Lamezia, operazione “Cenerentola”: i rapinatori incastrati dalla scarpa perduta - VIDEO

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Lamezia Terme – Una scarpa perduta da uno dei rapinatori durante il colpo alle poste di via Aldo Moro è stata lo spunto per l’operazione denominata “Cenerentola”, messa a segno dalla compagnia dei carabinieri di Lamezia, i quali hanno ricostruito minuziosamente le attività di due sodalizi ben distinti dediti a furti e rapine sul territorio, anche attraverso il metodo della “spaccata”. Nessun contributo dichiarativo, soltanto un lavoro certosino per risalire ai responsabili. In tutto 11 arresti: nel primo gruppo un basista lametino, due siciliani e un indagato originario di Seminara. Nel secondo gruppo invece, 7 romeni, di cui due ancora ricercati. I dettagli sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa al comando dei carabinieri dove il procuratore della Repubblica Salvatore Curcio è stato affiancato da Massimo Ribaudo, comandante del gruppo, e Pietro Tribuzio, comandante della compagnia.

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Un basista lametino, disoccupato e incensurato aveva infatti il compito di perlustrare il territorio e informare un altro indagato sulle “migliori” modalità per poter compiere il colpo. Due le rapine presso l’ufficio postale di via Aldo Moro nell’aprile e nel settembre 2018, con un bottino rispettivamente di 90mila e 30mila euro. Ma i carabinieri sono riusciti a sventarne anche un terzo, presso l’ufficio postale di Reggio Calabria, organizzato dallo stesso sodalizio. Rapina particolarmente violenta inoltre, quella compiuta in una ditta di materiali edili a Falerna, dove i rapinatori, per fuggire, hanno speronato l’auto di una guardia giurata intervenuta sul posto. A questi si sono aggiunti un furto in un esercizio commerciale di Amantea con vetrata frantumata a colpi di mazze in ferro, e un altro a Campora San Giovanni, presso il deposito dei mezzi Anas. Un’indagine particolarmente complessa quella portata avanti dagli inquirenti, anche attraverso attività di pedinamento, intercettazioni e articolate analisi del traffico telefonico che hanno permesso di individuare i luoghi dove sono stati commessi i reati.

“Si tratta di un’attività investigativa pura, brillante – ha riferito il procuratore Salvatore Curcio in conferenza stampa – anche perché non si è basata su nessun contributo dichiarativo o collaborativo, quanto piuttosto su risvolti tecnici scientifici di pregio che a distanza di pochi mesi ci hanno portato all’individuazione dei responsabili”.

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Il comandante del gruppo dei Carabinieri Massimo Ribaudo ha invece ricostruito le dinamiche per incastrare i due distinti gruppi, dall’analisi del traffico telefonico al Gps precedentemente installato nelle auto degli indagati. “La ricerca – ha fatto sapere – è proseguita con la visione delle telecamere della città, ma anche dei privati. In possesso di un indagato – aggiunge poi – è stata inoltre trovata la mappa di un ufficio postale per una rapina ancora da ricostruire”. Tutti i colpi sono stati inoltre compiuti di sabato, con precisione ed efferatezza, quando gli arrestati sapevano che si trattava del giorno in cui il personale era intento anche a ricaricare i bancomat.

Pietro Tribuzio, comandante della compagnia, ha passato in rassegna le diverse rapine compiute descrivendone le modalità che li hanno portati a ricostruire il disegno della banda e le indagini parallele che hanno riguardato i due distinti gruppi. “La perdita di una scarpa da parte di un indagato – racconta – ha rallentato anche l’attività dei suoi compagni, permettendo, tramite la ricostruzione delle immagini di videosorveglianza, di scoprire che l’auto con cui si sono dati alla fuga aveva una doppia targa. Fondamentale è stato inoltre il lavoro svolto dai reparti territoriali”. Tribuzio ha infine parlato dell’individuazione della una seconda banda di romeni “che aveva base operativa a Cosenza ma agiva in tutta la zona, dedicandosi soprattutto ai furti con “spaccata”. 

Secondo quanto emerso, non risulterebbero al momento legami tra gli indagati ed esponenti della criminalità organizzata. I due gruppi erano intenzionati a colpire ancora e le indagini dei carabinieri proseguono senza sosta. Due di loro risultano ancora irreperibili e ricercati in area Schengen.

Alessandra Renda

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