Lamezia: tentati omicidi ed estorsioni, rito abbreviato per Alessandro Torcasio

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Catanzaro – Sarà processato secondo il rito abbreviato, Alessandro Torcasio, 34enne lametino, considerato un elemento di spicco della cosca Giampà, accusato di due tentati omicidi, due diversi episodi di estorsione nei confronti di due attività commerciali di Lamezia (ai danni di Pasquale Torcasio, detto “Bonsai” e della ditta “Vitale Sud”), del confezionamento di ordigni esplosivi, detenzione e ricettazione di armi.

Nell’udienza preliminare che si è tenuta al Tribunale di Catanzaro, tramite il suo legale, l’avvocato Giuseppe Spinelli, ha chiesto e ottenuto di essere giudicato con rito abbreviato e per lui il processo proseguirà a maggio, quando è stata fissata la prossima udienza. L’avviso di conclusione indagini nei suoi confronti era stato notificato a maggio: era emerso che sarebbe stato coinvolto in due tentati omicidi, inquadrati nella faida tra le famiglie dei Giampà e quelle dei Cerra-Torcasio-Gualtieri. L’accusa, rappresentata dal pubblico ministero Elio Romano, contesta a Torcasio il tentato omicidio di Nicola Gualtieri “coccodrillo”, avvenuto prima dell’agguato in cui poi Gualtieri fu ucciso nel novembre del 2010. Secondo quanto emerso nel corso delle indagini, Torcasio si sarebbe appostato nella piazzola soprastante la Casa Circondariale di Lamezia Terme, in attesa che Nicola Gualtieri facesse rientro presso la struttura perché che era sottoposto alla misura restrittiva della semilibertà e, con un kalashnikov, avrebbe tentato di sparare ma durante l’esplosione l’arma si sarebbe inceppata. Il secondo tentato omicidio è quello di Ottorino Rainieri, considerato uno degli elementi di spicco della cosca avversaria ai Giampà. Un omicidio che non si concretizzò perché Ranieri, che sarebbe dovuto rincasare presso l’abitazione del padre perché sottoposto a sorveglianza speciale, non fu individuato da Alessandro Torcasio nel corso degli appostamenti. Azioni omicidiarie ordinate al 34enne dall’ex boss, ora collaboratore, Giuseppe Giampà.

Saranno giudicati con rito ordinario, invece, nel processo che comincerà a gennaio, i due proprietari di attività commerciali a Lamezia, accusati del reato di favoreggiamento personale, in quanto avrebbero fornito false dichiarazioni tese ad eludere le investigazioni. Si tratta di Pasqualino Torcasio “Bonsai” e Giovanni Vitale, difesi rispettivamente dagli avvocati Salvatore Staiano e Massimiliano Carnovale. Secondo l’accusa, agli agenti della Mobile avrebbero negato di aver consegnato del denaro a scopo estorsivo.

Nell’udienza di oggi si sono costituiti parti civili sia l’Ala, associazione Antiracket, che il Comune di Lamezia Terme. 

C.S.

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