Operazione “Drug Family”: Borelli, l’indagine è partita grazie a segnalazioni anonime di cittadini - VIDEO

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Lamezia Terme – “Un dato importante in questa operazione è stato quello di ricevere da parte dei cittadini delle segnalazioni anonime. In particolare, nel quartiere Capizzaglie alcuni cittadini ci hanno segnalato la presenza di un’attività di spaccio, un via vai di tossicodipendenti, questo ci ha dato l’input”. Queste le parole del dirigente del Commissariato di Polizia di Lamezia Terme, Antonio Borelli, durante la conferenza stampa che ha riguardato l’arresto di sette persone nell‘ambito dell’operazione denominata “Drug Family” che ha visto il coinvolgimento di un’intersa famiglia e di altri soggetti dediti allo spaccio di sostanze stupefacenti in città.

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“Devo ringraziare la presenza del questore di Catanzaro Giuseppe Racca che sta dimostrando la sua vicinanza al nostro commissariato. Io ringrazio anche alla Procura della Repubblica nella persona del dottor Prestinenzi e al sostituto Agostini. L’attività d’indagine inizia nel giugno 2014 fino all’ottobre 2014, anche se in realtà l’attività aveva preso piede con l’arresto in flagrante di Silvia Mascaro che è la moglie di uno dei Torcasio mentre dava dell’eroina ad un tossicodipendente. Questa’attività si rinvigorisce con il tentato suicidio da parte di un ragazzo che non può più pagare la droga che gli veniva fornita quotidianamente dai fratelli Torcasio. Sulla  pericolosità dei due fratelli basta dire che Torcasio Danilo, il capo della famiglia, già arrestato e posto ai domiciliari continuava a comandare tutte le attività, il fratello Luca Torcasio invece teneva i contatti con i vari piccoli spacciatori. Durante l’attività abbiamo trovato la droga non direttamente a loro ma ai tossicodipendenti a cui era stata ceduta, in particolare in un controllo avvenuto alla stazione di Nicastro, sono stati rinvenuti addosso a due bulgari 11 grammi di eroina e due grammi di cocaina ceduti dai fratelli Torcasio. Devo dopo quest’operazione elogiare il personale della sezione investigativa di Lamezia. Contrastare il fenomeno della droga solo da un punto di vista giudiziario è una pia illusione, noi cerchiamo di fare il nostro ma in perfetta sinergia con la Procura abbiamo delle risposte e ci aspettiamo collaborazione da parte dei cittadini. Se riuscissimo ad avere maggiore collaborazione da parte dei cittadini da un punto di vista delle estorsioni, dell’usura ma anche della droga, i risultati sarebbero maggiori”.

“Sono particolarmente contento e onorato di essere oggi qui con voi per presentare gli esiti di un’importante operazione di indagine giudiziaria coordinata dalla Procura della Repubblica di Lamezia Terme e ringrazio il procuratore Prestinenzi che con la sua presenza sottolinea questo importante risultato investigativo. Si tratta di un’indagine molto complessa avviata nell’estate 2014 che ha riguardato un sodalizio criminoso dedito allo spaccio di sostanza stupefacente. Sappiamo tutti della problematica e della diffusione della droga e la lotta che quotidianamente coinvolge tutte le forze di polizia”. Queste le parole del questore di Catanzaro Giuseppe Racca che già in tre occasioni è stato al Commissariato per vedere da vicino gli esiti di alcune operazioni.

Durante la conferenza anche il procuratore Prestinenzi ha evidenziato come “questa operazione, come anche altre operazioni che ha condotto il commissariato e le altre forze di polizia, rientra nell’ambito di quelle che la Procura ritiene prioritarie in questo territorio. Vi ho già detto che il mio ufficio ritiene indispensabile la lotta contro il fenomeno dello spaccio di sostanze e le molte operazioni condotte da questo commissariato e dai carabinieri dimostra la nostra particolare attenzione che dedichiamo a questo fenomeno. Le sette persone arrestate, due in carcere e sono i due Torcasio Luca e Danilo e gli atri cinque agli arrestati domiciliari, rispondono tutti di detenzione ai fini di spaccio anche se con ruoli diversi e per questo motivo la diversa gradazione delle misure. Luca Torcasio risponde anche di un tentativo di estorsione e proprio da questo fatto parte l’attività d’indagine con appostamenti e intercettazioni telefoniche che permettono la ricostruzione del giro riconducibile ai Torcasio. Vi è poi Ciliberto, sorvegliato speciale con obblighi di soggiorno, risponde anche al reato di violazioni degli obblighi inerenti la sorveglianza speciale. L’operazione scaturisce dalla tentata estorsione da parte di Luca Torcasio nei confronti di Antonio Mancuso, un tossicodipendente che si serve dei Toracasio per rifornirsi della droga. Infatti nel giugno 2014 Luca Torcasio ferma per strada Mancuso Antonio e gli intima la consegna di 400 euro, la metà di questa somma era corrispettivo di una precedente dose di droga. Mancuso riferisce anche di una altro episodio avvenuto in casa di Danilo Torcasio e parla poi della figura di Simone Torchia, che metteva in contratto gli acquirenti con i fratelli Torcasio. Quello che emerge poi successivamente dai pedinamenti, dalle intercettazione messe in atto, è la figura della madre, Teresa Estino che coadiuva l’attività di spaccio di eroina e cocaina con i figli. Emerge che Torcasio Luca, su incarico di Danilo si occupa del denaro che è frutto dello smercio al dettaglio al quale provvedono Monterosso Enrico, Torchia Simone e Ciliberto Ubaldo, per il rifornimento della sostanza stupefacente provvede invece Danilo Torcasio che si serve di Luigi Notarianni.  Voglio evidenziare che Danilo Torcasio in questo periodo era già sottoposto agli arresti domiciliari per fatti analoghi a quelli odierni. Elemento fondamentale sono state le intercettazioni che hanno accertato il fatto che gli arrestati parlavano degli stupefacenti, in alcuni casi anche di qualità della droga, del confezione delle bustine e di debiti-credito relativi ad altri soggetti”.

Beatrice Zubba

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