'Ndrangheta, operazione "Borderland": 48 arresti e sequestro beni - VIDEO

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Catanzaro - Nel corso della notte oltre 250 poliziotti della Squadra Mobile di Catanzaro, con il concorso del Servizio Centrale Operativo e reparti di rinforzo, hanno arrestato 46 persone in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip, su richiesta della Dda del capoluogo calabrese diretta da Nicola Gratteri, a carico di altrettante persone accusate di associazione per delinquere di tipo mafioso. I provvedimenti sono serviti a smantellare la cosca di 'ndrangheta facente capo, secondo le indagini, alla famiglia Trapasso, egemone sul territorio di confine tra le province di Catanzaro e Crotone, e il gruppo collegato dei Tropea. Inoltre, due delle persone destinatarie dei 48 provvedimenti restrittivi, risultano, al momento, irreperibili e vengono attivamente ricercate.

I NOMI

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1. Giovanni Trapasso, 68 anni, di Cutro

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2. Vincenzo Trapasso, 65 anni, di Cutro

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3. Leonardo Trapasso, 47 anni, di Cutro


4. Tommaso Trapasso, 38 anni, di Cutro


5. Giuseppe Trapasso, 29 anni, di Botricello

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6. Gregorio Aiello, 41 anni, di Cutro

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7. Salvatore Aiello, 46 anni, di Cutro

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8. Antonio Bianco, 39 anni, di Parma

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9. Vito Borelli, 40 anni, di Sellia

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10. Raffaele Bubbo, 47 anni, di Petronà

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11. Pier Paolo Caloiro, 37 anni, di Cutro

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12. Gianluca Colosimo, 31 anni, di Sersale

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13. Giovanni Colosimo, 35 anni, di Cropani

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14. Massimo Colosimo, 38 anni, di Parma

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15. Alex Correale, 23 anni, di Cropani

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16. Alessandro Cosco, 23 anni, di Cropani

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17. Stefano Roberto Cosco, 40 anni, di Cropani

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18. Damiano Giovanni Drago, 31 anni, di Parma

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19. Domenico Esposito, 38 anni, di Cropani

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20. Rosetta Esposito, 40 anni, di Cropani

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21. Rosario Falsetti, 49 anni, di Reggio Emilia

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22. Francesco, inteso "Raffaele" Greco, 53 anni, di Cropani

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23. Luigi Greco, 63 anni, di Cropani

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24. Klodian Hymeti, 34 anni, di Cropani

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25. Giuseppe Graziano Macrì, 37 anni, di Cropani

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26. Salvatore Macrì, 48 anni, di Cropani

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27. Antonio Mancuso, 35 anni, di Cropani

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28. Giuseppe Mancuso, 28 anni, di Cropani

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29. Eliseo Mercurio, 43 anni, di Cropani

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30. Vincenzo Niutta, 48 anni, di Botricello

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31. Gianfranco Palaia, 40 anni, di Cropani

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32. Giuseppe Palaia, 46 anni, di Cropani

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33. Giuseppe Quintino, 40 anni, di Cropani

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34. Rolando Russo, 32 anni, di Sellia Marina

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35. Francesco Talarico, 60 anni, di Cropani

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36. Giovannibattista Talarico, 41 anni, di Sellia Marina

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37. Pasquale Talarico, 47 anni, di Cropani

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38. Vincenzo Talarico, 64 anni, di Sersale

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39. Antonio Taverna, 27 anni, di Cutro

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40. Carmine Taverna, 56 anni, di Cutro

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41. Carmine Tropea, 30 anni, di Cropani

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42. Francesco Tropea, 21 anni, di Cropani

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43. Giuseppe Tropea, 39 anni, di Cropani

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44. Renzo Tropea, 32 anni, di Cropani

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45. Vincenzo Tropea, 44 anni, di Cropani

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46. Antonio Viscomi, 40 anni, di Cutro

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47. Massimo Zofrea, 46 anni, Catanzaro

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48. Salvatore Stanizzi, 32 anni, di Cropani

Agli arrestati, oltre all'associazione mafiosa, vengono contestati i reati di estorsione, detenzione e porto abusivi di armi, illecita concorrenza con violenza o minaccia, esercizio abusivo del credito, intestazione fittizia di beni, reati tutti aggravati dalla modalità mafiose e dalla finalità di avvantaggiare l'organizzazione criminale oggetto delle indagini. Sono stati sequestrati, inoltre, beni ed imprese riconducibili agli indagati. Dalle investigazioni, secondo quanto ha riferito la polizia, sono emersi gli interessi delle cosche, con solidi legami con le cosche reggine e vibonesi oltre che con quelle crotonesi, sulle attività economiche della zona, con riguardo particolare a numerosi villaggi turistici, ad una fiorente attività di esercizio abusivo del credito e di usura e ad una capillare pressione estorsiva sugli imprenditori talvolta concretizzatesi nell'acquisizione dei beni delle vittime da parte dell'organizzazione criminale. Si è poi evidenziata l'infiltrazione, da parte del sodalizio, in apparati politico-amministrativi locali.

VIDEO

Matrimoni occasione di incontri fra cosche

I privilegiati rapporti della cosca Trapasso con le più potenti cosche dell’intera Regione sono attestati, oltre che dalla documentata partecipazione a summit di mafia, anche dalla presenza, registrata nel corso delle indagini, di rappresentanti della famiglia a sontuosi banchetti svoltisi in occasione dei matrimoni di alcuni appartenenti alle famiglie di ‘ndrangheta delle diverse provincie calabresi,  tradizionalmente opportunità anche per il conferimento di cariche, per il consolidamento di alleanze e l’eventuale pacificazione di contrasti; allo stesso modo, testimonia della appartenenza dei Trapasso al ristretto numero delle cosche custodi della ortodossia della ‘ndrangheta, la presenza di uomini della consorteria a Polsi, in occasione degli annuali festeggiamenti della Madonna, tristemente noti per essere occasione di incontro tra esponenti delle diverse organizzazioni malavitose della Regione come pure lo spiccato interesse degli uomini di vertice del clan per la organizzazione e la partecipazione, in posizione privilegiata e di assoluta visibilità, alla cerimonie religiose dei luoghi di propria influenza.

