Operazione Crisalide, le elezioni 2015 e l’intercettazione tra Giuseppe Paladino e Antonio Miceli

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Lamezia Terme - Emergono nuovi particolari dalle carte che hanno condotto ai fermi ed agli indagati nell’ultima operazione condotta da Dda e forze dell’ordine denominata “Crisalide”. In particolare, sin da subito, ha destato interesse il coinvolgimento di alcuni politici e la menzione all’ultima campagna elettorale dove, alcuni candidati, avrebbero usufruito dell’appoggio della cosca Cerra-Torcasio-Gualtieri. In effetti, gli indagati cosiddetti “eccellenti” e legati alle scorse amministrative del 2015, sarebbero tre: Pasqualino Ruberto, già candidato a sindaco, Giuseppe Paladino, dimissionario consigliere comunale e il più votato nella lista di Ruberto, ed il padre di quest’ultimo, il medico Giovanni Paladino.

Ma andiamo con ordine. Gli organi inquirenti, inizialmente, si soffermano proprio sul possibile coinvolgimento dei Paladino che, a caccia di voti, sarebbero andati fin dentro il “fortino” dei Torcasio accompagnati da Antonio Miceli, genero di Giovanni Torcasio e definito dai documenti investigativi quale presunto “reggente” del clan omonimo decimato dai precedenti arresti.

L’incontro tra i Paladino e Antonio Miceli: “Qua ce ne sono telecamere”?

Era prevedibile come, dopo le numerose operazioni succedutesi negli ultimi anni contro tutte le cosche lametine, l’ultima campagna elettorale potesse essere ben monitorata dalle forze dell’ordine per scovare possibili coinvolgimenti dei vari candidati. Tra i monitoraggi effettuati, ci sono anche alcuni riscontri video ed audio che proverebbero il coinvolgimento dei Paladino con Miceli Antonio. I tre, infatti, il 21 marzo 2015 avrebbero lasciato insieme un bar di via dei Bizantini e sarebbero saliti sull’autovettura di Miceli che era monitorata sia con cimici che tramite Gps. I tre, stando alle suddette rilevazioni, sarebbero giunti presso il cosiddetto “fortino” dei Torcasio. Il dottore Paladino, così come intercettato, inizialmente sembra sospettare un possibile monitoraggio da parte delle forze dell’ordine ed una volta entrato nel piazzale dei Torcasio avrebbero chiesto a Miceli: “...qua avete visto se ce ne sono telecamere?”… Miceli di contro sembra rassicurare il medico: “... no, qua non ce ne sono... siamo tranquilli”.

Gli inquirenti stessi sottolineano a quel punto come, “nonostante le rassicurazioni fornite dal " ‘reggente’ della cosca, il dottore Paladino Giovanni” sembra non fidarsi aggiungendo: “in una parte nascosta può essere…pure qua…”. Così, “prima di scendere dalla macchina intimava al figlio Paladino Giuseppe di indossare il cappuccio del giubbotto in modo tale da poter travisare la sua identità: ‘...vabbè, tu alzati questo cappuccio’”. A tale richiesta, Giuseppe Paladino ubbidisce non senza palesare una certa ironia: “ah certo… così non sono io, no? “Dopo qualche istante, però, il giovane si sente rassicurare il padre aggiungendo “ce lo siamo messi il cappuccello”. Miceli, comunque, nonostante avesse rassicurato i Paladino, egli stesso non si sente del tutto sicuro dopo le osservazioni del medico, e lui stesso invita gli altri due, prima di entrare in casa “...andiamo veloce, veloce... non mu ... certe volte, con la fortuna che abbiamo...”. Concluso l’incontro per un possibile sostegno elettorale, sempre in auto, si sentirebbe il dottore Paladino commentare l’incontro dichiarando a Miceli come i parenti di quest’ultimo (i Torcasio, ndr) “sono sempre stati toghi … vabbè, ma io mi vedevo sempre con Giovanni (ndr: Torcasio Giovanni)”.

