Lamezia: usa bancomat rubato per prelievo, 30enne patteggia pena a 1 anno e 8 mesi

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Lamezia Terme - Patteggiamento della pena a un anno e otto mesi di reclusione, e mille euro di multa con sospensione condizionale, per Rosanna Notarianni, 30enne, figlia di un esponente di rilievo dell’omonimo gruppo ‘ndranghetistico lametino, accusata di ricettazione ed utilizzo fraudolento di mezzi di pagamento. Il processo a suo carico si è concluso al Tribunale di Lamezia: la condanna è intervenuta a seguito di patteggiamento richiesto dalla difesa, rappresentata dall’avvocato Leopoldo Marchese, cui ha dato il suo consenso il Procuratore capo della Repubblica di Lamezia, Salvatore Curcio, in qualità di pubblico ministero, presente in aula.

Tutto è partito dalla denuncia di un uomo che, nell’ottobre 2016, aveva subito il furto di un marsupio all’interno della sua auto parcheggiata sul lungomare lametino “Falcone-Borsellino”. Da lì sono scattate le indagini della Guardia di Finanza di Lamezia, guidata dal tenente colonnello Fabio Bianco, che hanno permesso di rintracciare la 30enne ripresa dalle telecamere di videosorveglianza mentre prelevava con il bancomat rubato. Su disposizione del sostituto procuratore Giulia Scavello era stata effettuata la perquisizione a casa della Notarianni, dove erano stati trovati i soldi e altri oggetti rubati anche nei mesi precedenti. Furti che sarebbero stati commessi in tempi diversi sul territorio lametino, sempre mediante danneggiamento di auto in sosta: tra le cose sequestrate, anche indumenti sportivi che risultavano frutto di una rapina effettuata pochi mesi prima a danno di un corriere espresso.

La Notarianni è stata condannata dal Tribunale, inoltre, a risarcire le spese legali sostenute dall’unica persona offesa su sette costituitasi parte civile, per un ammontare di 1.920 euro. 

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