Lamezia, Gip: Gallo resta in carcere per estorsione e associazione mafiosa

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Lamezia Terme -  Resta in carcere per estorsione e associazione mafiosa Francesco Gallo. Il Gip Assunta Maiore, esaminata la richiesta di applicazione di misura cautelare depositata dal Pm il 15 giugno 2016 nei confronti di Francesco Gallo, applica, all’indagato, la misura della custodia cautelare in carcere per estorsione e associazione mafiosa. Il nuovo provvedimento, nei confronti del 26enne lametino fermato a maggio con l’accusa di essere l’autore di una tentata estorsione ai danni di un commerciante lametino che ha la sua attività a Capizzaglie, arriva dopo la decisione del tribunale del Riesame che aveva annullato l’ordinanza, limitatamente al reato di 416 bis (associazione mafiosa), per Francesco Gallo.

Al 26enne viene contestato di aver commesso" atti diretti a costringere il titolare dell’attività commerciale a versare una somma di denaro a titolo estensivo, dopo che l’imprenditore aveva subito il danneggiamento di alcune telecamere e di un faro poste lungo il perimetro esterno della sua attività commerciale". Dalle indagini sarebbe emerso che il ragazzo, all’interno della carrozzeria, avrebbe detto al commerciante: “Mi mandano gli amici e (ti dicono) di metterti a posto”. A questo reato si aggiunge così anche l’aggravante dell’essere stato commesso da persona appartenente alle associazioni di cui all art. 416 bis cp. restando il fatto anche aggravato dalla circostanza dell’articolo 7 per aver agito avvalendosi delle condizioni previste dall’art. 416 bis cp nonché al fine di agevolare l’attività di una associazione per delinquere di tipo ‘ndranghetistico, che valendosi della forza intimidatorie del vincolo associativo persegue scopi corrispondenti a quelli dell’associazione di tipo mafioso, individuabile nel clan Cerra-Torcasio-Gualtieri di Lamezia Terme.

Rientra nel capo B, invece, il delitto all’articolo 416 bis, ovvero la partecipazione all’associazione di tipo ‘ndranghetistico denominata cosca Cerra-Torcasio-Gualtieri.  Il Gip afferma che ricorrono, quindi, gli elementi costitutivi tipici del tentativo di estorsione aggravato, contestato dal Pm, in ordine al quale allo stato non sono noti i mandanti ma del quale Gallo è stato certamente l’esecutore. Per questi motivi applica a Francesco Gallo la misura della custodia cautelare in carcere in relazione ai capi A e B e ordina che l’indagato sia condotto in un istituto di custodia, trattenuto, per rimanere a disposizione dell’autorità giudiziaria.

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