Operazione Columbus: 'ndrangheta a New York, blitz Polizia-Fbi, coinvolti lametini

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Roma - Sono una quindicina le persone fermate e arrestate tra la Calabria e New York nell'ambito dell'indagine della Polizia di Stato e dell'Fbi su un'organizzazione criminale legata alla Ndrangheta e alle famiglie mafiose americane. Una trentina, invece, gli indagati. Sono in corso nei due paesi perquisizioni e sequestri. I provvedimenti sono stati emessi dalla Dda di Reggio Calabria e dalla magistratura americana ed eseguiti dal Servizio centrale operativo (Sco) e dalla Squadra mobile di Reggio Calabria, dall'Fbi e dall'Homeland security.

Le persone coinvolte

Franco Fazio, nato a Pianopoli (CZ) il 15 marzo 1969; Pino Fazio, nato a Lametia Terme (CZ) il 21 giugno 1971; Francesco Violi, nato a Sinopoli (RC) il 10 gennaio 1972; Carmine Violi, nato a Sinopoli (RC) il 22 febbraio 1979; Basilio Caparrota, nato a Sant'Onofrio (VV) il 10 settembre 1961; Salvatore Caparrota; Alfonso Santino Papaleo, nato a Cotrone (KR) il 4 novembre 1955; Nicola Preiti, nato a San Calogero (VV) il 31 dicembre 1968; Domenico Berlingeri, detto "Mimmo", nato a Lametia Terme (CZ) l'11 gennaio 1980; Cosimo Berlingeri, nato a Oppido Mamertina (RC) il 17 febbraio 1958; Domenico Berlingeri, detto "Mimmo terra nostra"; Antonio Berlingeri, nato a Crotone il 23 dicembre 1992; Alessandro Cacia, nato a Catanzaro il 27 settembre 1983. Tra le persone coinvolte, lo ricordiamo anche se precedentemente arrestato, c'è anche Gregorio Gigliotti, originario di Serrastretta e che era a capo dell'organizzazione.

In ristorante New York base trafficanti

Un ristorante nel Queens, a New York, gestito da un calabrese incensurato, Gregorio Gigliotti, originario di Serrastretta in provincia di Catanzaro, assieme alla moglie e al figlio: era questa, secondo quanto ricostruito dagli investigatori attraverso intercettazioni audio e video, la base dell'organizzazione che controllava un imponente traffico di droga tra gli Stati Uniti e l'Italia. L'uomo, assieme ai familiari, è stato arrestato nelle settimane scorse: nel corso della perquisizione nel ristorante sono stati sequestrate oltre 100mila dollari, sei pistole, un fucile, cocaina e marijuana. L'uomo è stato arrestato assieme alla moglie e al figlio dall'Fbi, con l'accusa di traffico internazionale di droga. Dalle indagini è emerso che dietro la veste ufficiale, titolare del ristorante-pizzeria 'Cucino a modo mio' nel Queens, la sua vera attività era quella di broker del traffico di droga. L'uomo sarebbe infatti in contatto sia con esponenti delle famiglie mafiose newyorchesi sia con personaggi di spicco della 'Ndrangheta, un cartello della famiglia degli Alvaro, sia con i narcos sudamericani. Il 12 ottobre scorso, il giorno del Columbus Day, gli uomini del Fbi e della polizia italiana hanno bloccato il primo carico di cocaina, proveniente da un porto del centro America e destinato alle piazze di New York e della Calabria. Dietro questo traffico, hanno ricostruito gli investigatori, vi sarebbe appunto il ristoratore calabrese.

