Omicidio Vangeli nel vibonese, 26enne fu ucciso e gettato nel fiume: un fermo - VIDEO

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Mileto (Vibo Valentia) - I carabinieri della compagnia di Vibo Valentia hanno fermato uno dei presunti responsabili dell’omicidio di Francesco Domenico Vangeli, il 26enne di Scaliti di Filandari, nel vibonese, scomparso il 9 ottobre dello scorso anno, nell'ambito dell'operazione denominata "Amore Fatale". L’arrestato è Antonio Prostamo, 30 anni, di San Giovanni di Mileto, nipote dei boss Nazzareno e Giuseppe, quest’ultimo ucciso nel 2011, mentre il primo sta scontando l'ergastolo. Antonio Prostamo avrebbe intrattenuto una relazione sentimentale con la ragazza di Francesco Vangeli, sino alla decisione di far sparire il giovane di Filandari il cui corpo non è stato ritrovato.  I dettagli dell’operazione sono illustrati nel corso di una conferenza stampa al Comando provinciale dei carabinieri di Vibo Valentia alla presenza del Procuratore della Dda di Catanzaro Nicola Gratteri.

"Chiuso in un sacco di plastica e gettato nel fiume"

Sarebbe stato "giustiziato con un numero imprecisato di colpi di fucile, messo in un sacco di plastica e gettato nel fiume Mesima". È stato assassinato così la notte tra il 9 e il 10 ottobre del 2018 Francesco Domenico Vangeli, il giovane di Filandari scomparso nel nulla e vittima di “lupara bianca”. Il suo corpo non è ancora stato ritrovato e, verosimilmente, è stato trascinato dalle correnti fino alla foce del fiume e da qui in mare. All’alba di oggi i Carabinieri del Comando Provinciale di Vibo Valentia hanno però fermato uno degli esecutori materiali dell’efferato delitto. Si tratta di Antonio Prostamo, 30 anni, di San Giovanni di Mileto, ritenuto dagli inquirenti esponente apicale della Locale di ‘ndrangheta dei “Pititto-Tavella-Prostamo”. È accusato di omicidio aggravato dal metodo mafioso e di distruzione di cadavere. Il provvedimento di fermo arriva al termine di articolate indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro diretta dal Procuratore Nicola Gratteri e, oltre a colpire il 30enne di San Giovanni di Mileto, coinvolge quale corresponsabile a pari titolo dell’omicidio anche il fratello di quest’ultimo, Giuseppe Prostamo, 34 anni, attualmente detenuto nella casa circondariale di Vibo dopo essere stato arrestato nel maggio scorso per essere stato trovato in possesso di un’arma clandestina con tanto di relativo munizionamento. Adesso deve rispondere anche di omicidio aggravato dal metodo mafioso, minacce e porto abusivo d’arma da fuoco oltreché di distruzione di cadavere. Le attività tecniche svolte dai militari dell’Arma hanno permesso di ricostruire nel dettaglio l’intera vicenda. L’arma utilizzata per il delitto era dunque un fucile occultato all’interno di un pozzo artesiano nei paraggi del fiume Mesima. 

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L’operazione messa a segno dai Carabinieri è stata denominata in codice “Amore Letale” e il nome dato all’inchiesta sintetizza anche uno dei moventi che ha portato all’omicidio di Vangeli. Secondo gli inquirenti le cause sarebbero molteplici. Alla base del delitto ci sarebbe infatti la contesa di una giovane di Scaliti di Filandari da parte della vittima, ovvero Vangeli, e di uno dei suo presunti carnefice, Antonio Prostamo. Quest’ultimo lo avrebbe anche minacciato di morte e addirittura di scioglierlo nell’acido con messaggi whatsapp indirizzati sul telefono cellulare utilizzato da Vangeli, sequestrato e analizzato dai Carabinieri. L’altro Prostamo, Giuseppe, avrebbe invece vantato dei crediti di droga da Francesco Vangeli il quale gli avrebbe pure sottratto un’arma da fuoco poi rinvenuta nelle disponibilità del padre a Pisa. La sera della scomparsa sarebbe stato attirato a San Giovanni di Mileto con l’inganno. Da quanto emerso infatti i Prostamo lo avrebbero invitato a raggiungere la loro abitazione per la realizzazione di un tavolino in ferro battuto essendo Vangeli un artigiano come il padre Valerio. Un semplice lavoretto per arrotondare la giornata ma che evidentemente si è rivelato fatale perché da quella sera Francesco non è più tornato a casa.

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Prostamo-Antonio-cl-89-e-Prostamo-Giuseppe-cl-85.jpgAntonio Prostamo e Giuseppe Prostamo (ritenuto concorrente nell’omicidio)

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