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Sequestro di società e imprese

Parallelamente all’esecuzione delle misure cautelari personali, con particolare riguardo ai reati contestati in materia di intestazione fittizia di beni da parte di esponenti della consorteria mafiosa dei Trapasso, la Procura della Repubblica – Dda di Catanzaro, ha emesso un provvedimento urgente di sequestro di diverse società e imprese ritenute lo strumento delle attività illecite della stessa cosca o l’oggetto di interposizioni fittizie dei sodali. Il sequestro, eseguito dagli uomini della Divisione Polizia Anticrimine di Catanzaro e dagli specialisti in indagini patrimoniali del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, ha riguardato, fra l’altro, un esercizio ricettivo, un maneggio ed una società per la distribuzione di slot machines e, in particolare,  le società di servizi attraverso le quali la cosca controllava di fatto la gestione delle attività interne ad importanti villaggi turistici della zona, monopolizzando le attività di manutenzione e ristorazione, le forniture di generi alimentari e pesantemente condizionando ogni tipo di servizio.

Scoperta esistenza di due distinti sodalizi mafiosi

Il teatro dei fatti è una zona di confine tra due provincie, che comprende il territorio, a spiccata vocazione turistica, dei comuni di Sellia Marina, Cropani, Botricello, Sersale, Cutro e la frazione San Leonardo di quest’ultimo centro, ha ispirato il nome della operazione “Borderland”, che ha preso l’avvio da una serrata attività di sorveglianza fisica ed elettronica degli indagati da parte della Squadra Mobile di Catanzaro, coordinata dal Sostituto Procuratore Vincenzo Capomolla e dai Procuratori Aggiunti Vincenzo Luberto e Giovanni Bombardieri con la Supervisione del Procuratore Capo, Nicola Gratteri. In particolare, l’attività d’indagine ha disvelato l’esistenza di due distinti sodalizi mafiosi, pesantemente armati, quello dei Trapasso di San Leonardo di Cutro (KR) e quello dei Tropea/Talarico di Cropani Marina (CZ), strettamente dipendente dal primo, dediti in prevalenza all’attività usuraria, all’esercizio abusivo del credito, alle estorsioni, alla gestione ed al controllo delle attività economiche presenti sul territorio, soprattutto turistiche, sia direttamente che per interposizione di persone.

Le investigazioni hanno dimostrato come la cosca di ‘ndrangheta dei Trapasso, capeggiata dal cinquantottenne Giovanni Trapasso e dai figli Leonardo, detto Nana’ e Tommaso, rivestisse un ruolo di assoluto rilievo nel panorama delle consorterie mafiose dell’area, operando in stretta connessione con le omologhe compagini dei Grande Aracri di Cutro, dei Farao-Marincola di Cirò Marina, dei Bubbo di Petronà, dei Ferrazzo di Mesoraca e vantando solidi rapporti con le più influenti cosche della regione. Nel corso delle indagini si è assistito, inoltre, all’ascesa criminale del clan mafioso facente capo a Giuseppe Tropea ed allo zio Francesco Talarico, i quali, inizialmente assoldati come “manovalanza” dal clan Trapasso, hanno gradualmente conquistato una propria autonomia nel territorio di Cropani Marina, soprattutto con riferimento all’attività usuraria, seppur con l’obbligo di rendiconto alla cosca “madre” di San Leonardo.

L’organizzazione dei Trapasso è risultata particolarmente attiva in delitti di tipo estorsivo realizzati nei confronti di numerosi imprenditori operanti nell’alto ionio catanzarese e nella provincia crotonese, in danno dei quali, talvolta, è giunta sino alla espropriazione, di fatto, di beni strumentali delle aziende o di beni personali e di famiglia, per soddisfare le proprie pretese. Il sodalizio di San Leonardo di Cutro si è rivelato, altresì, in possesso di ingenti quantitativi di armi, anche da guerra, detenuti da sodali, quali Antonio Viscomi e  Antonio Taverna, insospettabili custodi di una vera e propria “santabarbara”.

Un fronte di particolare interesse per l’organizzazione mafiosa indagata, è emerso essere, inoltre, quello economico-finanziario, nel quale un ruolo strategico e di assoluto pregio investigativo è risultato appannaggio di Pier Paolo Caloiro, attivo nel campo dei servizi di gestione dei villaggi turistici, nonché uomo di fiducia e imprenditore di riferimento del sodalizio cutrese. Proprio la gestione dei villaggi turistici sul litorale ionico si è rivelato un vero e proprio strumento di consenso per l’organizzazione mafiosa investigata nell’odierno procedimento. Infatti, attraverso l’opera di Pier Paolo Caloiro, il sodalizio è riuscito a reclutare un cospicuo numero di soggetti che, assoldati con il sistema delle assunzioni fittizie all’interno delle strutture ricettive, si sono messi a completa disposizione del clan cutrese. Sono inoltre emersi, in particolare con riguardo ad attività di esercizio abusivo del credito, di usura ed a connesse vicende estorsive, rilevanti interessi economici e proiezioni operative della cosca al nord Italia ed in particolare in Emilia Romagna, località di abituale dimora di cinque delle persone raggiunte da misura cautelare che sono state rintracciate e tratte in arresto dagli uomini delle Squadre Mobili di Bologna, Parma e Reggio Emilia.

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