Droga nascosta in container frutta

Cocaina nascosta in container provenienti dal centro America contenenti ufficialmente frutta tropicale e tuberi: l'hanno scoperto gli investigatori della Polizia e del Fbi nell'ambito dell'indagine che ha svelato l'ennesimo legale tra le famiglie mafiose americane e la 'Ndrangheta calabrese. Grazie ai pedinamenti ed alle intercettazioni, gli investigatori sono riusciti ad intercettare alla fine del 2014 nei porti di Wilmington, nel Delawere, e di Chester Philadelphia, in Pennsylvania, due carichi di droga per un totale di 60 chili di cocaina purissima. La 'copertura' utilizzata per importare la droga era una società impegnata nel settore alimentare e nell'importazione di frutta tropicale.

Cosche 'perfettamente inserite' criminalità Usa

Hanno colmato vuoti di potere dopo le operazioni antimafia. Le 'ndrine calabresi hanno riprodotto a New York la "loro tradizionale struttura criminale, impermeabile all'esterno", caratterizzata da "solidi vincoli di consanguineità e parentela" e sono "perfettamente inserite nel tessuto criminale americano". E' la fotografia che emerge dall'indagine della Polizia insieme a Fbi che ha sgominato un traffico internazionale di droga. Un business che rappresenta "il fulcro e il motore di tutti gli assetti mafiosi tra Italia e Stati Uniti, già a partire dalla fine degli anni '70". La 'Ndrangheta reggina, in particolare, risulta essersi affermata quale "leader del crimine transnazionale", riuscendo a colmare quei "vuoti di potere" effetto delle tante operazioni antimafia Usa-Italia di questi ultimi anni.

Investigatori, importanti legami con narcos

L'organizzazione smantellata dall'indagine congiunta della Polizia e del Fbi era una "nuova filiera di quello che attualmente è uno dei più importanti cartelli della droga in centro e sud America". Lo ha spiegato il direttore della prima divisione dello Sco, Andrea Grassi, ricostruendo le fasi principali dell'inchiesta che ha portato ad una quindicina di arresti e fermi tra l'Italia e gli Usa. L'indagine, tra l'altro, ha confermato e dimostrato ulteriormente "l'alleanza di fatto tra la 'Ndrangheta e le famiglie della cosa nostra nostra newyorkese". Ma non solo: "gli elementi raccolti fin qui - ha detto Grassi - non escludono ulteriori sviluppi dell'indagini". Ad interessare gli investigatori sono in particolare due sequestri di droga effettuati nei mesi scorsi in Spagna e soprattutto in Olanda, dove nel porto di Rotterdam, è stato bloccato un container contenente ben 3 tonnellate di cocaina purissima. "Ci sono elementi - si è limitato a dire Grassi - che ascriverebbero il carico al cartello che oggi abbiamo arrestato".

Gigliotti, 'mi sono mangiato rene e cuore'

"Una volta mi sono mangiato un pezzo di rene e un pezzo di cuore". Lo dice al telefono con la moglie Eleonora, Gregorio Gigliotti, il ristoratore calabrese residente a New York ritenuto al vertice dell'organizzazione scoperta dalla Polizia e dal Fbi. La telefonata è del 26 agosto 2014: l'uomo parla con la donna del suo referente in Calabria, Franco Fazio, che si sarebbe appropriato di una parte di denaro che sarebbe invece dovuto finire a lui. "Ancora non mi conosci, neanche tu? - dice alla moglie parlando del comportamento dell'uomo - ti ricordi una volta che ti ho detto... che allo stesso tavolo ho mangiato un soffritto...mi sono mangiato un rene e un pezzo di cuore". E la moglie, che non sembra sorpresa, risponde, "perché tu sei mezzo pazzo...mi fai venire il rovescio Grè...". "Si era letteralmente mangiato gli organi di qualcuno - annotano gli investigatori - come gesto plateale di oltraggio alla vittima". In un'altra telefonata, invece, Gigliotti per la prima volta fa riferimento alla 'Ndrangheta, parlando si se stesso che, trovandosi ad un banchetto di nozze, "ha il rispetto di tutti i presenti". "La persona della ndrangheta deve stare serio - dice sempre alla moglie - ...lo sgarro... i complimenti, tutti mi vogliono, tutti sanno (chi sono io) e sono venuti lì (ride)". L'8 settembre del 2014, invece, è al telefono con Franco Fazio, il suo referente in Calabria che sta per andare in Costarica ad incontrarsi con i narcos. "Digli che non facciano troppo gli intelligenti loro...gli doveva dare 360 Eleonora no? invece di prendersi 10mila dollari si è preso 2mila di quelli che ha impallinato e 8mila sono rimasti a lui. hai capito? dovevano essere 360 e invece erano 368, Eleonora ha sbagliato".

