"Quinta Bolgia", l'ambulanza immatricolata in Bulgaria e il paziente caduto dalla barella: "Se muore passiamo i guai"

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Lamezia Terme – Ambulanze senza ossigeno, ambulanze senza termoculla, ambulanze senza defibrillatore e parte del personale totalmente inadeguato allo svolgimento del servizio di trasporto e soccorso.  Ciò che desta più sgomento dell’operazione “Quinta Bolgia” è la ricostruzione di episodi che avrebbero potuto avere gravi conseguenze su qualsiasi cittadino malato e bisognoso d’aiuto. Del resto lo ha ribadito il Procuratore Gratteri in conferenza stampa: “Non c’è alibi per nessuno, non è possibile speculare sulla morte delle persone o su chi è agonizzante”.  Perché nel “cerchio infernale dantesco” che ha disvelato la guerra e poi la pace tra le due famiglie Putrino e Rocca per accaparrarsi i defunti, c’è anche tanto altro che riguarda la gestione del sistema ambulanze. “Le stesse - come si legge nell’ordinanza Gerione - circolano con bombole di ossigeno scadute, senza defibrillatori, senza termoculle, con autisti impreparati (i corsi per acquisire il tesserino-certificato sono delle farse ordite a pagamento) con il rischio concreto per la sicurezza, salute e incolumità gravante su tutta la collettività degli utenti”. Diverse sono infatti le conversazioni ricostruite dagli inquirenti tra Antonio Tommaso Strangis e Italo Colombo, rispettivamente rappresentante legale e amministratore di fatto della Ats Croce Bianca, posti ai domiciliari. I due discutono delle continue segnalazioni di malfunzionamenti dei mezzi provenienti dagli autisti, ma anche del personale medico-ospedaliero in occasione degli interventi di trasporto e soccorso e quando le ambulanze devono essere revisionate o sottoposte a collaudo e ispezione.

L’immatricolazione dell’ambulanza in Bulgaria

A tal proposito ci sono più passaggi tra i due che renderebbero chiaro dell’assoluta consapevolezza di alcune violazioni proprio per non far emergere situazioni incresciose. Una di queste riguarda il problema dell’immatricolazione dei mezzi: “[…] Colombo riprende un discorso che stava facendo a Strangis. Dice che domani deve andare dal "bulgaro" (quello al quale ha venduto due ambulanze) in quanto, ha parlato con suo fratello (di Colombo) che è disposto ad andare una settimana in Bulgaria. Continua dicendo che manderà a suo fratello l'ambulanza che ha comprato, dopo averla demolita in Italia, e la farà reimmatricolare in Bulgaria così la reimporta facendola risultare dell'anno 2018 […]”. “[…] Gli mandu l'ambulanzala…chista cha accattavi a fazzu demuliri in Italia e ci fazzu fari la reimmatricolazione in Bulgaria e poi la importo…”. Strangis è un po’ scettico; dice che non conviene in quanto "già con la targa…" (non specifica meglio). Colombo afferma che, facendo così, l'ambulanza risulta del 2018 e che "Ponu iri mu fanu tutti l’accertamenti chi vonnu poi…”. Strangis gli dice di parlare con il bulgaro e che poi ne parleranno domani mattina di persona […]”.

Il paziente caduto dalla barella: “E’ successa una cosa grave in codice rosso”

Diverse, secondo quanto ricostruito, le segnalazioni continue sui mezzi vetusti e non idonei. Strangis avvisa Colombo che un’ambulanza è partita senza termoculla, altre in cui emerge che c’è l'ossigeno scaduto e che, pertanto, prima o poi, dovranno appaltare il servizio dell’ossigeno. Si aggiungono poi i problemi meccanici, ai freni e alle frizioni. Da plurime conversazioni emerge ancora che le ambulanze sono senza monitor funzionanti, senza defibrillatore, senza luci, con gli aspiratori rotti o operative in condizioni di forte pericolo per la salute pubblica.

“[…] II personale impiegato, come emerge dalle captazioni, è del tutto inadeguato allo svolgimento del servizio: non conosce l'utilizzo delle attrezzature (che addirittura subiscono danni anche a causa dell'incapacità di detti operatori), ignora le corrette procedure di soccorso, non si rende conto della mancanza di attrezzature e, cosa ancor più grave, è totalmente inesperto e privo di professionalità al punto da essere incapace di trasportare i pazienti in barella […]”.

Inoltre, tra le altre cose, emergerebbe anche l’impiego di alcuni autisti non registrati negli elenchi forniti all’Asp di Catanzaro, spesso utilizzato - scrive il Gip Saccà negli atti d’inchiesta - “senza tutele con riferimento agli orari di lavoro e senza, pertanto, osservanza del riposo minimo tra un turno e l'altro”. Emblematica poi una conversazione captata tra due soccorritori. Da una conversazione riportata negli atti dell’inchiesta emerge anche come “ai due fosse caduto un paziente dalla barella, tanto che si auguravano che non fosse successo nulla”. Un interlocutore riferisce poi i fatti a Strangis captati in una conversazione: “E’ successa una cosa grave e brutta, un codice rosso. Gli è caduto il paziente dalla barella! ...omissis…speriamo che non muore; perché se muore lì, adesso, passiamo i guai”…omissis. “(L’ambulanza), la nuova? Possibile che non la sapeva usare?”, gli risponde Strangis.

A.R.

 

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