Lamezia, estorsioni e minacce per sconti nei negozi ed entrate gratis nei locali: le richieste di condanna

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Catanzaro - Avrebbero messo in atto, dal 2006 al 2012, una serie di estorsione con minacce per entrare gratis nei locali e ottenere sconti nei negozi. Il Pm Elio Romano, a termine della sua requisitoria, per tutti gli imputati ritenuti appartenenti alla cosca “Giampà”, ha chiesto pene che vanno da uno a dieci anni di reclusione e multe dai 6mila alle 700 euro. Sono state ammesse come parte civile, in questo procedimento, il Comune di Lamezia Terme (con l'avvocato Restuccia) e l’associazione Antiracket (con l'avvocato Carere).

Per due si è tenuta l’udienza preliminare, si tratta di Claudio Paola e Vincenzo Giampá, che hanno chiesto di essere processati con il rito ordinario, e che sono stati rinviati a giudizio. Per loro il processo proseguirà il 10 dicembre nel tribunale di Lamezia Terme. Il Pm della Dda ha quindi chiesto la condanna di tutti e 23 gli imputati (tra loro anche sei collaboratori di giustizia), ritenuti responsabili di estorsione aggravata dal metodo mafioso: il processo è stato rinviato al 15 luglio e al 30 settembre per le discussioni dei difensori e poi la lettura della sentenza.

Gli imputati sono: Emiliano Fozza, Danilo Pileggi, Michelina Giampà, Luciano Trovato, Alberto Giampà 35 anni,  Alberto Giampà 38 anni, Giuseppina Giampà, Rosa Giampà, Domenico Chirico, Gianluca Giovanni Notarianni, Antonio Voci, Maurizio Molinaro, Aldo Notarianni, Luigi Notarianni, Domenico Chirico, “U batteru”, Giuseppe Cappello “Cutulicchio, Luigi Paolino Meliadò e i collaboratori di giustizia Giuseppe Giampà, Saverio Cappello, Giuseppe Cappello, Angelo Torcasio, Umberto Egidio Muraca e Domenico Giampà.

 

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