Gigliotti, devono sparire, bruciati nell'acido

"Lui e il fratello sono .. mi deve dare 35 mila dollari il compare .. tienili ma devono sparire questi due .. e quando li fanno tutti e due .. il fratello cade a terra e lui .. incomprensibile .. e poi vediamo, bruciati dentro l'acido .. gli faccio vedere io .. non hanno vergogna, non tengono niente". Così Gregorio Gigliotti, il ristoratore calabrese residente a New York ritenuto al vertice dell'organizzazione scoperta dalla Polizia e dal Fbi, parlava in auto, intercettato, nel settembre del 2014, con la moglie Eleonora Lucia, riferendo, secondo l'accusa, di un progetto di omicidio del quale avrebbe parlato con Francesco Violi, indicato come elemento della cosca Alvaro di Sinopoli. Nell'occasione, secondo i magistrati della Dda di Reggio Calabria, Gigliotti ce l'aveva con i fratelli Franco e Pino Fazio, che gli avrebbero fatto credere falsamente che Violi non aveva saldato un debito per una partita di droga acquistata. Parole, scrivono i pm nel decreto di fermo, che "non meritano commento, emergendo una personalità inquietante, che si spingeva ad ipotizzare così gravi conseguenze per un debito di poche migliaia di euro". Successivamente, però, secondo quanto emerso dalle indagini, i rapporti tra Gigliotti ed i fratelli Fazio sono proseguiti.

REAZIONI

Magorno (Pd): plauso a polizia e magistrati

"Rivolgo un plauso ai magistrati e alla polizia per l'indagine congiunta Italia-Usa che ha portato a sgominare una centrale del narcotraffico tra la Calabria e New York. La 'ndrangheta può essere sconfitta". Lo dichiara il deputato del Partito democratico e componente della Commissione Antimafia, Ernesto Magorno, segretario regionale del Pd Calabria.

"L'indagine guidata dai giudici Gratteri e Cafiero De Raho – spiega Magorno – rappresenta un duro colpo inflitto alla criminalità organizzata calabrese, con forti ramificazioni all'estero. E' la dimostrazione che siamo di fronte ad una realtà criminale ancora forte, ma che può essere battuta. E' lo stesso messaggio che vogliamo inviare con la campagna per Platì libera: la Calabria deve tornare ai calabresi, non può essere lasciata ai mafiosi".

Lumia (Pd): brillante operazione

"Alla 'Ndrangheta globalizzata si risponde con una brillante operazione condotta a livello internazionale. La cooperazione è fondamentale per disarticolare il traffico di stupefacenti e colpire al cuore l'organizzazione". Lo dice il senatore del Pd Giuseppe Lumia, componente della Commissione parlamentare antimafia, commentando l'inchiesta della Dda di Reggio Calabria guidata dal procuratore De Rao e dall'aggiunto Gratteri e condotta dagli uomini dello Sco e dell'Fbi. "La 'Ndrangheta – aggiunge – da anni occupa i piani alti della criminalità in Italia e nel contesto internazionale. Ancora oggi il traffico di droga costituisce una risorsa fondamentale che gli consente di costruire potere economico e collusivo e di instaurare relazioni fortissime, come quelle con le famiglie mafiose newyorkesi dei Gambino, Lucchese, Bonanno, Colombo e Genovese". "In questo settore – conclude – la 'Ndrangheta ha rafforzato la sua posizione con i cartelli sudamericani, per la sua affidabilità nei pagamenti, per l'abilità nel riciclare denaro sporco grazie alla rete di colletti bianchi di cui dispone, ma soprattutto per la capacità di garantire un mercato di vaste proporzioni come quello europeo".

