Omicidio Deodato, acquisite dichiarazioni del collaboratore Giampà

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Catanzaro – Doveva essere un’udienza con al centro le discussioni degli avvocati ma a Catanzaro, nell’ambito del processo per l’omicidio di Antonio Deodato, l’udienza è stata rinviata al 21 novembre. Stamane, in aula, davanti al Gup Pietro Carè, nel processo che si sta celebrando al Tribunale di Catanzaro, sono state acquisite, infatti, le dichiarazioni di Domenico Giampà, collaboratore di giustizia dallo scorso luglio e imputato in questo processo.

Giampà, detto Buccacciello, già reo confesso del delitto, consumatosi in una sala giochi di via Isonzo a Lamezia l’8 febbraio 2005, aveva avuto una richiesta di condanna da parte del pubblico ministero a 20 anni di carcere. Imputati con lui, in questo procedimento, ci sono Aldo Notarianni, Pasquale Giampà, Vincenzo Bonaddio e Maurizio Molinaro.

La ricostruzione dell’omicidio del 27enne è stata fatta da più collaboratori di giustizia e anche dallo stesso Domenico Giampà, che si è, appunto, autoaccusato del delitto. A decidere della sorte di Deodato fu la “commissione”, in quanto cognato di Vincenzo Torcasio e nipote di Nino. I killer si presentarono nella sala giochi mascherati da Carnevale e non destarono sospetti visto il periodo di festa, così poterono sparare e colpire più volte il giovane che morì poi all’ospedale di Lamezia. Il pm Elio Romano ha chiesto 30 anni di reclusione per Aldo Notarianni, Pasquale Giampà e Vincenzo Bonaddio, mentre 20 anni di reclusione sono stati chiesti per Maurizio Molinaro e Domenico Giampà.  

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