Lamezia, operazione “Reventinum”: al via gli interrogatori di garanzia

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Lamezia Terme - Si sono tenuti questa mattina davanti al Gip di Lamezia gli interrogatori per alcuni degli indagati nell’operazione “Reventinum” scattata lo scorso 10 gennaio, perché ritenuti appartenenti a due contrapposte cosche di 'ndrangheta attive nell'area montana del lametino, gli Scalise e i Mezzatesta. Ai destinatari del fermo sono contestati una serie di reati nell'ambito di una vera e propria faida scaturita per la supremazia del controllo dell'area montana della provincia. Oggi, alcune delle persone coinvolte, affiancate dai propri legati, si sono presentate davanti al giudice nel tribunale di Lamezia Terme.

Non hanno risposto davanti al Gip Pino Scalise, difeso dagli avvocati Piero Chiodo e Antonio Larussa; Salvatore Domenico Mingoia, difeso dall’avvocato Piero Chiodo e Rolando Chiodo con interrogatorio svoltosi presso il carcere di Ivrea. Per entrambi gli imputati i legali hanno eccepito la nullità dell’interrogatorio di garanzia e dell’udienza di convalida del fermo. Si sono poi avvalsi della facoltà di non rispondere Luciano Scalise e Angelo Rotella, difesi dell’avvocato Larussa; Andrea Scalzo, difeso dall’avvocato Lucio Canzoniere.

A rendere invece dichiarazioni spontanee al Gip Eugenio Tomaino, difeso dagli avvocati Antonio Gigliotti e Ortensio Mendicino. Hanno risposto anche Giovanni e Livio Mezzatesta, difesi dai legali Antonio Gigliotti e Pittelli; Vincenzo Mario Domanico, difeso dall’avvocato Stefano Nimpo. A rispondere al Gip, nell’interrogatorio che invece si è tenuto ieri, inoltre, Ionela Tutuianu, difesa sempre dall’avvocato Gigliotti. 

A.R.

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