'Ndrangheta: operazione contro cosca Piromalli, 4 fermi

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Gioia Tauro (Reggio Calabria) - Quattro presunti esponenti di una delle cosche più potenti della 'ndrangheta, i Piromalli, sono stati sottoposti a fermo, a Gioia Tauro, dai carabinieri della Compagnia insieme a quelli dello Squadrone eliportato Cacciatori "Calabria", della Compagnia Speciale e di unità cinofile del Goc di Vibo Valentia, e da personale della Squadra Mobile di Reggio Calabria. I quattro, Biagio Guerrisi, di 51 anni, Gennaro Paolillo (31), Rocco Ivan Stillitano (52) e Francesco Cosoleto (37), sono stati fermati in esecuzione di un decreto della Dda di Reggio Calabria perché accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, concorso in omicidio e tentato omicidio pluriaggravato, porto e detenzione illegale di armi, estorsione e danneggiamento, reati tutti aggravati dalle metodologie mafiose.

Le indagini, che si sono avvalse anche del contributo di alcuni collaboratori di giustizia sviluppate autonomamente sotto il coordinamento della Dda, avrebbero messo in luce l'appartenenza dei quattro, alcuni con ruoli apicali, alla cosca la cui attività è finalizzata allo sfruttamento delle risorse economiche del territorio attraverso o la partecipazione alle stesse, acquisendone direttamente o indirettamente la gestione e il controllo, o con la riscossione di somme di denaro a titolo di estorsione. Gli investigatori avrebbero documentato numerose estorsioni, consumate e tentate, nonché alcuni danneggiamenti seguiti da incendio o perpetrati mediante l'esplosione di colpi d'arma da fuoco, effettuati nel medesimo contesto a scopo intimidatorio in danno degli operatori economici. E' stato, inoltre, ricostruito come la cosca, con la disponibilità di armi, al fine di realizzare il controllo egemonico sul territorio, abbia realizzato accordi con organizzazioni criminose omologhe sopprimendo tutti coloro che si opponevano, oltre ad avere commesso delitti contro il patrimonio, contro la vita e l'incolumità individuale e in materia di armi. I fermati sono stati condotti nel carcere di Palmi.

Ci sono anche due omicidi tra i reati contestati, a vario titolo, ad alcuni fermati nell'operazione di carabinieri e polizia contro la cosca Piromalli di Gioia Tauro e ad altre persone indagate ma non raggiunte da provvedimenti cautelare. In particolare, nel provvedimento di fermo della Dda di Reggio Calabria si fa riferimento all'omicidio di Rocco Albanese, ucciso quando aveva 42 anni il 14 marzo del 2005 a Gioia Tauro. L'uomo era a bordo della sua auto contro la quale furono sparati numerosi colpi d'arma da fuoco. Un altro delitto su cui gli inquirenti ritengono di avere fatto luce è quello di Pietro Giacobbe, assassinato il 12 maggio del 2005 in un agguato a Rosarno nel quale rimase ferita anche un'altra persona, Santo Antonio Bagalà. Anche in quel caso i sicari agirono mentre le loro vittime erano a bordo di un'auto. A sparare sarebbero state più persone armate di fucile. Giacobbe morì all'istante.

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