzione: “Nel centro accoglienza migranti igiene precaria”

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Catanzaro - I richiedenti asilo ospitati nella struttura di Feroleto Antico gestita dall'imprenditore Salvatore Lucchino vivevano in "condizioni igieniche precarie". È quanto risulta da un verbale di ispezione richiamato nell'ordinanza di custodia cautelare che oggi ha portato agli arresti domiciliari l'imprenditore lametino e la funzionaria della Prefettura di Catanzaro Nerina Renda con l'accusa di corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio. Secondo quanto riportato nell'ordinanza del gip Carlo Saverio Ferraro, nel primo sopralluogo alla struttura di Feroleto, effettuato dalla stessa Renda - che era legata sentimentalmente a Lucchino - erano stati omessi "aspetti che risultavano assolutamente negativi".

Tra le criticità individuate nel corso di una successiva ispezione fatta da vigili del fuoco e Asp, oltre alle precarie condizioni igieniche, era emersa la mancanza di dispositivi antincendio, di illuminazione di emergenza e l'esistenza di cucine da campo collegate a bombole di gas. Per il gip la funzionaria della Prefettura avrebbe "esercitato la propria funzione pubblica in modo strumentale al perseguimento di interessi privati, in particolare con lo scopo di consentire a Lucchino l'instaurazione di un rapporto convenzionale con la Prefettura, attivandosi anche con la predisposizione di verbali e sopralluoghi volutamente generici e incompleti".

Secondo l'accusa in cambio Nerina Renda avrebbe ottenuto la proprietà di un immobile a Feroleto e "imprecisate somme di denaro necessarie comunque all'apertura di un B&B da parte della figlia". In una intercettazione la stessa Renda racconta quanto promessole da Lucchino: "Lui è arrivato a dirmi… 'non appena adesso mi arrivano i soldi .. vi pago tutte le spese per il B&B… la villetta la faccio lo stesso e la intesto a te…”. 

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