Lamezia, fatta luce sull’omicidio Pagliuso. Gratteri: “Gallo non più un killer solitario ma un killer dell’organizzazione” - VIDEO

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Lamezia Terme - Ad un anno e sette mesi da quel 9 agosto, l’omicida dell’avvocato penalista Francesco Pagliuso ha un volto. È quello di un podista: “un soggetto in pantaloncini e maglietta – dichiara il procuratore aggiunto Bombardieri nel corso della conferenza stampa convocata in Procura a Catanzaro – che si aggirava nei pressi dell’abitazione dell’avvocato in orari inusuali, tipo le due di notte, che fingeva di fare esercizi fisici. Non lo avevamo però individuato nel volto. Nelle circostanze era presente anche l’autovettura del podista: bisognava capire di che macchina si trattasse con accertamenti che richiedevano mesi”. È Marco Gallo il 32enne sul quale pende anche l’accusa dell’omicidio di Gregorio Mezzatesta avvenuto a Catanzaro il 24 giugno 2017 e di Francesco Berlingeri avvenuto a Lamezia il 19 gennaio 2017. Per Gallo che fino al luglio 2017 era un giovane imprenditore incensurato senza nemmeno una multa ora gli viene contestato anche l’aggravante dell’articolo 7 “per aver agevolato la cosca degli Scalise” emerge in conferenza stampa.

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Il Procuratore Gratteri parla di “una giornata importante perché finalmente dopo continue indagini dalla sera del 9 agosto 2016, carabinieri e Procura non si sono fermati un giorno su questa indagine”.

“Non è possibile che si uccide un avvocato - aggiunge Gratteri - una parte del processo: qualunque sia stata la causale. Le indagini non sono concluse, questo è solo uno step”. Per Gratteri “Marco Gallo non è più un killer solitario ma un soggetto che sposa la filosofia criminale di quell’organizzazione: non un cinico killer ma un killer dell’organizzazione”. L’omicidio Pagliuso, quindi si inserisce in un quadro con al centro, hanno più volte sottolineato in conferenza stampa, “la conflittualità tra i Mezzatesta e gli Scalise”.

"Fare l'avvocato in questo territorio è molto difficile"

“Fare l’avvocato qui non è molto facile” dice Gratteri. “È sempre più difficile - aggiunge - sempre più pericoloso: io invito sempre ad essere più duri e rigorosi a mantenere sempre la scrivania con il cliente”.

Gratteri, inoltre, evidenzia anche il lavoro svolto dai magistrati Elio Romano della Dda e Marta Agostini della Procura ordinaria di Lamezia. “Un capolavoro di tecnica d’indagine basato non su gravi indizi di colpevolezza ma su prove. È stato un lavoro di prove e sono orgoglioso dei miei uomini di quello che sono riusciti a fare, io sono stato il catalizzatore”.

Bombardieri: “La svolta si è avuta con l’omicidio Mezzatesta”

Il Procuratore aggiunto Giovanni Bombardieri ripercorre quella notte tra il 9 e 10 agosto 2016 “subito abbiamo assunto la direzione delle indagini perché si trattava di un omicidio di ‘ndrangheta. Abbiamo chiesto quello che ci serviva e ci è stato dato tutto. Siamo partiti con le immagini ma non ci davano elementi sufficienti: un soggetto con alta professionalità, a sangue freddo”. Le indagini si sono concentrate anche sui giorni precedenti l’omicidio. Le indagini, dice Bombardieri si sono focalizzate su un podista: “un soggetto in pantaloncini e maglietta in orari inusuali, tipo le due di notte, che fingeva di fare esercizi fisici.

Non lo avevamo però individuato nel volto. Nelle circostanze era presente anche l’autovettura del podista: bisognava capire di che macchina si trattasse con accertamenti che richiedono mesi”. “Le indagini non si sono fermate un attimo anche se è stata scelta la linea del silenzio e della riservatezza” precisa. “La svolta si è avuta con l’omicidio Mezzatesta: un lavoro su un soggetto che all’epoca era sconosciuto alle forze dell’ordine. Quelle indagini hanno fatto accendere lampadina sui collegamenti ipotizzabili tra i due omicidi. Da quel momento si è avuto un ulteriore input.

“Attraverso Gps e targa si è riusciti a dare un nome a quel podista: Marco Gallo. Tabulati tavole gps e immagini sono state sovrapposte per dare certezza a quello che fino ad ora erano solo suggestioni: ovvero che Gallo fosse anche l’omicida di Pagliuso”. “Le indagini - afferma - hanno permesso di collegare l’omicidio all’ambiente criminale degli Scalise”. È emerso, quindi, che sarebbe stata agevolata la cosca, quella degli Scalise “che ha visto censire i rapporti di Marco Gallo e alcuni familiari di quella famiglia”.

Parla anche del possibile movente dell’omicidio Pagliuso in riferimento ad un collegamento con l’omicidio Mezzatesta: è stato possibile “collegare l’omicidio allo scontro tra i Mezzatesta e la famiglia degli Scalise”. Sarebbero così emersi “rapporti non solo professionali ma anche amicali tra Pagliuso e i Mezzatesta divenendo così un “bersaglio per gli Scalise” conclude Bombardieri.

Per il colonnello dei Carabinieri Marco Pecci “l’omicidio dalle sue prime battute ha evidenziato grandi difficoltà: non sono stati trovati bossoli e nessuna traccia utile. Poi c’è stato l’omicidio Mezzatesta il 24 giugno 2017: un delitto efferato con 5 colpi ben assestati che rappresentavano la  capacità operativa… poi il nulla”. In quell’occasione si era arrivati a ricostruire l’omicidio e i più di 80 chilometri percorsi dal killer in un mese circa: “una perfetta sinergia di tutte le compagini dell’arma dei carabinieri e del reparto crimini violenti del Ros centrale”. Il Tenente colonnello Mucci sottolinea l’importanza dell’attività di raccolta dati: “sono state visionate oltre 100 telecamere”. Dalle quali è emersa “una sagoma nella penombra nel giardino di casa” che ora per gli inquirenti è nitida. Quella figura è stata poi collegata, aggiunge Mucci: “al transito della Bmw station wagon: dopo la commissione dell’omicidio il podista portava addosso uno zaino, mai comparso le sere prima. Uscendo dal giardino seguiva un movimento anomalo che entrava nella strada chiusa e ritornare in retromarcia su via Marconi”. Grazie poi all’elaborazione dai Gps acquisiti per l’omicidio di Mezzatesta si è arrivati all’auto in uso a Gallo.

Il comandante dei Ros di Catanzaro, Migliavacca parla di “un valore aggiunto che hanno fatto si che il personale avesse un'unica visione di intenti: una macchina perfetta per consentire il raggiugimento di questo scopo”.

Nel corso della conferenza stampa è stato specificato che sono state emesse due ordinanze con la riqualificazione del fatto omicidiario di Mezzatesta con l’aggravamento dell’art.7 “modalità e agevolazioni della cosca Scalise” sottolinea Gratteri. Sono stati anche messi a setaccio “i rapporti gli Scalise e Gallo Marco successivamente all’omicidio. Dai rapporti telefonici e dalla documentazione è emerso un rapporto personale stretto”. 

Ramona Villella 

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