Lamezia: si finge innamorato e progetta nozze per rubarle i soldi, condannato a 8 mesi

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Lamezia Terme – Si era finto innamorato di lei, facendole anche credere di volerla sposare al più presto, ma il suo unico intento era invece quello di sottrarle dei soldi. E’ stato così smascherato Biondino Natalino, non nuovo ad episodi del genere, che è stato condannato a otto mesi dal tribunale di Lamezia Terme. Aveva fatto credere di essere della Polizia di Stato, con tanto di distintivo e pistola e si era presentato alla ragazza lametina con il nome di Giuliano Palmieri. Sono seguiti mesi di corteggiamento e dopo averla fatta innamorare di lui, si è spinto animato delle migliori intenzioni, anche con la famiglia di lei, facendogli credere che sarebbe voluto presto convolare a nozze.

Dopo averne acquisito la piena fiducia, per quasi un anno si era fatto consegnare ogni mese dalla fidanzata cinquecento euro riferendo che li avrebbe messi da parte per le future nozze. Inoltre, con la scusa di volerle regalare anche un’autovettura nuova, aveva venduto l’automobile della stessa inconsapevole vittima percependone e trattenendone il ricavato, senza poi comprare alcunché. Il suo intento invece, per il legale della giovane Giancarlo Nicotera, era quello di cercare le sue “vittime” tra persone semplici e perbene al fine solo di truffarle e prendersi gioco della loro buona fede. Sono così emersi nuovi particolari raccontati dalla giovane donna che sono stati oggetto di ulteriori procedimenti. Natalino era infatti riuscito ad entrare anche nelle grazie della famiglia di lei, che aveva voluto conoscerlo. L’uomo aveva così convinto l'anziana madre della ragazza ad accendere ed accollarsi due finanziamenti, per oltre trentamila euro. Il tutto per poterle comperare una casa dove andare a vivere assieme alla figlia. Casa ovviamente mai acquistata, dove l’unica realtà rimasta sono stati i debiti che l’anziana madre dovrà pagare con rate mensili di oltre 300 euro fino al 2021.

Il piano era stato progettato nei minimi particolari e tutto sembrava filare liscio fino a quando Natalino non ha dimenticato il portafoglio a casa della ragazza. La donna ha così scoperto che, in realtà, lo stesso futuro sposo era un’altra persona con diverse generalità e non era affatto un poliziotto. Vistosi scoperto il Natalino si è immediatamente dileguato facendo perdere subito le sue tracce, rendendosi irreperibile anche presso il suo paese d’origine Pizzo Calabro. Nella requisitoria la pubblica accusa, rappresentata dalla dottoressa Orlando Gisella, ha chiesto per lui la condanna ad otto mesi di reclusione. La stessa parte civile, rappresentata dall’avvocato Giancarlo Nicotera, associandosi alle richieste del Pm, ha parlato di “un comportamento e di un disegno criminoso particolarmente subdoli da parte dell’imputato che, prendendosi gioco dei sentimenti e della buona fede della vittima, l’aveva truffata nella maniera più biasimevole”. La difesa rappresentata dall’avvocato Roberto Sorrenti aveva chiesto, invece, l’assoluzione.

Il Tribunale di Lamezia Terme, in composizione monocratica, nella persona della dottoressa Annalisa Martire, ha accolto in pieno le tesi della pubblica accusa e della parte civile ed ha condannato, per il reato ex art. 640 c.p., l’imputato Biondino Natalino, alla pena di mesi otto di reclusione, alla multa di euro 200 euro, oltre al pagamento delle spese processuali, condannandolo al risarcimento dei danni a favore della parte offesa ed al pagamento delle spese legali.    

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