La conversazione, ignari di essere intercettati tramite Gps e cimici posizionate all’interno dell’auto di Miceli, prosegue fino al rientro al bar di partenza dove i Paladino furono poi successivamente individuati dalle telecamere anche in altre occasioni nei giorni successivi a tale incontro.

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Il coinvolgimento nella campagna elettorale

Sempre nell’auto di Miceli, questa volta in compagnia di De Rito Domenico, gli organi inquirenti avrebbero scoperto l’appoggio della consorteria criminale dei Torcasio per Pasqualino Ruberto candidato a sindaco. Secondo gli inquirenti il candidato a sindaco Ruberto veniva considerato quale loro politico di riferimento, assieme al Paladino candidato consigliere comunale, per la competizione elettorale. Infatti Miceli parla dicendo che “stiamo organizzando il comizio per sabato” e quando De Rito chiede “chi è il sindaco?”, Miceli risponde “Pasqualino”, De Rito però ancora non capisce e chiede di quale Pasqualino si tratti di “Morbidone (soprannome dato a Ruberto) con noi si è comportato bene, si comporta bene”.

E De Rito “E va bene, se si comporta bene ... glielo dobbiamo dare il voto, no?”. Miceli aggiunge quindi “Se Dio vuole si instaura un bel...” e De Rito conclude “rapporto…”. De Rito poi chiede “E' venuto a parlare con te "Morbidone"? ... Si o no?... Con te è venuto a parlare? ... Ma chi te lo ha portato? La verità ...” e Miceli afferma che: E si... e però non è che a me... (incomprensibile…) eh... Antonio MAZZA ...”. Successivamente, in altra conversazione intercettata sempre tra i due, gli inquirenti avrebbero scoperto perché Mazza avrebbe introdotto e presentato Ruberto a Miceli ed è De Rito a spiegarlo “Ce l'ha con me (riferito a Mazza, ndr), perchè il mio posto doveva andare a lui, il posto della Sacal ...omissis...apposta si è buttato con Morbidone ... omissis... comunque, stanno provando con Morbidone'”. In questo passaggio intercettivo, gli inquirenti spiegano come De Rito affermava che Mazza Antonio nutriva malumore nei confronti di Bevilacqua Giampaolo, già Vice Presidente della SACAL, poiché quest'ultimo, in passato, quando era ancora in carica, non lo faceva assumere alle dipendenze della predetta società, favorendo invece quella di De Rito Domenico”.

L’intercettazione tra Giuseppe Paladino e Antonio Miceli

Il coinvolgimento nella campagna elettorale della cosca nei confronti poi del candidato consigliere Giuseppe Paladino si fa più evidente in un’altra conversazione captata il 20 maggio 2015 in via Sant’Umile da Bisignano, quartier generale di Pasqualino Ruberto e della sua lista. Qui si incontrano e parlano Giuseppe Paladino e Antonio Miceli assieme a Domenicano Antonio.

"Antonio Miceli: 'Che altrimenti... (incomprensibile) lo aiutiamo diversamente' (ndr riporta le parole proferite da Eugenio.).. cioè... io non ne voglio aiuto... non so cosa si è messo in testa.

Giuseppe Paladino: Si, ho capito dai...comunque...

Antonio Miceli: No, perché altrimenti gli dò due schiaffi, capì...

Giuseppe Paladino: Il discorso è questo secondo me, cioè la gravità della cosa non esiste...

Antonio Miceli: Ragà... è campagna elettorale, ci sono sempre queste cose.

Giuseppe Paladino: ...Eh...ma ti voglio dire...va bene, superiamo...la nottata, la prima nottata è andata ... Io sapete quando li dovete affiggere.