Alfano: duro colpo a narcotraffico internazionale

"Con l'operazione di oggi è stato inferto un duro colpo al narcotraffico internazionale" - lo ha detto il ministro dell'Interno Angelino Alfano, commentando il blitz portato a termine da Polizia e Fbi in Italia e Stati Uniti. "Lo Stato ha riportato un altro importante successo, smantellando un'organizzazione criminale che faceva capo alla 'ndrangheta calabrese e che aveva le sue ramificazioni anche negli Stati Uniti d'America. E' un'operazione di eccezionale importanza - ha commentato il ministro - perchè si è avvalsa, oltre che del coordinamento della Procura Antimafia di Reggio Calabria e dei magistrati di New York, dell'apporto operativo strategico della Polizia italiana che ha portato avanti un ottimo lavoro di squadra con l'FBI, a dimostrazione dell'eccellente livello dei rapporti di collaborazione internazionale. L'indagine ha visto impegnate, infatti, squadre miste di investigatori della Polizia di Stato e agenti delle Agenzie federali americane del Federal Bureau of Investigation e dell'Homeland Security".

Roberti: modello Italia-Usa da esportare in Ue

"La collaborazione tra l'Italia e gli Usa per contrastare la criminalità organizzata è un modello vincente che dobbiamo esportare nell'Ue". Lo dice il procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti, commentando il blitz della Polizia e dell'Fbi. "La grande sinergia tra le autorità italiane e Usa - ha aggiunto - produce risultati brillantissimi e crescenti ed è quello che deve accadere in Europa". Roberti ha sottolineato che contrastare traffici di droga "significa anche contrastare il finanziamento al terrorismo".

Procura Usa: minaccia globale e persistente

"La 'ndrangheta è una minaccia globale e persistente che dobbiamo continuare a contrastare". Così il procuratore aggiunto di New York, James McGovern, ha commentato il blitz della Polizia e dell'Fbi contro le ramificazione delle cosche negli Stati Uniti. Il procuratore ha ringraziato la magistratura italiana e la Polizia "per l'ottima collaborazione e ha ricordato che Gregorio Gigliotti, il ristoratore arrestato a New York assieme alla sua famiglia, rischia 15 anni di carcere. "Oggi è un passo molto importante per la collaborazione tra la Polizia e l'Fbi - ha aggiunto il capo sezione della criminalità organizzata dell'Fbi Chris Warrener - le organizzazioni criminali collaborano tra loro e dunque è importante che anche le autorità facciano altrettanto". "Oggi - ha concluso - non possiamo pensare ad una collaborazione più importante di quella con l'Italia".

Cortese: per contrasto serve strategia globale

"Questa operazione dimostra ancora una volta la forza della 'ndrangheta in Italia e nel mondo: una forza che non si può contrastare soltanto con un approccio provinciale e nazionale ma che richiede una strategia di contrasto globale". Lo ha detto il direttore del Servizio centrale operativo (Sco) della Polizia, Renato Cortese, sottolineando che "va ulteriormente potenziata la collaborazione" tra i vari Paesi "perché solo così possiamo contrastare la minaccia".

Questore Reggio Calabria: squadra Stato è forte

"Stiamo lavorando per contrastare un'organizzazione criminale tra le più forti al mondo. Ma se la 'ndrangheta è forte, anche la squadra Stato è forte e si è attrezzata per contrastarla". Così il questore di Reggio Calabria, Raffaele Grassi, sul blitz della Polizia e dell'Fbi. Il questore ha aggiunto che sul territorio vi è stata una intensificazione dell'attività investigativa e del controllo del territorio, per far sì che le cosche abbiano sempre meno spazi di movimento.

