‘Ndrangheta: Operazione “Metastasi”, dieci arresti in Lombardia

gdf-divisa-ok.jpg

Milano - La Guardia di Finanza di Milano ha arrestato 10 persone nel lecchese, nell'ambito di un'inchiesta della Dda milanese contro la 'ndrangheta in Lombardia. Le Fiamme Gialle hanno effettuando perquisizioni e sequestri di beni per diversi milioni di euro. L'operazione, chiamata 'Metastasi', è stata coordinata dal procuratore aggiunto di Milano, Ilda Boccassini e dal pm Claudio Gittardi ed eseguita dai finanzieri del comando provinciale di Milano. I dieci arrestati sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, corruzione e turbativa d'asta. Nell'operazione contro la 'ndrangheta nel lecchese, sono stati arrestati Mario Coco Trovato, fratello di Franco Coco Trovato, già in carcere per un ergastolo, il sindaco di Valmadrera, centro del lecchese, Marco Rusconi e il consigliere comunale di Lecco Franco Palermo. Nell’operazione la guardia di finanza ha sequestrato, a seguito degli accertamenti patrimoniali condotti in collaborazione con il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (S.C.I.C.O.), 17 unità immobiliari, 5 autoveicoli, 2 complessi aziendali, 3 quote di società e 34 rapporti finanziari (conti correnti, titoli e cassette di sicurezza), risultati nella disponibilità dell’associazione a delinquere.

Consigliere Lecco: "Sono un uomo dei Trovato"

Dalle intercettazioni sull'inchiesta della Dda di Milano sulla presenza della 'ndrangheta a Lecco emerge che uno degli arrestati, il consigliere comunale Ernesto Palermo, accusato di associazione mafiosa, si definiva, parlando con altre persone al telefono, uno dei "nuovi uomini dei Trovato", ossia il clan dominante nella zona. Inoltre il consigliere è anche accusato di estorsione per l'episodio relativo ad un attentato ad un ristorante. Ernesto Palermo, consigliere comunale a Lecco, insegnante in un istituto superiore della zona, nel 2011 era passato dal Pd e al Gruppo misto in consiglio comunale a Lecco. Era in Commissione lavori pubblici e patrimonio e forse proprio per questo suo ruolo avrebbe avuto facilità, secondo le accuse, di manovrare appalti e concessioni e intervenire per modificare il piano di governo del territorio per favorire gli interessi dell'associazione mafiosa.

E' accusato, stando all'imputazione, di essere un "partecipe sotto le direttive" di Mario Trovato, fratello del boss Franco Coco Trovato, e si sarebbe occupato per conto del clan "in qualità di uomo politico e consigliere comunale dei rapporti con esponenti politici e pubbliche amministrazioni comunali". Il suo ruolo sarebbe stato quello di acquisire "appalti e concessioni" e di intervenire per modificare il piano di governo del territorio per favorire gli interessi dell' associazione mafiosa. Secondo l'accusa, inoltre, Palermo, che è anche accusato di estorsione, corruzione e turbativa d'asta, "si sarebbe attivato per fare acquisire alla famiglia dei Trovato la concessione di un'area comunale sul Lido di Valmadrera, nel Lecchese. Secondo le indagini, per tale concessione, il sindaco di Valmadrera, Marco Rusconi, avrebbe intascato una tangente per circa 10 mila euro".

Stando alle imputazioni, la 'locale' (ossia la cosca) di Lecco era coordinata, così come gli altri clan presenti a Milano e nella province limitrofe, da quella sorta di 'cupola' chiamata 'La Lombardia' e scoperta con l'inchiesta cosiddetta 'Infinito' del luglio 2010 che aveva portato a oltre 170 arresti al Nord. La cosca dei Trovato avrebbe creato una ''condizione di assoggettamento e di omertà nel territorio di Lecco'', mettendo in atto anche forme di ''coercizione elettorale''. Palermo, tra l'altro, sempre stando all'ordinanza, avrebbe anche partecipato ''all'attività estorsiva e di protezione nei confronti degli esercizi commerciali''. Come nell'episodio dell'attentato a ''colpi d'arma da fuoco'' ai danni dell'Old Wild Café (e non All White Café, come scritto in precedenza) avvenuto la notte del 16 gennaio 2012: Palermo e Mario Trovato avrebbero cercato di ''costringere'' i gestori del locale a versare ''una somma di denaro a titolo di protezione''. Per acquisire, invece, l'area comunale del Lido di Valmadrera, ''attraverso la sostanziale gestione della società Lido di Parè srl'', Palermo, Trovato e altri due avrebbero prima promesso diecimila euro al sindaco della cittadina, Marco Rusconi, e poi gli avrebbero versato una mazzetta di cinquemila euro. Palermo, sempre stando alle imputazioni, sarebbe intervenuto per ''turbare'' anche le procedure pubbliche per la ''modifica di destinazione urbanistica di un'area riferibile'' a una società amministrata da una donna, che avrebbe dovuto versare 60 mila euro. E per la modifica di una ''strada pubblica'' un'altra persona avrebbe pagato 15mila euro. Trovato e altri del clan poi avrebbero tentato di mettere a segno un'estorsione da 200 mila euro.