Antonio Miceli: Eh... si stanno acchiappando con tutti, che li stanno coprendo ... li stiamo acchiappando ad uno ad uno e li terrorizziamo, figurati che prima mia moglie... davanti la scuola di Kimberly ci abbiamo messo i manifesti, là... dietro il "professionale"... dietro il "professionale"...

Giuseppe Paladino: Eh

Antonio Miceli:… E c'era G. che copriva, no... e stava coprendo a te ... "pii...pii" (ndr. imita il suono de lclacson.).."che stai facendo" (ndr riporta la frase proferita da TORCASIO Teresa rivolta G.) gli ha fatto.

Giuseppe Paladino: G. (ndr.G.) mi sta coprendo?

Antonio Miceli: Eh..."che stai facendo" (ndr riporta la frase proferita da Torcasio Teresa a G.) gli ha fatto ... e poi G. aveva parlato con me... ora lo acchiappo ... "ehh... si... ma perchè" (ndr riporta la frase proferita da G. e rivolta a Torcasio Teresa) gli ha fatto... "non lo coprire' (ndr riporta la frase riferita da Torcasio Teresa a G.) gli ha fatto ... "che vuol dire non lo devo coprire" gli fa l'operaio di G., che era con G... "eh, ma lo sai io chi sono" gli faceva... "io sono quello, G. della pubblicità (Ndr riferimento a P…. di G. agenzia di pubblicità)' (ndr riporta le frasi proferite da G. e rivolte a TORCASIO Teresa).. "e quindi" gli ha fatto ... "lo sai chi sono io" gli ha fatto ... "eh... io sono TORCASIO, quindi vedi di non coprirne più altrimenti non ne affiggi di nessuno" ...(ride)... (ndr riporta la frase proferita da TORCASIO Teresa e rivolte a G.)

Giuseppe Paladino: Ah, lo ha sgridato ...

Antonio Miceli: Ah. ma la moglie di Antonio (ndr. MICELI Antonio) ...ma la moglie di Antonio sei... ah, si. va bene, va bene" (ndr. Riporta le frasi proferite da G. e rivolta a TORCASIO Teresa).. ha preso, ha messo gli attrezzi dentro il furgone ... (ndr. ride) ...e ha lasciato perdere ...

Giuseppe Paladino: Si, ma la gravità non c'è... a me stamattina mi hanno rotto il cazzo alle sette e mezza, per questo ho chiamato a Mattia (ndr Mancuso Mattia) e poi ho chiamato a lui (ndr. DOMENICANO Antonio) ... si ma non è che...

Antonio Miceli: Ma pensando a che c’avevamo fatto... per due cartelloni...

Giuseppe Paladino: Si... no, ma mi rompo il cazzo che uno mi chiama e vado lì a parlargli, capito?...Stamattina ho perso due ore...

Antonio Miceli: L'unica cosa che l'abbiamo "cagata" è stato P. …ma perchè là non ce la siamo regolata ...

(Paladino riceve una telefonata alla quale dice che sta per arrivare)

Giuseppe Paladino: …ragà me ne devo scappare

Antonio Miceli: Ma te lo hanno portato l'altro pacchettino?

Giuseppe Paladino: Si ce n’è un altro

Antonio Miceli: Prenditelo (ndr riferito a Antonio Domenicano) …ora che siamo qua.

Giuseppe Paladino: vedi che sono due ...prendine uno (ndr riferito a Antonio Domenicano)

Antonio Domenicano: Ma dove sono?

(Si sente aprire sportello macchina)

Antonio Miceli: ... (incomprensibile) vedi se ci sono quegli altri di Pasquale (ndr RUBERTO Pasqualino) prendili altri due (ndr riferito a DOMENICANO Antonio).

Giuseppe Paladino: No, quelli....parlaci prima con Pasquale, che io non voglio avere parole ...

Antonio Miceli: E no, avevamo concordato ... digli di segnare MAZZA e ne prende altri due, tre... (incomprensibile)".

 

 

 

 

Virna Ciriaco

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