Operazione "Eracle": 'ndrangheta nella movida reggina, 15 fermi - VIDEO

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Reggio Calabria - Esponenti di primo piano della cosca Condello di Reggio Calabria della 'ndrangheta, agendo in sintonia con alcuni "rampolli" della cosca Tegano, avevano assunto la gestione monopolistica dei servizi di "buttafuori" dei principali locali d'intrattenimento serale e notturno di Reggio Calabria. É quanto è emerso da un'inchiesta coordinata dalla Dda reggina che ha portato all'emissione di 15 provvedimenti di fermo eseguiti congiuntamente tra Arma dei Carabinieri e Polizia di Stato di Reggio Calabria.

I NOMI

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Baione Luciano, 27 anni;

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Barbaro Francesco, 23 anni;

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Barcella Enrico Giovanni, 41 anni;

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Falduto Salvatore, 53 anni;

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Ferrante Francesco, 44 anni;

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Minutolo Fabio Vittorio, 39 anni;

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Morelli Andrea, 35 anni;

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Morelli Cosimo, 37 anni;

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Morelli Fabio, 29 anni;

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Nucera Domenico, 36 anni;

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Saladino Antonino, 30 anni;

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Caccamo Fabio, 38 anni;

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Cutrupi Basilio, 31 anni;

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Panetta Michele, 31 anni;

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Pecora Giuseppe Emanuele, 32 anni.

L'indagine, denominata "Eracle", come evidenzia una nota diramata dagli investigatori, trae origine dalla necessità, avvertita dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria diretta dal procuratore Federico Cafiero De Raho e dai sostituti procuratori Dda, Stefano Musolino, Walter Ignazzitto, Sara Amerio, Giovanni Gullo, di contrastare la serie di aggressioni, risse ed intimidazioni che hanno funestato le recenti estati reggine, turbando la serena e la libera frequentazione serale dei locali d'intrattenimento, specie di quelli stagionali avviati sul lungomare cittadino. Si è trattato, riferiscono ancora carabinieri e polizia, di una serie di episodi che hanno visto come protagonisti giovani leve della ndrangheta reggina che, evocando la loro appartenenza a storici casati originari del quartiere di Archi, si sono proposti quale gruppo dominante della scena serale e notturna della città, intimidendo o aggredendo chiunque non riconoscesse loro questo specifico ruolo. Alle persone fermate vengono contestati, a vario titolo, i reati di associazione mafiosa, porto e detenzione di armi da guerra e comuni, tentata estorsione, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacente, intestazione fittizia di beni e maltrattamento di animali, con l'aggravante del metodo mafioso.

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I particolari dell'operazione sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa alla Procura della Repubblica DDA di Reggio Calabria, con il Procuratore Capo Federico Cafiero De Raho, un sostituto proc. DDA, il Questore di Reggio Calabria, il Capo della Squadra Mobile, il Comandante Provinciale di Reggio Calabria, il Maggiore Mariano Giordano, Comandante della Compagnia dei Carabinieri di Reggio Calabria. 

Corse clandestine di cavalli

Nucera, inoltre, si mostrava un assiduo frequentatore di un ricovero per equini, attribuibile alla famiglia Condello, per il conto della quale “scuderia” effettuava ripetutamente corse clandestine sullo scorrimento veloce Gallico-Gambarie. Lo stesso impartiva anche disposizioni sui farmaci da somministrare ai cavalli per migliorarne le prestazioni.

VIDEO

L’attività di guardiania ai locali mediante “buttafuori”

Il controllo del territorio da parte di Nucera e dei suoi consociati si traduceva anche nell’impiego di alcuni individui nell’attività di “buttafuori” presso alcuni locali della città di Reggio Calabria. Il contesto “Buttafuori” deve intendersi come propria espressione della ‘ndrangheta sul territorio;  Nucera, con l’ausilio di alcuni dei ragazzi che, per suo conto, effettuavano il predetto irregolare servizio, a seguito di un litigio iniziato presso un lido, si rendeva responsabile del ferimento a colpi d’arma da fuoco di un incensurato di Reggio Calabria, occorso alle prime luci dell’alba del 29 agosto 2015 nei pressi del Bar denominato “Snoopy”. (Per tale ferimento l’attività d’indagine veniva svolta da personale della Squadra Mobile della Questura di Reggio Calabria)

Il traffico e la detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti

L’indagine permetteva di individuare un’attività di spaccio posta in essere nella zona di Viale Manfroce - Ponte della libertà e gestita principalmente da Vincenzo Ferrante che si avvaleva della collaborazione di fidati collaboratori quali Saladino Antonino e Magazzu’ Giovanni. Le intercettazioni poste in essere portavano alla luce il canale del Ferrante per l’acquisto ed il taglio della sostanza stupefacente da smerciare, individuato per l’appunto in P.F., addetto tra l’altro alla custodia della “bianca” da consegnare a Vincenzo. Il 18.05.2016 Saladino Antonino veniva trovato in possesso di 9 grammi di sostanza stupefacente del tipo marijuana. Il 18.06.2016, invece, a seguito di perquisizione domiciliare presso l’abitazione di P.F., venivano rinvenuti gr.18,133 di cocaina e gr.282,238 di marijuana, Nel corso della perquisizione venivano altresì rinvenute compresse di “Mylicon” utilizzate per il taglio della sostanza stupefacente.

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