'Ndrangheta, arrestato in Svizzera latitante vicino alle cosche di Gioia Tauro

arresti-carabinieri_copia_2f1aa_987d0.jpg

Roma - E' stato arrestato in Svizzera il primo latitante ritenuto vicino alla ‘ndrangheta, dopo l'avvio il 24 giugno del progetto I CAN ( Interpol Cooperation Against ‘Ndrangheta), una strategia di attacco globale alla ‘ndrangheta fortemente voluta dall’Italia e personalmente sostenuta dal Prefetto Vittorio Rizzi, Direttore Centrale della Polizia Criminale.

Il progetto, patrocinato dall'Italia sotto l'egida dell'Interpol, rafforza la cooperazione internazionale di polizia con la Svizzera ed altri 9 Paesi di quattro continenti. Gli altri Paesi coinvolti sono l’Argentina, l’Australia, il Brasile, il Canada, la Colombia, la Francia, la Germania, gli Stati Uniti, e l’Uruguay. Il ricercato arrestato a Bienne (Canton Berna), dopo un breve periodo di latitanza è Roberto Pisano, 41 anni, che deve scontare un cumulo pene residue di 8 anni e 7 mesi, relativo a condanne passate per stupefacenti, minacce ed altro. Pisano in passato è stato denunciato e condannato ripetutamente per vari reati contro il patrimonio, nonché sottoposto a misure di prevenzione per la sua vicinanza alla criminalità organizzata del reggino, in particolare le cosche Piromalli-Molé di Gioia Tauro (RC). Le operazioni sono state coordinate dall’Ufficio Federale di Giustizia e dall’ Ufficio Federale di Polizia (FEDPOL), coadiuvati sul territorio dalla Polizia Cantonale di Berna.

Era ricercato in Italia per traffico di sostanze stupefacenti, minacce e altri reati. Decisive le indagini della Stazione Carabinieri e della Sezione Operativa di Gioia Tauro (RC), che hanno portato all’emissione di un mandato d’arresto europeo, nei confronti dell’uomo, figura contigua alle locali cosche di ‘Ndrangheta Piromalli-Molè di Gioia Tauro, latitante dal novembre 2017.

Il latitante rintracciato dai militari della Compagnia Carabinieri di Gioia Tauro, in forza di un mandato d’arresto europeo emesso dalla Procura di Palmi, su indicazione dei Carabinieri, è stato rintracciato nella cittadina elvetica, ove l’uomo conviveva con la moglie e lavorava come cameriere e pizzaiolo presso un’osteria del posto. I militari della Stazione di Gioia Tauro, sono riusciti a localizzarlo a Bienne, in Svizzera, al termine di una complessa attività di indagine, svolta anche con la collaborazione della polizia austriaca ed elvetica nonché con il supporto del Servizio per la Cooperazione internazionale di Polizia della Direzione Centrale della Polizia Criminale (CriminalPol). L’uomo si era reso irreperibile fin dal novembre 2017, quando la Procura di Palmi aveva emesso nei suoi confronti un ordine di esecuzione per la carcerazione, unificando una serie di pene concorrenti per un totale di un 8 anni e 7 mesi da espiare. Tanti i reati di cui si era reso responsabile: produzione, traffico e detenzione di sostanze stupefacenti, minacce e diversi altri reati commessi tra Pesaro, Ancora e Gioia Tauro tra il 2007 e il 2015. 

L’individuazione e la cattura sono giunte, dunque, all’esito di un’intensa attività info-investigativa, coordinata dalla Procura di Palmi e condotta dai militari della Compagnia di Gioia Tauro nel corso della quale è stato accertato che l’indagato, benché latitante, lavorava come dipendente presso un’osteria del posto, nel Cantone Svizzero di Berna, da dove continuava a mantenere contatti con i propri familiari. Pertanto, sulla base delle evidenze raccolte nel corso dell’attività di ricerca, la Procura della Repubblica di Palmi ha richiesto l’emissione di un mandato di arresto europeo in ottemperanza al quale la Polizia elvetica, avvalendosi prioritariamente degli elementi forniti dai militari dell’Arma, sono riusciti a catturarlo mentre si trovava nella cittadina svizzera di Bienne. Pisano, al termine delle formalità di rito, è stato messo a disposizione dell’Autorità giudiziaria Svizzera ed è in attesa di formale estradizione in Italia con richiesta già inoltrata dal Ministero della Giustizia italiano.

© RIPRODUZIONE RISERVATA