Processo Perseo, Egidio Muraca: gli sconti, le truffe e il manoscritto - VIDEO

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Lamezia Terme – Controesame per Umberto Egidio Muraca questa mattina presso il tribunale di Lamezia nell’ambito del processo Perseo. Davanti al presidente del collegio giudicante, Carlo Fontanazza e a latere Monetti e Aragona, il collaboratore di giustizia risponderà alle domande e relative obiezioni degli avvocati rispetto a quanto riferito in aula lo scorso martedì.

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“Facevano sconti non perché eravamo belli, ma perché affiliati alla cosca"

Il controesame inizia con le domande dell’avvocato Renzo Andricciola che ha chiesto quando manda a chiamare Muraca il negoziante Cortese per l’estorsione subita. “Mi mandò a chiamare dal momento in cui i componenti si erano rivolti a lui per l’abbigliamento dei carcerati e in quell’occasione Giancarlo (Cortese, ndr) mi venne a cercare se potevo risolvere la situazione”. Ma Andricciola contesta la scansione temporale tra posizionamento bottiglietta incendiaria e richiesta estorsiva. “Mi ha chiamato quando si sono presentati a chiedere abbigliamento ai carcerati” ha risposto Muraca spiegando di aver fatto da mediatore e aver ottenuto dalla cosca che anziché “le tute gratis quando venivano i componenti al suo negozio gli avrebbe applicato il 50% di sconto”. Muraca fece da mediatore spiegando alla cosca Giampà “se potevano evitare che Cortese aveva una serie problemi economici e che avrebbero ottenuto uno sconto del 50% ma non le tute gratis”. Andricciola ha poi chiesto se anche in periodi di sconti effettivi, anche in quei casi, veniva sempre praticato il 50% e Muraca ha risposto: “faceva sconto non perché eravamo belli avvocato, ma perché affiliati a quella cosca. Faceva sempre gli sconti al 50% anche se c’erano sconti al 20% oppure al 30%”.

“Prendemmo 3/4 pistole da Donato, ma le restituimmo che non piacevano a Giampà”

Successivamente, ha preso la parola l’avvocato Lomonaco che ha chiesto i rapporti di Muraca con Antonio Donato soprattutto per quanto riguarda la droga ma anche per delle armi che avrebbe specificato in udienza contestando di non aver mai parlato prima del tipo di pistole. Muraca ha confermato che Donato lo avrebbe rifornito di “tre o quattro pistole 7.65” ed il legale ha incalzato se le avesse acquistate tutte in una volta e su mandato e Muraca ha risposto: “le abbiamo prese una sera su mandato di Giuseppe Giampà ma poi le restituimmo che non andavano bene ed a Giampà non piacevano”.

Gli appunti, il manoscritto

Tra le domande emerge anche un manoscritto, una serie di appunti presi da Muraca quando ha iniziato la sua collaborazione: In particolare, Muraca ha detto di aver “fatto dei promemoria nei 180 giorni d’isolamento, non sapevo come funzionasse e ho scritto una decina di fogli, appunti su fatti più recenti prima degli interrogatori. Dopo li ho consegnati agli inquirenti in sede d’interrogatorio ma non so se li ho ancora a casa”.

“Non lo ricordo proprio perché erano truffe. Erano sciocchezze”

Successivamente, per delega dell’avvocato Murone, ha posto alcune domande l’avvocato Cristiano che difende il dottor Curcio Petronio. In merito alle truffe, in particolare, su un episodio specifico, Muraca ha replicato che “non lo ricordo perché sono truffe e non ricordo tanto bene le date essendo proprio che si tratta di truffe” spiegando che “non ricordo preciso tutti gli elementi, erano sciocchezze e non le ho contestualizzate”.

Il presidente Fontanazza ha poi sospeso il collegamento dal sito riservato e aggiornato il dibattimento a fine febbraio quando toccherà ad altri avvocati procedere al controesame di Umberto Egidio Muraca.

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