Lamezia, ecco tutti gli spostamenti di Marco Gallo dopo l’omicidio Pagliuso

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Lamezia Terme – Sono le 21:30 del 9 agosto 2016, l’avvocato penalista Francesco Pagliuso sta per rientrare nella sua villetta di via Marconi dopo essere stato a cena con suo figlio e la moglie in un villaggio vacanza a Nocera Terinese. Insieme a lui “Gigante”, il cane di razza alano che proprio il giorno prima era stato investito da un’auto su via Marconi. Alle 22:11, l'avvocato Pagliuso, alla guida della sua auto, una Volkswagen Touareg, si appresta ad entrare nel vialetto della sua abitazione.

L’appostamento del killer

In quel preciso istante l'omicida, appostato in un terreno lì vicino e nascosto nella vegetazione, entra di corsa nel giardino attraverso un foro presente nella rete di recinzione, sfruttando una “sorta di corridoio”. Si avvicina inosservato alla vittima che aveva da pochi secondi aperto lo sportello lato guida, dopo aver parcheggiato l'auto nel giardino.

Alle 22:12, mentre i fari dell'auto si spengono e lo sportello si apre, l'assassino, avvicinatosi a ridosso del professionista, esplode tre colpi d'arma da fuoco. Subito dopo il killer, utilizzando lo stesso percorso d'arrivo, si dilegua uscendo dall'inquadratura delle videocamere. È in quell’istante che emerge una figura che fino a quel momento era rimasta nascosta dall'inquadratura della telecamera avvicinarsi all'auto. Pochi istanti dopo si notano tre fiammate che illuminano la scena.

Subito dopo, alle 22:14, questa persona fugge dalla villetta di Pagliuso, uscendo nuovamente dalla visuale delle telecamere di sorveglianza dell'abitazione. Intanto, fuori da quel vialetto su via Marconi qualcuno ha udito, intorno alle 22:15, alcuni rumori attribuibili a tre colpi di arma da fuoco. Questo verrà raccontato poi agli inquirenti.

Dalle telecamere di sorveglianza emerge poi la figura di un podista con indosso un pantaloncino scuro, una maglietta a maniche corte di colore arancione o rosso ed uno zainetto in spalla. Quel podista, così viene denominato per “comodità investigativa”, prende la sua auto, parcheggiata lì vicino.

Dopo qualche ora, tra le 2:30 e le 2:45 del 10 agosto, il corpo esanime del legale è stato rinvenuto dalla fidanzata, recatasi presso quell'abitazione non avendo ricevuto risposta alle numerose chiamate e messaggi inviati al compagno. Una ricostruzione della sera dell’omicidio che è contenuta minuziosamente nel faldone dell’ordinanza che ha portato all’arresto, ad un anno e sette mesi dal delitto, del 33enne lametino Marco Gallo. È lui che è ritenuto, dagli inquirenti, il responsabile della morte dell’avvocato Francesco Pagliuso e a lui è stata notificata un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, dove già era recluso perché accusato di altri due omicidi: quello di Gregorio Mezzatesta avvenuto il 24 giugno 2017 a Catanzaro e di Francesco Berlingieri avvenuto il 19 gennaio 2017 a Lamezia.

Le telefonate e i movimenti di Gallo dopo il delitto

Quella notte d’estate del 9 agosto l’avvocato 43enne Francesco Pagliuso si è addormentato per sempre. Il “podista”, invece, quella notte non dormirà. Lo testimoniano i suoi movimenti a bordo della BMW Station Wagon così come il traffico telefonico.

Secondo la ricostruzione, alle 4:41 di quella notte dall’utenza in uso a Marco Gallo, parte la prima telefonata che lo vede poco dopo lasciare Falerna a bordo della sua auto per recarsi a Conflenti per poi effettuare una sosta ad Altilia (tra le 5:43 e le 5:51). Successivamente, l’auto ritorna a Conflenti per poi percorrere la strada a ritroso fino a Falerna dove rientra alle 06:40. A Falerna, Gallo vive con la moglie, la 30enne infermiera Federica Guerrise, anche lei in carcere (dal 18 ottobre scorso) accusata dagli inquirenti di aver fatto da “specchietto” al marito nell’omicidio di Francesco Berlingieri.

Alle 06:58 l'auto riparte poi da Falerna per recarsi nei pressi del garage di Marco Gallo a Lamezia dove fa una sosta per poi ripartire verso Stalettì, località balneare della costa ionica catanzarese, dove si ferma fino alle 14:14. In questa occasione, Gallo è insieme alla moglie.

Poi la BMW si sposta da Stalettì per rientrare a Falerna (tra le 14:14 e le 15:05) ed anche in questa circostanza, guardando alle utenze in uso a Gallo e alla moglie, si ipotizza che nel corso del tragitto di rientro fossero insieme. Dai dati del GPS è emerso, inoltre, che la BMW riprendeva la marcia alle 15:31, spostandosi da Lamezia in direzione Gizzeria per poi proseguire fino a giungere alle 16:49 a Decollatura nei pressi del Bar del Reventino dove restava in sosta fino alle successive 17:43.

In questa circostanza, si presume, invece, che Gallo non fosse in compagnia della moglie, rimasta a Falerna. Da Decollatura Gallo si reca a Lamezia, dove effettuava due soste. Durante tutti questi movimenti del veicolo Gallo ha effettuato anche diverse telefonate, tra cui al suo avvocato.

Per gli inquirenti, la presenza del podista e dell'auto sarebbe potuta apparire una circostanza del tutto casuale, se non fosse per il fatto che l'analisi di quanto acquisito ha permesso di affermare che il podista, anche nei giorni precedenti l’omicidio e in orari insoliti, ha effettuato lo stesso tragitto che dal parcheggio dell'area commerciale conduce alla villa di Pagliuso.

Inoltre, ogni sua apparizione e scomparsa dalla scena del crimine, risultava contestuale al movimento dell'auto Station Wagon di colore scuro parcheggiata lì vicino. Una circostanza che ha fatto chiudere il cerchio da parte degli inquirenti intorno a Marco Gallo che, vestito da podista, non è più comparso nei filmati delle telecamere di videosorveglianza successivamente al delitto. 

C.S.

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