Lamezia, processo pestato e costretto a truffa: collaboratore Battista Cosentino racconta dell'incidente simulato

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Lamezia Terme - A riferire, sulla vicenda di un ‘sinistro simulato’, nell'aula Garofalo del tribunale lametino, davanti al presidente Carè e, a latere, i giudici Loscanna e Martire, il collaboratore di giustizia Battista Cosentino (presente in video conferenza). Francesco Cosentino, Giovanni Scaramuzzino, Antonio Voci, Franco e Luigi Trovato, sono gli imputati in questo processo, costola di “Perseo”. Il collaboratore è chiamato a riferire principalmente sulla posizione di Francesco Cosentino, suo fratello. Tramite le domande del Pm, Marta Agostini, Cosentino ricostruisce le circostanze che avrebbero poi portato alla simulazione di un sinistro stradale. La conoscenza di alcuni imputati di questo processo e di alcune vicende legate alla cosca Giampà, il collaboratore ribadisce di averle acquisite personalmente in quanto “ero l’autista di Giampà Pasquale detto ‘millelire’”.

“L’unica colpa di mio fratello è che si è fidato di me, cosa che non doveva fare”, afferma Battista Cosentino nel ripercorrere la vicenda. Tutto inizia quando l’auto di Francesco Costantino si rompe, non avendo né la possibilità di aggiustarla né quella di sostituirla “io - dice il collaboratore - ho fatto da tramite con i Trovato”. Era il 2010. Così è nata la proposta: “circa mille euro e un’auto in sostituzione, mentre, mio fratello, avrebbe dovuto denunciare un sinistro”. “Sono stati poi i Trovato a prelevare il monovolume”. Successivamente Battista Cosentino riferisce di essere venuto a conoscenza del sinistro con un camion: “in auto c’era mio fratello e un'altra persona”. L’avvocato Rosa, chiede ulteriori chiarimenti sulla vicenda e, Battista Cosentino ribadisce: “io ero amico dei Trovato e mio fratello bisognoso”. Il processo è stato poi rinviato al 23 gennaio alle 12:30 con l’esame di altri testi.

R.V.

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