Capo Polizia Pansa: "tra più potenti gruppi criminali al mondo"

"Ancora una volta gli splendidi investigatori della Polizia di Stato, lavorando insieme ai loro colleghi dell'FBI, hanno saputo colpire la 'ndrangheta nella sua dimensione internazionale, caratteristica che fa di essa una delle più potenti organizzazioni criminali del mondo". Lo ha dichiarato il Capo della Polizia, Prefetto Alessandro Pansa commentato l'operazione che oggi ha portato all'arresto di diversi esponenti dell'associazione calabrese di stampo mafioso, in Italia ed in America. "Sotto la sapiente guida delle Procure Distrettuali di Reggio Calabria e di New York," ha proseguito Pansa, "la Polizia di Stato ha continuato nell'attività di indagine che aveva già permesso di assestare durissimo colpo alle cosche statunitensi nel febbraio 2014 con l'operazione denominata 'new bridge'". "Le mie congratulazioni e i miei complimenti" ha concluso il Capo della Polizia, "alle donne ed agli uomini della Polizia di Stato che continuano con il loro lavoro a garantire i più elevati standard di lotta al crimine organizzato".

Bindi: "serve strategia unitaria lotta a mafie"

"Alla sfida dei poteri criminali sempre più globalizzati, non solo nel controllo del traffico degli stupefacenti, si deve rispondere con una strategia e un sistema di lotta alle mafie unitario". Così Rosy Bindi, presidente Commissione parlamentare Antimafia commenta l'operazione Columbus che oggi "ha inferto un durissimo colpo alla leadership della 'Ndrangheta nel mercato globale della droga e un significativo esempio di collaborazione internazionale". "Grazie all'indagine della Dda di Reggio Calabria guidata da procuratore Cafiero de Rhao e dall'aggiunto Gratteri, in stretto collegamento con i magistrati di New York e alla professionalità della nostra Polizia di Stato che ha lavorato d'intesa con l'Fbi - rileva Bindi - è stata smantellata la centrale operativa tra Stati Uniti e Calabria collegata ai cartelli sudamericani". "L'eccellente lavoro svolto da magistrati e forze dell'ordine può diventare un modello anche per l'Europa" conclude Bindi.

Scalzo: “in Calabria  la liberazione sarà battere la ‘ndrangheta”

“La liberazione della Calabria non può che passare dalla lotta al vero oppressore di questa regione: la 'ndrangheta”. Il rappresentante dell’assemblea legislativa calabrese ha ricordato che “lo scorso 25 aprile, intervenendo a Milano, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha affermato che oggi, per l'Italia, la liberazione che serve è quella dalla corruzione. Come non essere d'accordo con il capo dello Stato? La corruzione – ha aggiunto - è il male profondo di un sistema Paese che sembra non reagire più alle cure; ed è anche il motivo reale del distacco e della diffidenza dei cittadini nei confronti delle istituzioni. Ma in Calabria bisogna combattere anche con un’altra grave forma di oppressione, quella ‘ndranghetista, contro cui abbiamo tutti il dovere di impegnarci”. Scalzo ha sottolineato come “la sottovalutazione del contributo del Mezzogiorno nelle lotte partigiane esprima un pregiudizio che va spezzato, in un Paese in cui continua a esistere una drammatica questione meridionale. Aiutare il Sud a svilupparsi – ha detto ancora Tonino Scalzo – significa garantire all’Italia di riprendere la via della crescita”. Infine, da parte del presidente del Consiglio regionale, un ringraziamento particolare all’Anpi e ai partigiani (presente Aldo Chiantella, avrebbe dovuto partecipare ai lavori anche Anna Condò) che “con il loro sacrificio e il loro coraggio ci hanno consentito di vivere un Paese libero e democratico”.

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