Per quanto riguarda invece il Sindaco di Valmadrera, Marco Rusconi, di 36 anni, si tratta di un personaggio politico in carica dal 2009 e che si è ufficialmente ricandidato per il prossimo mandato, alla testa della lista civica "Progetto Valmadrera". La sua vita politica è stata caratterizzata dal suo coinvolgimento in svariate iniziative in campo sociale e solidale e prima ancora personalmente in manifestazioni e iniziative contro l'infiltrazione mafiosa e la criminalità. Un impegno che alla luce dei clamorosi sviluppi dell'inchiesta giudiziaria, sta generando sconcerto in tutta la provincia. Sposato e padre di due figliolette di 7 e 3 anni, Marco Rusconi è ingegnere e milita nelle file del Pd dopo essere stato in passato nella Dc. A Valmadrera, popoloso centro alle porte di Lecco toccato dal vecchio tracciato della superstrada 36 Milano-Lecco da un lato e affacciato sul ramo lecchese del Lago di Como dall'altro, prima dell'ultimo mandato aveva rivestito nello stesso gruppo politico la carica di vicesindaco e prima ancora di capogruppo.

Dopo la notizia dell'arresto del sindaco, i colleghi del comune, in primis il vicesindaco di Valmadrera, Raffaella Brioni, il capogruppo di maggioranza e il coordinatore di Progetto Valmadrera, Marco Piazza si dicono "attoniti e addolorati per la notizia dell'arresto del sindaco, Marco Rusconi, e ribadiscono la stima nello stesso, in attesa di un - si spera - veloce chiarimento da parte della Magistratura nella quale si ribadisce la fiducia". "L'unico atto amministrativo contestato al sindaco - spiegano poi in una nota congiunta - riguarderebbe l'assegnazione per la gestione per l'estate 2011 di un'area verde in zona Parè e si segnala che l'amministrazione aveva interrotto la procedura di aggiudicazione dopo una segnalazione atipica al sindaco da parte della Prefettura di Lecco". Precisano poi che "nessuna attività si è mai svolta in quell'anno su quella zona". Nella nota gli amministratori ricordano inoltre che 'a seguito della mancata assegnazione dell'area' la società aveva presentato ricorso al Tar per danni ricevuti quantificati in 200 mila euro". "Con successiva sentenza - viene sottolineato ancora nella nota - il Tar di Milano ha dato ragione all'amministrazione comunale di Valmadrera".

Boccassini (procuratore aggiunto di Milano): "Braccia armate e politici assieme"

"L'inchiesta della Dda di Milano che stamani ha portato all'arresto di dieci persone, tra cui il presunto boss Mario Trovato, il consigliere comunale di Lecco Ernesto Palermo e il sindaco di Valmadrera (Lecco) Marco Rusconi, ha accertato il connubio tra 'braccia armate della 'ndrangheta, addette alle estorsioni e ad altri atti di violenza, con esponenti delle istituzioni''. Lo ha spiegato il procuratore aggiunto di Milano Ilda Boccassini che ha coordinato le indagini assieme ai pm Claudio Gittardi e Bruna Albertini. ''A distanza di 20 anni la stessa famiglia'', ossia il clan dei Trovato, esercita ancora la sua influenza nel Lecchese, come aveva dimostrato una famosa inchiesta degli anni novanta sulla presenza della 'ndrangheta in Lombardia, quella cosiddetta 'Wall street'. Ancora una volta poi, come ha precisato il procuratore aggiunto, questa inchiesta, così come le più recenti coordinate dalla Dda milanese, ha accertato ''la sinergia tra reati di criminalità organizzata portati avanti dagli uomini del clan e quelli contro la pubblica amministrazione, come la corruzione e le turbative d'asta''. Secondo Boccassini poi, il consigliere comunale di Lecco Ernesto Palermo, finito in carcere, ''era organico e partecipe all'associazione mafiosa e sapeva perfettamente con chi stava parlando e quello che stava facendo, perché è difficile pensare che un cittadino, anche il più sprovveduto, non conosca l'importanza dei Trovato a Lecco''.

© RIPRODUZIONE RISERVATA