Migrante ucciso a San Calogero, al via processo: famiglia e Usb parte civile

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Catanzaro – È iniziato questa mattina davanti la Corte d’assise di Catanzaro il processo a carico di Antonio Pontoriero, difeso dagli avvocati Salvatore Staiano e Francesco Muzzopappa, accusato dell’omicidio di Soumaila Sacko, 29 anni, bracciante e sindacalista Usb originario del Mali, ucciso la sera del 2 giugno 2018 a San Calogero nel vibonese. Il giovane è stato raggiunto da un colpo alla testa sparato con un fucile da caccia mentre era insieme a due connazionali nell’area dell’ex “fornace tranquilla”, una fabbrica di laterizi posta sotto sequestro da 8 anni per l’interramento di 134 mila tonnellate di rifiuti tossici. La Corte d’assise, presieduta dal giudice Alessandro Bravin, ha ammesso come parte civile oltre ai familiari della vittima (la madre, la moglie, la figlia minore e i fratelli di Soumayla Sacko, tutti residenti in Mali) anche l’Usb, rispettivamente rappresentati dagli avvocati Arturo Salerni e Mario Antonio Angelelli.

A margine dell'udienza Aboubakar Soumahoro, italo-ivoriano dirigente sindacale dell'Usb si è soffermato con i cronisti presenti e ha dichiarato: "Questo processo riguarda un uomo, un padre di famiglia, un attivista sindacale, un bracciante, che non riusciva a vivere con la fatica di un lavoro che svolgeva dall'alba al tramonto e quindi era costretto a vivere tra le lamiere. Chiediamo - ha proseguito Aboubakar Soumahoro - che sia fatta giustizia, chiediamo che siano fatte verita' e piena luce, e chiediamo che nessuno altro essere umano sia mai costretto a vivere tra le lamiere". L'ammissione come parte civile dei familiari e del sindacato di base è stata accolta con soddisfazione dall'Usb che, in una nota, ha inteso riaffermare il proprio impegno nelle lotte sociali e sindacali dei braccianti, per i quali Soumaila Sacko ha dato la vita: "Il presidente Alessandro Bravin - si legge in una nota del sindacato autonomo - ha riconosciuto che dall'assassinio di Soumaila - hanno tratto un danno sia la famiglia che Usb. In un periodo di forti preoccupazioni per gli abitanti della baraccopoli di San Ferdinando - scrive l'Usb - l'impegno di Soumaila sarebbe stato un valore al centro della lotta per la dignita' dei braccianti, per una giusta paga, per una casa per tutti". Il pm, si sottolinea, ha chiesto che tra le prove siano incluse le intercettazioni telefoniche dell'imputato effettuate nel periodo intercorso tra l'omicidio e il fermo del 48enne di San Calogero”.

B.M.

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