'Ndrangheta, blitz della Gdf: disarticolato clan Bellocco di Rosarno e sue articolazioni extra regionali

gdf-op-bellocco-20191.jpg

Reggio Calabria - Un'operazione della Guardia di finanza è in corso in varie regioni per l'esecuzione di 45 ordinanze di custodia cautelare in carcere e ai domiciliari, emessa dal gip su richiesta della Dda di Reggio Calabria. L'operazione, denominata 'Magma', secondo gli investigatori, ha disarticolato il clan Bellocco di Rosarno e le sue articolazioni extra regionali operanti in particolare nel Lazio, in Emilia Romagna e in Lombardia.

Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, traffico internazionale di sostanze stupefacenti, detenzione di armi e rapina aggravate dall'utilizzo del metodo mafioso e della transnazionalità del reato. L'operazione è condotta dai finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, insieme a personale del Servizio centrale investigazione criminalità organizzata della Finanza con il coordinamento della Dda reggina e l'ausilio di elicotteri del Comparto aeronavale del Corpo. I dettagli dell'operazione saranno illustrati nel corso di una conferenza stampa in programma alle 10:30 nella sede del Comando provinciale di Reggio della Guardia di finanza alla presenza del procuratore della Repubblica Giovanni Bombardieri, del comandante regionale Calabria Fabio Contini e del comandante dello Scico Alessandro Barbera.

Tra arrestati 5 percettori reddito

Cinque dei 45 arrestati nell'operazione Magma della Guardia di finanza contro la cosca Bellocco di Rosarno erano percettori del reddito di cittadinanza. Complessivamente, i provvedimenti restrittivi hanno portato 36 persone in carcere e 9 ai domiciliari.

In aiuto colletti bianchi italo-argentini in SudAmerica 

Una cosca, quella dei Bellocco, appartenente al "mandamento tirrenico" e operante, oltre che nella piana di Gioia Tauro, in Emilia Romagna, in Lazio e in Lombardia. I Bellocco, grazie alla propria forza intimidatrice, per l'accusa, hanno attuato un capillare controllo di ogni aspetto della vita, specie pubblica ed economica, con l'intento di assoggettare economicamente il territorio, progetto realizzato anche attraverso accordi con altre cosche quali quella dei Pesce di Rosarno, dei Gallace ad Anzio e dei Morabito di Africo. Gli arresti sono giunti a conclusione di un'indagine coordinata dal procuratore aggiunto Gaetano Calogero Paci e dal pm Francesco Ponzetta, e condotta dal Gico-Goa del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Reggio Calabria, che ha preso le mosse da una precedente operazione, condotta sempre dal Goa denominata "Rio De Janeiro", che portò al sequestro di 385 chilogrammi di cocaina gettato in mare in contenitori impermeabili da marittimi "infedeli" di una nave portacontainer giunta al porto di Gioia Tauro il 19 ottobre 2016. Partendo da quella operazione, i finanzieri sono riusciti a identificare tutti i componenti dell'organizzazione, le cui attività principali erano quelle dell'approvvigionamento di ingenti quantitativi di droga da far giungere nei porti nazionali, come Gioia Tauro, e internazionali, come Rotterdam (Olanda) e Le Havre (Francia), interfacciandosi, in questi siti, con organizzazioni autonome dotate di batterie di operatori portuali infedeli. Le fonti di approvvigionamento dello stupefacente erano, in particolare, in Argentina e Costarica. Uomini dei Bellocco si sono serviti di alcuni emissari che hanno effettuato diversi viaggi in Sudamerica per visionare la droga e contrattare gli aspetti logistici dell'importazione. Durante le indagini, i finanzieri hanno anche sventato una rapina che alcuni componenti la cosca stavano organizzando in un ufficio postale del Lazio per finanziare l'acquisto di cocaina. Nel corso delle indagini sono stati sequestrati 400 Kg di cocaina, 30 Kg di hashish, 15 Kg di marijuana, un fucile d'assalto automatico, 3 pistole semiautomatiche, un silenziatore e munizionamento di vario calibro.

La cosca Bellocco, in Argentina, poteva contare su alcuni "colletti bianchi" italo-argentini ritenuti intranei all'organizzazione e disposti ad agevolare la pianificazione dei traffici illeciti e dell'importazione di ingenti quantitativi di cocaina. Una presenza emersa grazie alla collaborazione tra la Guardia di finanza di Reggio Calabria e la Gendarmeria argentina, tramite rogatoria internazionale promossa dalla Dda reggina. In tale contesto, è emerso che uno di questi, sfruttando le proprie conoscenze, è riuscito ad ottenere informazioni riservate riguardanti l'attività d'indagine avviata dal Tribunale Penale-Economico di Buenos Aires, informando tempestivamente i sodali calabresi e fornendo loro anche copia di alcuni atti di indagine.

© RIPRODUZIONE RISERVATA