Lamezia: Pg chiede conferma pene in processo appello Medusa

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Catanzaro – Pene confermate quasi in toto per tutti gli imputati nel processo d’appello per l’Operazione Medusa. A Catanzaro, al termine della sua requisitoria, il procuratore generale Salvatore Curcio ha formulato le sue richieste, confermando le pene inflitte dal Gup Giovanna Mastroianni il 17 maggio del 2013 con 300 anni di carcere complessivi. Pene minori, invece, rispetto alla sentenza di primo grado, per coloro che tra gli imputati erano accusati di spaccio di stupefacenti e in particolare marijuana.

Il Procuratore, inoltre, durante l’udienza ha chiesto che venissero acquisiti agli atti i verbali delle dichiarazioni di un nuovo possibile collaboratore, Giuseppe Catroppa, sulla posizione del carabiniere Roberto Gidari, condannato in primo grado a sei anni per concorso esterno in associazione mafiosa. I legali del carabiniere, gli avvocati Gambardella e Pagliuso, si sono opposti e i giudici della Corte d’Appello hanno deciso di non ammettere gli atti questi ultimi verbali. Dopo la calendarizzazione, con lo slittamento delle conclusioni e della sentenza a gennaio prossimo, si è rinviato per l’udienza successiva per le arringhe difensive. Il processo di secondo grado, che si celebra nell'aula bunker a Catanzaro, vede imputati i 36 condannati nel processo con rito abbreviato, che furono ritenuti tutti affiliati alla cosca Giampá e accusati a vario titolo di estorsioni, usura, danneggiamento, detenzione illegale di armi e favoreggiamento, fu riconosciuto il 416 bis.

C.S.

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